Media promozione per i bianconeri nel girone di ritorno
SIENA. Ultima partita di stagione, ultima vittoria per Siena, che nel girone di ritorno ha dimostrato di avere una vera e propria media promozione, avendo vinto 8 delle 9 partite nella seconda parte di stagione.
Una partita dominata in lungo ed in largo dai bianconeri, ma che rimarrà agli annali per le continue proteste della panchina dei Lancers contro la squadra senese e l’arbitro Guidelli, proteste culminate in un finale a dir poco antisportivo ed inconcepibile.
Al 1’ inning il predominio bianconero era già evidente: 4 punti segnati in attacco, mentre in difesa ci pensava Miguel Sacchi, lanciatore partente senese, a chiudere le saracinesche agli avversari, aiutato da una difesa solida.
Al 3’ i bianconeri erano già sul 10 a 0 e qui iniziavano le prime proteste dei padroni di casa, prima per una rubata in seconda base di un bianconero e poi per un tentativo di smorzata di Deury Rodriguez (assolutamente non chiesto dallo staff tecnico). E’ la legge italiana delle regole non scritte del baseball, quelle regole che in Italia chi perde di molto pretende che siano rispettate, ma che in tutto il mondo, anche in Giappone, come ha ricordato a fine gara il bianconero Kamachi, non esistono perché nel baseball, soprattutto quello di serie C (ed il Perugia contro il Siena ne dovrebbe sapere qualcosa, visto che alla settima di ritorno, all’Antonio Scialoja, la squadra umbra è passata dal vincere 10 ad 1 ad una sconfitta per 13 a 14…), “non è finita finché non è finita”.
Le proteste del coach dei Lancers Manuli e gli urli nei confronti del manager senese Giusti (in quel momento coach di terza base) sono costate l’espulsione del tecnico della squadra di casa dal campo.
Poco più tardi l’arbitro capo Guidelli chiamava out Polanco per un’infield fly (una regola utilizzata quando, in una situazione di 1ª e 2ª base o 1ª, 2ª e 3ª base occupate da corridori e con meno di due eliminati, il battitore batte una palla spiovente, una volata, che l’arbitro giudica di facile presa da parte di un difensore interno; per evitare condotte antisportive, in particolare la possibilità da parte degli interni di far cadere facili palle spioventi battute in campo interno, il battitore viene chiamato automaticamente eliminato)… all’esterno centro (!), attirando (giustamente, in questo caso) l’ira della squadra di casa.
Mentre il Siena continuava a macinare punti – con Bonilla (un triplo al 5’), Jeisis German (un doppio), Osti (tre valide) ed il mancino Modesti (due valide) sugli scudi – la squadra dei Lancers segnava due punti della bandiera, uno su Sacchi (non guadagnato) ed uno sul rilievo Osti, salito in pedana per chiudere la partita al 5′.
Al 6’ attacco senese il “fattaccio”: Otanez arrivava in prima, poi raggiungeva, di propria iniziativa, la seconda su rubata. La panchina dei Lancers chiedeva tempo per invitare il proprio lanciatore a “tirare addosso” al successivo battitore senese (Sacchi). A quel punto il diciottenne lanciatore senese, per preservarsi da eventuali infortuni, decideva di entrare nel box del battitore mancino. Di tutta risposta, l’interbase dei Lancers, Acciai, si “infortunava” da sé tra un lancio e l’altro. Cambi esauriti e partita finita: sarà 9 a 0 a tavolino per il Siena, che comunque stava conducendo 16 a 2.
Non è finita qui. I Lancers si sono rifiutati di partecipare al saluto finale, il “terzo tempo” del baseball ed in più, mentre i bianconeri stavano festeggiando la vittoria, si è improvvisamente acceso, caso strano l’unico in tutto l’impianto, l’irrigatore a scomparsa proprio davanti alla panchina dei senesi, che hanno dimostrato comunque di essere dei signori, andando a fare “il bagno” nel getto d’acqua.
“È difficile gestire un gruppo eterogeneo di persone. È difficile gestire l’esuberanza nel gioco di chi non sa le regole non scritte nel baseball italiano perché ha sempre giocato al baseball al massimo. Mi dispiace che in Italia si usino ancora alibi, come le regole non scritte, per chiedere di tirare il freno a mano.Poi non lamentiamoci se i nostri non hanno personalità. Lo ritengo più disonorevole e infamante che giocare al massimo. Salvo poi minacciare di colpirti il lanciatore e chiederlo ad un allievo contro un diciottenne. Io ho imparato dagli americani che l’onore più grande è giocare sempre al massimo. Perché nel baseball non è mai finita. Soprattutto con solo due lanciatori nel bullpen, di cui uno a mezzo servizio. Detto questo abbiamo cazziato a dovere i nostri dovendogli spiegare come è il baseball all’italiana. Ma non fare il saluto è ancora più diseducativo”, è stato il commento del coach Marco Mignola.
Sulla pagina Facebook dei Lancers la versione della squadra di casa: “Per gli avversari una vittoria che da sicuramente “prestigio”, una vittoria maturata grazie a rubate e smorzate quando il risultato era oramai blindato. I nostri ragazzi hanno visto, e subito, questo atteggiamento. Ogni tanto, forse, è utile anche vedere cosa non si fa su un campo da gioco per crescere come persone e come atleti”.
Dopo la partita la squadra si è fermata al ristorante Caraibico a Firenze per festeggiare l’ennesima vittoria.
Estra Chianti Banca B.C. Siena – Lancers Lastra a Signa 16 -2 al 6’
Siena: Polanco 8; Kamachi 4; Querci 2; German de Jesus 7-3; Osti 6-1; Rodriguez Deury 5; Modesti 9 (dal 6’ Mignola ph); Bonilla Castro 3 (dal 4’ Otanez Berroa 7); Sacchi 1-6.