"Chissà perché a proporre l'attività di funzioni diverse dalle norme siano persone di provata esperienza politica"
SIENA. La democrazia ha un costo, questo è vero, e deve essere contenuto nei limiti che consentano lo svolgimento dei ruoli.
Tutte le Commissioni consigliari permamenti, nel rispetto delle proprie funzioni, devono considerare l’assunto di cui sopra ed evitare costi inopportuni come il proliferare di riunioni per essere punto d’ascolto per i cittadini: tutto ciò che va fuori dal perimetro delle regole rischia di alimentare caos e disservizi politico-organizzativo-amministrativi.
Risulta difficile comprendere la ratio che induce una Commissione consigliare permanente a svolgere funzioni diverse da quelle assegnatele dal Regolamento del Consiglio comunale.
I vari articoli regolamentari indicano bene le funzioni delle Commissioni che si riassumono in un supporto al Consiglio comunale “che, sotto la propria egida, stabilisce modalità e spese -appunto- per le indagini conoscitive e consultazioni”. La sola iniziativa può essere di approfondimento per il solo studio dei problemi di interesse generale e specifico della città.
Aspetti quindi non attinenti con campagne di ascolto dei cittadini, magari duplicando attività già in essere presso l’amministrazioe e gestiti da chi ne ha una competenza specifica.
Le Commissioni devono relazionare al Consiglio comunale circa l’andamento dei problemi specifici “solo se” riguardanti forme associative comunali negli organi dei quali figurano i rappresentanti del Comune e/o del Consiglio comunale.
“Le Commissioni quindi proporranno stimoli, indirizzi e controlli politico amministrativi, mediante gli atti di programmazione e pianificazione operativa e finanziaria”.
Le attività delle Commissioni sono anche guidate dagli articoli 17 e al 20 del Regolamento comunale, “e invitano alle proprie “sedute, a titolo consultivo, le rappresentanze […] di quelle forme associative comunali nei cui organi figurano rappresentanti del Comune e/o del Consiglio comunale. […] rappresentanti di Enti, Associazioni e cittadini la cui presenza può, comunque, essere di ausilio ai lavori delle Commissioni”.
Ogni altra funzione o invito diverso da quelle indicate nel Regolamento comunale è politicamente e organizzativamente non adatta. Chissà perché a proporre l’attività di funzioni diverse dalle norme, siano persone di provata esperienza politica.