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ROMA. L’intervento di banca Mps in banca Carige, ipotizzato dal governo, non piace alla Commissione europea, che ritiene prioritario Siena tenga fede al piano concordato con Bruxelles per avere il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale dello Stato da 5,4 miliardi. Lo hanno detto stamani all’agenzia Reuters due fonti che hanno seguito il dossier Mps nel 2017, quando lo Stato italiano è entrato nell’istituto senese con una quota del 68%. Non soloMps si è impegnata con l’Ue a non fare operazioni di M&A e deve restare focalizzata sulle dismissioni, ma un intervento in Carige sarebbe un aiuto di Stato, ha spiegato una delle due fonti all’agenzia Reuters. Per gli stessi analisti di Equita si tratta di uno scenario che “difficilmente troverebbe l’apprezzamento del mercato visto che aumenterebbe il rischio di esecuzione della ristrutturazione di Mps”.
Commissariata dalla Bce lo scorso 2 gennaio, Carige aveva annunciato un aumento di capitale da 400 milioni di euro anche per restituire un prestito da 320 milioni di euro da parte dello Schema volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ma l’operazione è stata bocciata dall’assemblea per l’astensione della famiglia Malacalza, primo azionista della banca ligure.
Secondo una delle fonti, l’ipotesi più percorribile sarebbe una grande operazione di mercato che coinvolga altre banche e riduca il numero degli istituti in Italia, sempre giudicato eccessivo. Una maxi fusione che, però, difficilmente metterà d’accordo gli azionisti delle varie banche coinvolte.