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SIENA. I documenti presentati dalla Banca Monte dei Paschi all'Antitrust sul ritardo nella cessione degli sportelli vanno nella direzione di una soluzione positiva e domani potrebbe esserci una "piccola proroga" sul termine di cessione.
Inoltre, l’istituto sarebbe vicino alla cessione di un 22 sportelli a Banca Carige. Come controvalore, Carige dovrebbe pagare circa 130 milioni di euro. Domani il CdA della Banca si riunirà e, tra gli altri punti all'ordine del giorno, ci sarà proprio la valutazione dell'offerta di Carige.
Antonio Catricalà, garante per la concorrenza ha detto, a margine di un convegno: "Siamo in dirittura di arrivo. Domani si riunisce il collegio. Dovremo decidere se aprire o meno la procedura di inottemperanza. Tutti i documenti presentati vanno in direzione di una soluzione positiva. Potremmo decidere che c'è bisogno di una piccola proroga tecnica", ha aggiunto.
L'Antitrust potrebbe accettare impegni di Mps anche su un numero diverso di sportelli ceduti rispetto a quelli concordati, purché venga rispettata "la quota di mercato a livello provinciale".
La Banca senese si era impegnata, al momento di rilevare Antonveneta, a vendere 135 sportelli, ma di questi solo 125 erano vincolati alle indicazioni di dismissione dell'Antitrust. La cessione degli altri 10 era la conseguenza, invece, del piano industriale.
Inoltre, l’istituto sarebbe vicino alla cessione di un 22 sportelli a Banca Carige. Come controvalore, Carige dovrebbe pagare circa 130 milioni di euro. Domani il CdA della Banca si riunirà e, tra gli altri punti all'ordine del giorno, ci sarà proprio la valutazione dell'offerta di Carige.
Antonio Catricalà, garante per la concorrenza ha detto, a margine di un convegno: "Siamo in dirittura di arrivo. Domani si riunisce il collegio. Dovremo decidere se aprire o meno la procedura di inottemperanza. Tutti i documenti presentati vanno in direzione di una soluzione positiva. Potremmo decidere che c'è bisogno di una piccola proroga tecnica", ha aggiunto.
L'Antitrust potrebbe accettare impegni di Mps anche su un numero diverso di sportelli ceduti rispetto a quelli concordati, purché venga rispettata "la quota di mercato a livello provinciale".
La Banca senese si era impegnata, al momento di rilevare Antonveneta, a vendere 135 sportelli, ma di questi solo 125 erano vincolati alle indicazioni di dismissione dell'Antitrust. La cessione degli altri 10 era la conseguenza, invece, del piano industriale.