SIENA. Da Giorgio Finucci, In campo per Valentini sindaco, riceviamo e pubblichiamo.
“Nei prossimi anni il sistema bancario italiano andrà incontro a riduzioni significative dei propri organici, la tendenza purtroppo riguarderà anche Bmps e nell’ultima assemblea Morelli ha sottolineato che il consorzio prima o poi dovrà lavorare anche per altri, perché troppo grande per lavorare solo per banca mps .
Ed è su questa tematica che la nostra collettività dovrebbe iniziare a riflettere da subito. In sostanza è la domanda che ho posto nel dibattito De Mossi / Valentini: come intendete facilitare la nascita di un distretto bancario a Siena per recuperare occupazione e reddito?
A mio modo di vedere occorre valorizzare e massimizzare il fatto che qui, da sempre, nei bar e fra amici, oltre che di palio e di calcio, si parla di banca e pertanto esiste una cultura bancaria. Qui ci sono due università che potrebbero essere doppiamente utili al progetto: fornire continuo supporto di studio e di sperimentazione, da una parte e garantire un flusso continuo di specialisti laureati da cui attingere, dall’altra. Questi sono indici che caratterizzano un “distretto”, a rafforzare il concetto, si consideri che in quasi tutte le famiglie senesi c’è un bancario. Sarebbe folle, in un momento in cui la banca, attraversa un momento delicato che già fa intravedere, per i prossimi anni, una diminuzione del numero dei dipendenti complessivi su Siena, non cercare rimedio efficace a difesa di occupazione e reddito.
Certamente so che non possiamo più incidere direttamente sulla banca, certamente so che l’esperienza Fruendo ha evidenziato alcuni aspetti non propriamente positivi, ma abbiamo il dovere di provarci, ora più che mai.
Già dal 2013 parlavo di distretto bancario di Siena, sostenendo che Fruendo poteva trasformarsi da un punto di crisi in un’opportunità. Ad oggi le vicissitudini legali e societarie non hanno permesso il decollo di un vero e proprio distretto, ma ritengo che il progetto possa essere integrato e rafforzato, magari con l’aggiunta di servizi che molte banche non avranno più convenienza a sviluppare internamente, mi vengono in mente servizi di tipo legale, si pensi a tutta la contrattualistica, ma anche attività di compliance , di contenzioso, di sviluppo di prodotti sia di impiego che di raccolta.
Il distretto dei servizi bancari potrebbe diventare realtà e fornire nuove opportunità di occupazione e reddito nel territorio se riuscissimo a mettere insieme queste tre componenti: 1) individuare altri partner da affiancare ad Ausilia ed a Nexi che attualmente sono le società che hanno sostituito Fruendo, penso a qualche grosso nome della consulenza, proprio per sviluppare quei servizi di qualità che saranno sempre più richiesti. Ma sarebbe fondamentale anche un accordo di collaborazione con le nostre Università; 2) bmps e quindi lo Stato, dovrebbero assecondare questo processo, come fatto precedentemente per Fruendo, garantendo, almeno nella fase iniziale, le commesse; 3) gli enti territoriali dovrebbero dimostrarsi attrattivi garantendo facilitazioni burocratiche, amministrative, ecc.ecc . in modo da mettere la ciliegina sull’investimento. Sono cose concrete, possibili, si tratta di studiarle, proporle, sostenerle, ma soprattutto: si tratta di crederci!”.