Augusto Mattioli intervista il sindaco uscente. "Qualsiasi nostalgia del passato è, oltre che distante dalla realtà, oltremodo dannosa per la città. È necessario guardare avanti"
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di Augusto Mattioli
L’area che in qualche modo fa riferimento al Pd va divisa alle amministrative senesi. C’è il Pd con un suo candidato, c’è Pinciani di Confronti che va da solo e ha rotto con il Pd, c’è Chiti che comunque sembra orientato verso il centro sinistra. Dunque tutti contro Valentini. C’è il rischio che il sindaco uscente non vada al ballottaggio?
In tutto il Paese il centrosinistra si è frammentato ed il PD ha dato un’immagine di partito diviso. A Siena ed in Italia, la ricostruzione di un forte progetto unitario, dentro e fuori il PD, è una esigenza vitale. A Siena ha pesato la prolungata incertezza nel PD, ma alla fine in alcuni ha prevalso la voglia di visibilità e il tentativo di essere determinanti anche con un piccolo pacchetto di voti. Pinciani fece una conferenza stampa per chiedere le mie dimissioni da sindaco ed aveva annunciato da tempo che non mi avrebbe mai sostenuto, al di fuori di ogni regola e cultura di partito, sostanzialmente perché non ero abbastanza “inclusivo”. Chiunque considera il PD come un autobus che ferma a tutte le poltrone dove si può sedere, sbaglia di grosso. Sono convinto che ci sarà un consenso importante che premierà me, la mia coerenza, la mia affidabilità e le liste che mi appoggiano. Oltre al PD c’è infatti la lista “in Campo Valentini Sindaco”, che sarà la vera sorpresa di questa tornata elettorale: una lista nuova, civica e fresca costruita con generosità da donne e uomini che amano Siena e si sono messi in gioco con competenza e passione. La Siena che abbiamo in mente è una città orgogliosa, libera e solidale, per questo il nostro motto è “Viva Siena!”. Trovo ogni giorno persone che mi dicono che pur essendo di altro orientamento politico, si fidano di me apprezzando anche la mia indipendenza, la mia onestà e il mio coraggio. Arriverò primo al ballottaggio, anche se con la mancanza della lista 5 Stelle potrebbe addirittura configurarsi uno scenario inedito con vittoria immediata. In caso di ballottaggio, invece, guarderemo solo a chi a cuore l’interesse collettivo della città, a chi ha programmi compatibili con il nostro, escludendo chi propugna valori reazionari oppure chi si porta dietro una scia di odio e di ritorsioni. La città ha bisogno di serenità e di guardare avanti. Siena non si ferma.
Quali sono gli errori fatti dal Pd negli anni che hanno portato alla crisi della Banca e alla quasi sparizione della Fondazione?
Questo è un dibattito che il PD ha già affrontato con realismo e schiettezza, quella stagione terribile contaminò maggioranza e minoranze, tutti seduti al tavolo del potere, chi in poltrona chi su uno strapuntino. Oggi quella classe politica nel PD non c’è più e paradossalmente, ma non tanto, si trova negli altri schieramenti. Il PD adesso è depurato dalle scorie di quel periodo, che invece si riposizionano negli oppositori di oggi. A cominciare da chi guidava la città in quell’epoca, durante la contaminazione con la Banca del Salento e la privatizzazione del Monte dei Paschi. Ma anche dentro e dietro le altre liste avversarie fa capolino la Siena di mezzo, quel ceto trasversale trasformista abituato a galleggiare con ogni mare. Ricordiamoci sempre che la sciagurata operazione Antonveneta fu benedetta da tutta Italia, stampa, Consob, Banca d’Italia e Governo compresi, come ha dimostrato la Commissione di inchiesta parlamentare conclusa da poco. Del resto il primo presidente di Antonveneta dopo l’acquisizione senese fu scelto da Berlusconi in persona. Inoltre, nel 2011 il Consiglio Comunale ratificò con un voto quasi unanime di maggioranza ed opposizioni l’avvenuto indebitamento irresponsabile della Fondazione MPS. Per inciso, io non ho mai ricevuto un incarico durante l’età dell’oro e, da sindaco di Siena, mai un incarico retribuito. Per molti altri non è così. Siena ora è libera e conosce una fase completamente nuova, ripartendo dopo la crisi grazie agli sforzi di questi anni. Qualsiasi nostalgia del passato è, oltre che distante dalla realtà, oltremodo dannosa per la città. È necessario guardare avanti, con fiducia, responsabilità e senso di comunità.
Quale dovrà essere il ruolo della Fondazione? Ancora un bancomat?
La Fondazione MPS ha mantenuto una notevole consistenza patrimoniale grazie alla decisione di Antonella Mansi, sostenuta a spada tratta da me e dall’allora presidente della Provincia Simone Bezzini, di non cedere alla proposta di Profumo di scadenzare l’aumento di capitale senza che la Fondazione potesse salvarsi. Fu uno scontro aspro ed in Consiglio Comunale la minoranza mi accusò di difendere la Fondazione contro gli interessi della Banca. Rivelo adesso che fui interrogato per verificare l’attendibilità delle mie dichiarazioni relative alla concreta possibilità che le azioni MPS valessero più della quotazione di Borsa, cosa che avrebbe consentito alla Fondazione di vendere le proprie azioni ad un prezzo superiore all’indebitamento, salvando almeno una parte di patrimonio. Così infatti accadde e la Fondazione portò a casa un controvalore che, seppur decurtato dalle successive partecipazioni agli aumenti di capitale di Banca MPS, vale circa 450ml di patrimonio, in gran parte investito in attività finanziarie da cui si auspica derivi un rendimento sufficiente ad assicurare erogazioni in futuro. Che, secondo me, devono avere una priorità su tutto, il sostegno allo sviluppo e la creazione di lavoro, con un legame diretto con la città ed il suo territorio.
Qual è il risultato della sua amministrazione che più lo conforta?
Grazie all’aiuto del PD e delle altre forze di maggioranza, abbiamo fatto un mezzo miracolo a salvare il bilancio dall’indebitamento irresponsabile della “Siena da bere”, senza toccare i servizi e senza aumentare tasse e tributi. Risultato che è stato addirittura immortalato in una tesi di laurea di uno studente della Luiss che ha descritto il caso di Siena come un’eccezione virtuosa in tutta Italia. Qualcuno si ostina a definirlo come un traguardo contabile, ma nel risanamento del bilancio c’è tutto quello che serve per il benessere delle famiglie senesi, dalla diminuzione del carico fiscale, alla promozione turistica e culturale, alla protezione sociale, alle opere pubbliche ed alla manutenzione di strade e marciapiedi, ecc. Dopo anni di paralisi degli investimenti, da metà 2016 abbiamo ricominciato a progettare ed a realizzare ed i risultati si vedono, anche se ci vorrà tempo per tornare alla normalità, a cominciare dalla asfaltatura delle strade. Ma adesso questo obiettivo è possibile, in molte altre città d’Italia non è così e si devono tagliare i servizi e la manutenzione per sopravvivere.
Se verrà confermato sindaco su quali punti insisterà la sua amministrazione?
Per risanare il bilancio abbiamo impiegato quasi tre anni, condizione indispensabile per poter ripartire, dopo i quali siamo andati di corsa cercando di recuperare il tempo perduto, mettendo in cantiere lavori pubblici, opere, iniziative a ritmi quasi frenetici. Vorrei continuare su questa strada anche perché abbiamo tanti progetti pronti nel cassetto. Le priorità sono: creare lavoro, migliorare la sicurezza, ridurre tasse e tariffe, investire in cultura, semplificare riducendo la burocrazia. Il tasso di occupazione in provincia di Siena è fra i più alti d’Italia e della Toscana, ma il tasto dolente è la creazione di nuova occupazione, in particolare giovanile e per chi il lavoro lo ha perso. Stanzieremo un milione e mezzo di euro all’anno per dare lavoro a cento persone, soprattutto attraverso le cooperative, per la manutenzione ed il decoro della città e altri lavori socialmente utili. Sulla sicurezza urbana, siamo stati la prima Amministrazione a installare la videosorveglianza e la stiamo estendendo, con modalità concertate con le Forze dell’Ordine ed ascoltando i cittadini. Faremo assunzioni (sono già in corso i concorsi) nella Polizia Municipale, per ripristinare il Vigile di Quartiere ed insisteremo sul coordinamento con le Forze di Polizia per attività di monitoraggio e pattugliamento sul territorio. I dati più recenti forniti dal Prefetto indicano che il numero di reati commessi è in diminuzione ed è il più basso della Toscana (insieme ad Arezzo) ma li consideriamo solo come un dato di partenza perché la gente non è tranquilla. L’alleggerimento fiscale è già cominciato con la restituzione di 400mila euro sui bollini ZTL ed ARU e con l’introduzione di ulteriori agevolazioni sui consumi idrici e sulla bolletta rifiuti. Infine, potenzieremo gli investimenti in cultura, dal Santa Maria della Scala (dove apriremo il primo centro congressi di Siena) al Museo Civico (che verrà reso ancora più attraente ed innovativo), al Polo Musicale con Chigiana, Siena Jazz ed Istituto Franci, all’arricchimento della stagione del teatro, della musica, della danza, del cinema. Siena sempre più città delle opportunità.
Il fatto di avere nove candidati sindaci indica una debolezza della politica della città? Secondo lei c’è una classe dirigente all’altezza dei problemi di Siena e del suo territorio?
La debolezza non è di Siena ma della politica e genera disaffezione, come si vede dal calo di votanti, con l’ultimo esempio di Udine dove al ballottaggio ha votato meno del 50% degli aventi diritto. Se mi guardo intorno effettivamente vedo un deficit di classe dirigente e molti senesi la pensano come me sulla insufficiente affidabilità e competenza della maggior parte dei miei competitori. Non si diventa buoni amministratori pubblici solo perché in possesso di una bella parlantina o svolgendo con diligenza la propria professione. Per quanto il consenso del PD si sia ristretto, da questo mondo provengono tante donne ed uomini che hanno fatto grande questa città e questo territorio.
Nel caso quasi certo di ballottaggio con quali liste potrebbe trovare un accordo?
Nel mio caso c’è un esempio concreto. Nel 2013 non cercai apparentamenti con nessuno e quindi ho già dimostrato di non farmi condizionare dall’ansia di stringere accordi con gli altri. Dato che l’eventuale ballottaggio sarà fra me ed un altro candidato sindaco, senza più la spinta delle singole liste e dei consiglieri, gli elettori dovranno scegliere fra la conferma del sindaco Bruno Valentini rispetto ad un altra persona, indipendentemente dalle liste collegate. Sarà uno scontro “uno contro uno”, con molti voti in libera uscita. Naturalmente, però, conterà anche il progetto politico e la visione della città e nonostante la durezza della contesa elettorale, ci sono affinità con altre liste. Faccio un esempio, se si vuole evitare che Alessandra Mussolini torni a passeggiare per la città a braccetto col prossimo sindaco, non dovrebbero esserci dubbi su quali alleanze escludere al secondo turno.