SIENA. Insieme sul palco Paolo Fresu e Drew Gress, John Taylor con Jerry Bergonzi, Roberto Cecchetto e Bobby Watson. I migliori jazzisti italiani, europei e statunitensi si sono dati appuntamento all'Enoteca Italiana di Siena, per una intensa e suggestiva “tre giorni” di concerti con i loro gruppi di musica d’insieme, con i quali hanno svolto il loro lavoro di alta formazione. Tutte le esibizioni saranno ad ingresso gratuito. L'evento è organizzato dalla Fondazione Siena Jazz che proprio in questa settimana ospita allievi e docenti per l'International Jazz Master, il primo anno del Corso biennale di Alto Perfezionamento Jazzistico in Europa che terminerà nel giugno.
Si comincia giovedì 18 giugno (ore 21,45) con i gruppi di musica d'insieme. Sul palco, come leader del primo gruppo suonerà il chitarrista Roberto Cecchetto, che vanta grandi connubi, come quello del trio Downtown, dove si esplora l'improvvisazione più fantasiosa servendosi anche dell'elettronica. Nel 2007 ha pubblicato “Blues Connotation”, uno dei lavori più interessanti del nuovo jazz italiano.
Salirà poi il gruppo diretto dal sassofonista Bobby Watson, di cui può bastare ricordare che ha fatto parte dei mitici Jazz Messenger di Art Blakey. Un grande sassofonista sempre impegnato nel portare avanti formazioni di particolare valore, come il quintetto Horizon, ma che non tralascia mai di curare il proprio stile sassofonistico, ormai sviluppato da poter essere preso a modello dai giovani praticanti il contralto.
La serata terminerà con Kenny Werner che suonerà con la formazione dei giovani talenti che hanno studiato con lui. Werner da molti anni è cosiderato uno dei più interessanti e particolari pianisti della scena jazz internazionale. Attivo dalla seconda metà degli anni settanta, ha collaborato tra gli altri con Charles Mingus, Joe Lovano, Ron Carter, Lee Konitz, Joe Henderson, John Scofield e Toots Thielemans.
Venerdì (19 giugno), sempre alle 21,45, saranno protagonisti i gruppi di musica d’insieme che suoneranno con i loro dovcenti e ci permetteranno di ascoltare ancora una volta grandi artisti come Drew Gress, Paolo Fresu, Massimo Manzi e Steve Turre. Se il trombettista Paolo Fresu è il grande maestro italiano di jazz che è conosciuto ormai in tutto il mondo, Drew Gress è tra i più attivi e ubiqui contrabbassisti della scena newyorkese, compagno di viaggio di Dave Douglas, Uri Caine, Don Byron e di Tim Berne. Il suo accurato rispetto della melodia è apprezzato nei set più tradizionali come nelle avventurose esplorazioni dell’avanguardia. Le sue doti di leader e di compositore si sono messe in luce in una serie di opere lungimiranti; nella più recente, “7 Black Butterflies”, prodotta dal chitarrista David Torn, si danno appuntamento melodismo, sperimentazione postmoderna e un maturo gusto per l’improvvisazione collettiva che incanta l’ascoltatore esigendone l’attenta e costante concentrazione.
Con loro il batterista Massimo Manzi che nella sua grande carriera ha collaborato con solisti di fama internazionale come Jerry Bergonzi, Lee Konitz, Dave Liebman, Ray Mantilla, Mike Melillo e Massimo Urbani. Si è più volte esibito nei più importanti festival a fianco di pregevoli solisti come lo stesso Fresu, Giammarco, Boltro, Fiorentino, Tommaso.
La lista dei grandi nomi di questa serata termina con il trombonista Steve Turre. Messicano d’origine, ma cresciuto musicalmente negli Stati Uniti, Turre è senza dubbio uno dei più innovativi jazzisti al mondo, avendo assorbito elementi di mariachi, di blues, di musica afro cubana e di jazz. Grande trombonista e suonatore di conchiglie marine.
L'ultimo eccezionale appuntamento è per sabato 20 giugno con i gruppi dei giovani professionisti che suoneranno con John Taylor, Jerry Bergonzi, Furio Di Castri e Ben Perowasky. John Taylor è uno dei più grandi e celebrati pianisti d’Europa. Dall’armonia perfetta di suono e silenzio scaturisce la sua musica fluida ed elegante che traduce in note una serenità d’animo e una penetrante sensibilità poetica. John Taylor è senza dubbio uno dei più sofisticati pianisti del mondo, interprete d’eccezione che si esprime attraverso un linguaggio unico derivato da una commistione fra classica e jazz. Il sassofonista Jerry Bergonzi è un grande innovativo dello strumento, le sue idee musicali riescono ad unire gli idiomi del jazz di ieri con quelli del presente. Furio Di Castri è un contrabbassista che ha saputo e voluto esplorare molte strade del jazz: proprio in questo 2009 il suo album "Zapping" ha ottenuto una nomination come BEST JAZZ ALBUM agli Italian Jazz Awards. La parata dei grandi si conclude con il batterista Ben Perowsky, richiestissimo side-man di New York, nonché poliedrico compositore, che ha formato e diretto il gruppo dei Lost Tribe.
Bel modo per festeggiare, con questi grandi del jazz, i giorni dedicati all'International Jazz Master, un corso biennale che rappresenta un'assoluta novità per l’alta formazione italiana ed europea, con un formato innovativo che permette ai partecipanti di perfezionare ed approfondire ulteriormente le proprie competenze strumentali e la tecnica dell’improvvisazione con lezioni individuali e di gruppo.
Il corso è riservato a giovani professionisti, semiprofessionisti o diplomati di Jazz che, dopo una rigorosa e complessa selezione, hanno dimostrato di essere in grado di seguire l’alto livello d’impostazione didattica contenuto nelle materie e nei programmi che dovranno affrontare.