CHIUSDINO. Otto anni di scavi archeologici nel Castello di Miranduolo nel cuore del Comune di Chiusdino. E’ questo il tema al centro della conferenza, organizzata dall’amministrazione comunale, dalla Pro Loco e dalla biblioteca comunale, che si terrà sabato (5 settembre), alle ore 17 presso l’auditorium del polo culturale di Chiusdino. Marco Valenti e Alessandra Nardini del dipartimento di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Siena racconteranno i passaggi più importanti del progetto di scavo archeologico di Miranduolo, iniziati nel 2001. Interverranno all’iniziativa il sindaco di Chiusdino, Ivano Minocci; i responsabili degli enti organizzatori e gli studenti che hanno partecipato agli scavi.
“Il lavoro – ha detto il sindaco di Chiusdino, Ivano Minocci – che ha portato alla luce il Castello è stato molto accurato e minuzioso e questo grazie alla professionalità e all’impegno della nostra Università. Grazie al professor Valenti, alla dottoressa Nardini, ai collaboratori, agli studenti e all’amministrazione uscente è venuto alla luce un ulteriore gioiello storico del nostro territorio che conferma l’importanza economica della nostra Valle e che vogliamo rendere fruibile ai nostri visitatori. Come amministratori – ha concluso Minocci – ci impegniamo a sostenere il completamento dei lavori a Miranduolo e l’inizio di quelli che riporteranno alla luce l’Abbazia di Serena”.
Il progetto Miranduolo è nato alla fine degli anni ‘90 quando, con la redazione della Carta Archeologica della Provincia di Siena, fu sottoposto a ricognizione il territorio comunale di Chiusdino. Il censimento della risorsa archeologica aveva infatti portato all’individuazione di alcuni contesti medievali molto importanti come i castelli di Serena e di Miranduolo. Nel 2001 hanno preso avvio gli scavi su Miranduolo che interessano oltre il 50% della collina e che dimostrano come l’insediamento abbia avuto inizio almeno quattro secoli prima dell’attestazione archivistica originaria dell'anno 1004, rientrando a pieno titolo nella modellizzazione elaborata per la Toscana che vede i castelli rappresentare siti di successo, impiantati su nuclei di popolamento già ampiamente consolidati dall’alto Medioevo e in particolare diventare aziende curtensi nell’età carolingia.