Saccardi e Scaramelli concordi sulla necessità di introdurre una norma già pronta da approvare
FIRENZE. Con il Milleproroghe estivo il Governo ha deciso di rinviare di un anno, al 2019-2020, l’obbligo di presentare i certificati vaccinali così come era stato previsto dalla legge Lorenzin per i bambini da zero a sei anni.
“Come medici ed esperti hanno già sottolineato, si tratta di una pessima idea – commenta l’assessore Stefania Saccardi -. I vaccini, grazie al cosiddetto ‘effetto gregge’, non difendono solo le persone a cui vengono somministrati ma anche gli altri, i neonati e gli immunodepressi, ad esempio, che vaccinati non possono essere. Perché ciò accada occorre però raggiungere una certa soglia, il 95 per cento di copertura, compresi i richiami. Ed è necessario che l’obbligo permanga anche nelle regioni dove la copertura è già stata raggiunta, perché viviamo in un mondo globale dove la gente si sposta”.
Oggi sono dieci i vaccini obbligatori. “Spero – aggiunge – che non si faccia un passo indietro anche su questo”.
Ma se il governo decidesse di andare avanti la Toscana è pronta a portare in approvazione la legge a cui già stava lavorando prima dell’entrata in vigore della legge Lorenzin. Lo spiega Stefano Scaramelli, presidente della Commissione sanità in Consiglio regionale. La Regione aveva infatti già promosso una legge per introdurre l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a scuola. Con la norma nazionale quella legge diventava superflua e non se n’era fatto più nulla. Le norme avrebbero però bisogno ora solo dell’ultimo passaggio in aula consiliare per diventare legge.
“In Toscana – sottolinea Scaramelli – l’evoluzione della discussione sul merito dell’obbligo dell’introduzione delle vaccinazioni nelle scuole aveva seguito un processo di partecipazione e condivisione tale da ipotizzare l’obbligatorietà, ai fini dell’iscrizione ai nidi e alle materne, di quei vaccini che la normativa nazionale declinava come obbligatori. L’evoluzione del quadro normativo nazionale e la richiesta avanzata proprio dalla nostra Regione di superare la dicotomia tra vaccini obbligatori e raccomandati ci consente oggi, nell’ambito delle nostre facoltà legislative, di poter ipotizzare la correlazione tra la loro obbligatorietà e l’iscrizione quanto meno ai servizi nido e materne, ambiti formativi non obbligatori nei quali la Regione ha piena competenza”. “La sfida che abbiamo di fronte -prosegue il consigliere regionale – è evidentemente culturale prima ancora che legislativa o politica”.
Nel 2015 in Italia si era registrato un drastico calo della copertura vaccinale, scesa pericolosamente sotto la soglia minima di efficacia sociale. Per il morbillo, ad esempio, si contavano pochi comuni in tutta la penisola con una copertura sufficiente. “Per questo – ricorda Saccardi – lo Stato ha scelto di introdurre l’obbligo vaccinale, esattamente come molti anni prima era stato fatto per le cinture di sicurezza in auto, il cui obbligo ha ridotto i morti in incidenti stradali, con il casco che ha salvato molte vite o con il salvavita in casa che scatta al primo accenno di corto circuito. La scelta ora del governo e del parlamento – prosegue Saccardi – è ancora più irresponsabile perché col rinvio si nullifica una legge che già aveva prodotto effetti positivi nell’alzare i livelli di copertura della popolazione. Si tratta di un atto che mette in pericolo i più piccoli e soprattutto coloro che non possono vaccinarsi” rincara l’assessore. “La politica – conclude – è responsabilità, la politica è prendere decisioni per il bene di tutti. La politica non deve mettere in dubbio la scienza. In Toscana manterremo l’obbligo perché ha prodotto risultati positivi sulle coperture vaccinali e questo è un dato oggettivo”.
“Il senso di responsabilità verso i nostri figli – ribadisce Scaramelli – deve unirsi alla capacità di assumersi responsabilità”.