Le soluzioni vanno trovate. Come le responsabilità...
SIENA. La notizia è di quelle semplici: i lupi hanno aggredito le pecore di Sanna Antonio e ne hanno uccise settanta, più ferite circa venticinque che saranno abbattute dall’asl di Siena. Qualcuno dirà: e allora? I lupi ci sono e dovranno pur mangiare.
Bene, anche questo è vero, ma siamo davvero certi che i lupi devono stare in questi territori? Qui non siamo in montagna, dove quest’animale ha vissuto anche quando esistevano i lupari, qui siamo in un territorio nel quale la pastorizia rappresenta una fonte di reddito importante sia per i pastori sia per il commercio.
La difesa attuata da parte dei pastori è di quelle che non risolvono il problema, cani da pastore di tipo maremmano, che costano tanto e raramente risolvono il problema, oppure pastori del Caucaso, grossi animali ancora più costosi e anche molto pericolosi, oppure recinzioni di grandi aree di pascoli, oppure invece la sostituzione di pecore sarde, con quelle francesi.
Che cosa possiamo dire in merito, i pastori ci provano, sono fortemente impegnati ad affrontare tale problema, ma da soli non ce la faranno mai. Dove sono le istituzioni, dove sono le associazioni, dov’è la Regione Toscana, tutti si limitano allo scaricabarile, la colpa non è mia, non è nostra, gli altri dovrebbero… e nel frattempo le pecore vengono uccise dai lupi, le colture agricole massacrate dagli ungulati, e questi animali continuano a essere protetti e tutelati.
Pensiamoci un attimo, cosa accadrebbe in una provincia come quella di Siena se un giorno dovessimo fare i conti con un territorio interamente abbandonato, niente allevamenti, niente agricoltura eccetera? Avremmo l’inevitabile crescita dell’incolto, avremmo una maggiore quantità d’incendi, avremmo più frane, più alluvioni, insomma, un vero e proprio disastro.
In ogni caso ci spertichiamo tutti quanti ogni giorno quando si perdono alcuni posti di lavoro, giustamente, ma perché non facciamo la stessa cosa verso il lavoro in proprio? Pensiamo forse che chi si alza ogni mattina alle quattro, che lavora tutto il giorno, tutti i giorni dell’anno senza alcuna interruzione, abbia forse meno diritti di chi lavora in una fabbrica?
Che cosa dovremmo o potremmo fare? Prima di tutto è indispensabile che il territorio sia totalmente ripulito di tutti i cani selvatici, come? Chiedendogli bonariamente di andarsene? Penso non ci ascolterebbero e allora senza tante delicatezze intervenire con l’uso del mezzo più semplice e meno costoso, il fucile. Fatto questo come intervenire sui lupi? Prima cosa il danno deve essere interamente ripagato e immediatamente, li vogliamo? Vogliamo i lupi? Non vogliamo far nulla per toglierli di mezzo? Allora rendiamoci conto che dobbiamo pagare per intero i danni che provocano.
La risposta a questa richiesta è semplice non bastano le risorse, e allora vediamo come hanno affrontato la cosa gli altri paesi, in Francia, ad esempio, hanno stabilito un numero da abbattere, in più hanno stabilito una norma che potrebbe tranquillamente essere usata anche da noi, l’allevatore può intervenire in occasione della predazione, anche abbattendo l’animale. Mi pare giusto, ognuno deve avere il sacrosanto diritto di difendere il frutto del proprio lavoro.
Massimo Mori