Con un video l'Associazione conferma la condanna dell'operato
SIENA. Il WWF Siena risponde al Consorzio di Bonifica Toscana Sud in riferimento alla moria di pesci e alla distruzione della vegetazione nel torrente Sorra avvenuta qualche giorno fa. Dopo che la nostra Associazione aveva denunciato con un comunicato stampa il pesante intervento sul Sorra, in una nota stampa il Consorzio di Bonifica Toscana Sud negava le proprie responsabilità sulla moria di pesci e, interpretando in modo discutibile un comunicato ARPAT, la attribuiva ad un precedente taglio di un noceto privato. Il Consorzio invitava poi “gli esponenti del WWF a controllare di persona la situazione prima di lanciare accuse pesanti e ingiustificate”. Il Corriere di Siena si affrettava addirittura a intitolare l’articolo con “L’ARPAT bacchetta il WWF”.
Il WWF Siena rigetta le provocazioni del Consorzio di Bonifica, ribadisce quanto asserito nel comunicato dello scorso 31 luglio e attende con fiducia gli esiti degli accertamenti in corso da parte della Polizia Provinciale.
A conferma di quanto denunciato, si sottolinea che l’ARPAT nei propri comunicati informa molto chiaramente che le analisi effettuate “hanno accertato una carenza di ossigeno disciolto, fino a valori di anossia, attribuibile con ogni probabilità ai processi di degradazione biologica della vegetazione rimossa e presente in alveo, condizioni che, insieme alla scarsità di acqua presente nel torrente, hanno sicuramente contribuito all’evento di moria della fauna ittica.”
Come hanno potuto constatare di persona gli attivisti WWF, la vegetazione “rimossa e presente in alveo” è quella riparia e non quella del noceto, come anche decisamente confermato dal signor Massimo Cappelli a nome dell’azienda agricola chiamata in causa dal Consorzio. Quanto verificato dai sopralluoghi WWF è anche testimoniato da un video visibile sul sito www.wwfsiena.it e all’indirizzo https://youtu.be/vYqwTv5U0fs .
Secondo il WWF Siena, se l’ARPAT bacchetta qualcuno, questo è proprio il Consorzio di Bonifica, che irresponsabilmente cerca di scaricare su altri le proprie malefatte. Ancora una volta, non si capisce come un ente che dovrebbe tutelare i corsi d’acqua dimostri così scarsa competenza e spregio per l’ambiente, continuando a trattarli come fossetti di scolo, distruggendo habitat ed ecosistemi, impoverendo in tal modo il patrimonio pubblico di flora e fauna. E’ tempo che la Regione Toscana intervenga per proteggere il territorio ed esercitarne la fattiva tutela, come suo preciso compito istituzionale.