SINALUNGA. Da Mattia Savelli, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, riceviamo e pubblichiamo.
“L’arresto del richiedente asilo ghanese per spaccio a Sinalunga è l’ennesima dimostrazione di come stiano fallendo le politiche di accoglienza.
La cronaca di questi giorni ci racconta di un richiedente asilo, ospitato a Sinalunga, arrestato con 400 grammi di droga. Tale vicenda è l’ennesima dimostrazione di come il buonismo e le politiche scellerate dell’accoglienza indiscriminata stiano fallendo miseramente. L’uomo arrestato ha una casa garantita, pasti e assistenza medica e intanto spaccia.
C’è da chiedersi: perché stiamo ospitando un uomo in età lavorativa proveniente dal Ghana (Stato che non è in guerra)? Giusto qualche mese fa un’inchiesta de L’Espresso, che non è certamente un giornale allineato su posizioni identitarie e anti-immigrazione, titolava: “Pace, democrazia, un’economia che cresce in fretta e la maggioranza cristiana che convive fianco a fianco con la minoranza islamica e con quella animista.” Lo spacciatore quindi fugge da una Nazione democratica e con un’economia in espansione per venire in Italia a fare lo spacciatore per qualche sfruttatore nostrano. Mi sembra tutto molto assurdo.
Questa, che nella sua gravità, è una piccola vicenda quanto è costata in termini economici e di sicurezza? Molto. I costi per la gestione di queste strutture, che come ci dimostra la vicenda in questione spesso ospitano chi non ne ha diritto, ricadono su tutti noi. Come se non bastasse le forze dell’ordine devono impegnare i loro uomini, oltre che per la criminalità nostrana, anche per il controllo di queste persone sottraendo così energie al pattugliamento del nostro territorio e quindi alla sicurezza di tutti.
Per la questione specifica mi auguro che il richiedente asilo sia rimpatriato quanto prima e che vengano anche arrestati coloro che lo sfruttavano per spacciare. Inoltre credo che sia il momento di invertire nettamente la rotta, chi non ha diritto di stare in Italia deve esser riaccompagnato dallo stato di provenienze e come ha proposto Giorgia Meloni è il momento di istituire il blocco navale a largo delle coste libiche”.