Termoablazione endovasale con radiofrequenza introdotta all'ospedale di Abbadia San Salvatore
ABBADIA SAN SALVATORE. Termoablazione endovasale con radiofrequenza, è questo il nome della innovativa tecnica per il trattamento delle varici degli arti inferiori che gli specialisti in chirurgia vascolare venosa dell’UOSD Chirurgia Generale dell’Amiata Senese e Grossetana, diretta dal dottor Giampiero Mariottini, hanno da poco introdotto nel presidio ospedaliero di Abbadia San Salvatore.
“Si tratta di una procedura mininvasiva di ultima generazione con numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale come dimostrano le ricerche più aggiornate in tema di insufficienza venosa, un problema molto frequente, ma spesso trascurato – spiegano i chirurghi vascolari Filippo De Angelis e Ranieri Caldarone – La termoablazione in radiofrequenza prevede l’inserimento di un micro catetere attraverso una semplice puntura in anestesia locale nella vena safena della gamba, precedentemente mappata con un’analisi di ecocolordoppler. Una volta raggiunta la posizione pianificata, la sonda emette un’onda energetica (radiofrequenza) che provoca la chiusura della vena malata (ablazione) escludendola dalla circolazione. La tecnica è sicura e si avvale di metodiche ripetibili e non invasive. I vantaggi per i pazienti sono molteplici: il trattamento viene condotto in anestesia locale e si può associare a millimetriche incisioni alla coscia e gamba per rimuovere eventuali varici inestetiche. La mancanza di tagli chirurgici significa anche assenza di punti di sutura e di eventuali ematomi. Il paziente può muoversi immediatamente dopo il trattamento e può riprendere le normali attività quotidiane in un paio di giorni, riducendo drasticamente i tempi di recupero rispetto alla tecnica tradizionale di “stripping”, ovvero l’asportazione chirurgica dell’intera vena.
Può essere utilizzata su pazienti affetti da insufficienza venosa, senza limite d’età, purché la conformazione anatomica lo consenta. Spetta allo specialista in Chirurgia Vascolare Venosa valutare quali soggetti possono trarre maggior beneficio da questa procedura e per quali, invece, è più opportuno lo stripping tradizionale o altri tipi di trattamento. In generale, la termoablazione in radiofrequenza è una soluzione efficace, per niente intrusiva e dunque auspicabile, adatta anche a quei pazienti che non possono affrontare un intervento chirurgico tradizionale per altri tipi di complicanze correlate.
“Con l’introduzione di questa moderna metodica operatoria, la Chirurgia Generale dell’Amiata Senese e Grossetana – dichiara il dottor Mariottini – amplia nettamente la propria offerta terapeutica per il trattamento delle vene varicose degli arti, in linea con gli obiettivi della Sud Est di farne un centro di riferimento di Area Vasta per il trattamento delle varici degli arti, dando agli abitanti della zona Amiata la possibilità di curarsi in prossimità senza doversi recare a molti chilometri di distanza”.
“Sperimentare questi nuovi modelli clinici innovativi e tecnologie di ultima generazione, consente di offrire ai cittadini dell’Amiata, e non solo, servizi rapidi, efficaci, mini invasivi, percepiti in pieno nella loro qualità e sicurezza”, conclude Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est.