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SIENA. Il sistema cooperativo senese potrà assorbire nel 2010 molti dei posti di lavoro persi negli ultimi mesi di crisi dall’economia locale. E’ quanto è emerso durante l’ultima riunione di Confcooperative Siena, che è stato il momento per fare il bilancio di fine anno, oltre che per lo scambio degli auguri natalizi fra i soci, con la messa celebrata da monsignor Antonio Buoncristiani.
"Il comparto dell’economia cooperativa – sottolinea il presidente di Confcooperative Siena, Martino Bardotti – anche se colpito dalla crisi che non ha risparmiato nessuno, ha registrato una generale tenuta; ha resistito cioè meglio di altri settori, alle tempeste che hanno sconvolto l’economia locale e internazionale. Va tenuto presente – aggiunge – che il pericolo non è ancora eliminato perché alcune difficoltà potrebbero palesarsi in seguito. Possiamo, comunque, constatare che nella nostra provincia il settore cooperativo, non solo ha generalmente tenuto, ma ha segnato, in palese controtendenza, un incremento pur modesto dell’occupazione" E nel 2009 fra le cooperative della provincia di Siena non è stato fatto ricorso alla cassa integrazione.
Le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Siena (così come quelle di Legacoop) hanno positivamente risposto all’appello delle istituzioni e, con l’intervento decisivo della Fondazione MPS, "tanno realizzando progetti di sviluppo che saranno in grado – spiega il presidente Bardotti -, una volta conclusi (è ipotizzabile nel 2010), di recuperare molti dei posti di lavoro perduti negli altri comparti dell’economia senese. Questa è la più eloquente conferma del riconoscimento della formula d’impresa cooperativa tra le opportunità per contrastare la crisi e concorrere alla ripresa dello sviluppo"
Le due priorità, infatti, che la rete delle imprese cooperative si propone di raggiungere sono la crescita dimensionale e la formazione.
"Per ottenere questi risultati – sottolinea il direttore di Confcooperative Siena, Mario Marchi – è importante concentrare gli sforzi per incrementare la patrimonializzazione ed eliminare, o, almeno ridurre, i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione".
Da segnalare – secondo quanto è emerso nell’assemblea di Confcooperative – l’incremento patrimoniale e la crescita della produzione, fenomeni registrati soprattutto nelle imprese dove più intensa si presenta la partecipazione dei soci alla gestione aziendale.
"Occorre quindi mettere a punto una sorta di “ascensore imprenditoriale” – afferma il direttore Marchi – creare cioè le condizioni idonee a favorire la crescita. Servono strumenti, sia a livello nazionale che a livello locale, in grado di permettere alle imprese di aumentare il loro capitale sociale, favorire le aggregazioni, la nascita di consorzi e rafforzare il capitale".
Inoltre per la Confcooperative senese è necessario riequilibrare il rapporto tra economia e finanza, valorizzare il localismo economico e, infine, affermare con vigore la necessità di un sano pluralismo economico.
"Le imprese cooperative sono pronte a raccogliere questa sfida – conclude il presidente Martino Bardotti – perché, come altre piccole-medie imprese che operano in altri settori (industria, artigianato, agricoltura, commercio) hanno nel proprio dna, la capacità di non separare efficienza e solidarietà. Un utile in meno, un occupato in più".