La parlamentare democratica è intervenuta oggi a Roma alla presentazione del quarto rapporto "Agromafie e caporalato"
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SIENA. “La legge sul caporalato è un grande passo avanti che, come dimostra il quarto rapporto della Cgil su agromafie e caporalato presentato oggi a Roma, hapermesso un aumento consistente delle indagini, svelando come il tema non riguarda più solo il Sud e alcune campagne, ma tutto il Paese, a partire dalla nostra Toscana a cui il rapporto dedica un intero capitolo, approfondendo il caso di Siena e Grosseto”. Con queste parole Susanna Cenni, vice presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, è intervenuta oggi alla presentazione del quarto rapporto della Cgil su “Agromafie e caporalato”.
“La legge sul caporalato, che abbiamo fatto e approvato durante la scorsa legislatura, non si tocca, perché ha contribuito a chiudere una stagione che vedeva affermarsi, nei confronti dei reati gravi, depenalizzazioni e la logica della sanzione più che della pena – ha ricordato Cenni – Il rapporto della Cgil, inoltre, dimostra come la norma ha portato a risultati importanti, a partire dalle numerose confische e operazioni di polizia, che hanno permesso di recidere il legame tra criminalità organizzata e lavoro della terra, garantendo il rispetto di un modello agricolo di qualità, che difende le nostre eccellenze, tutelando i diritti di chi lavora in agricoltura, contro lo sfruttamento nei campi.”.
“Il nostro dovere è andare avanti e garantire la piena applicabilità ed efficacia della legge – ha concluso Susanna Cenni- perché solo coì possiamo difendere la nostra agricoltura e i tanti imprenditori agricoli che ogni giorno fanno il loro mestiere, ma anche tutelare prezzi e salari, investendo sulla qualità. Continueremo a vigilare e a monitorare i risultati Proprio per questo, come Pd, abbiamo chiesto alle commissioni agricoltura e lavoro della Camera di aprire un’indagine conoscitiva sull’applicazione legge sul caporalato. È necessario, infine, che il tema delle filiere trasparenti e della qualità del lavoro debbano entrare a pieno titolo nelle misure della futura Pac e dello sviluppo rurale”.