Nella lettera lasciata ai Carabinieri ci sarebbe scritto un nome e da lì son partite le indagini
SIENA. C’è un indagato per la vicenda della donna morta suicida giovedì scorso (26 aprile), dopo essersi data fuoco in fortezza a Poggibonsi. La procura di Siena aveva aperto un fascicolo inizialmente a carico di ignoti, ma la 62enne aveva lasciato una lettera rivolta ai Carabinieri, in cui sosteneva di essere vittima di un “guaritore” – che avrebbe dovuto curare il marito – che l’aveva rovinata. Le ipotesi di reato sono di truffa aggravata e istigazione al suicidio.
Dalle prime indagini risulterebbe che la donna sarebbe stata oggetto di una vera e propria truffa messa in piedi da più persone. I Carabinieri, dopo aver ascoltato i familiari, hanno concentrato le attività investigative sui conoscenti e sui clienti della tabaccheria di cui la 62enne era titolare. Secondo quanto ricostruito la somma accertata è di oltre 200mila euro, per lo più pagati in contanti.
L’indagata, di origine straniera ma da anni residente a Poggibonsi, sarebbe una coetanea della vittima e sua cliente alla tabaccheria. A lei consegnava le somme destinate al presunto guaritore che non aveva mai incontrato di persona ma con il quale aveva lunghe telefonate per chiedere la soluzione di problemi di salute, protezione per i figli e per altri problemi che la affliggevano.
Dopo aver compreso di essere stata raggirata, aveva pianificato il suicidio per aver dilapidato i risparmi di una vita. Nell’unica lettera lasciata e indirizzata ai Carabinieri aveva scritto un nome e un cognome e da lì i militari hanno iniziato le indagini. La procura di Siena ha disposto l’autopsia sul corpo della donna.