di Mario Ascheri
SIENA. Se non le primarie, si era richiesto almeno, da queste colonne, un documento comune come base di un impegno in vista delle prossime elezioni a votarsi reciprocamente.
Le risposte? In sordina. Perché è facile a dirsi: i candidati si dicono sicuri di arrivare al ballottaggio! Ma non ha risposto neppure il nuovo gruppo che forse avrebbe dovuto essere più aperto a discutere. Mi riferisco alle Idee in Comune/in Piazza che hanno un sito e hanno iniziato i lavori pubblici al Bandini il 24 scorso.
Il loro documento di base ha molte valutazioni valide, sia chiaro, ma a questo punto doveva puntare più chiaramente a costituire un’associazione per il futuro.
A prima vista è un po’ quello che si fece 25 anni fa con Alleanza per Siena pur non essendoci allora urgenze di un ricambio così radicale come oggi. Nell’elogiare i partecipanti all’assemblea del 24 marzo e la loro cura nel compilare le schede molto ricche che stanno circolando, credo si debba fare un ulteriore sforzo: di sintesi, asciugando le schede e delineando i punti condivisi da poi graduare nelle priorità da sottoporre ai candidati. Attualmente è un documento di difficile lettura, che difficilmente incoraggia mentre i tempi sono molto stretti se si vuole influire sulla corsa di giugno. Direi anche che non si possono presumere ‘cattivi’ gli altri gruppi come un tutto: persone in buona fede che ‘partecipano’ ai gruppi già costituiti ce ne sono sicuramente, ma sono contaminati dai partiti o da esponenti degli ultimi anni di gestione? Questo stesso gruppo ha avuto pubblicità da chi ne ha fatto pochi giorni prima per le elezioni politiche per un candidato e un partito nettamente caratterizzato…
La storia della ‘purezza’ è molto delicata. E’ inquinato solo chi ha gestito in posizioni concesse dai/dal partito e non anche chi ha assistito alle lunghe e drammatiche vicende degli anni 2000 senza proferire verbo? E chi ha avuto profili gestionali discutibili non può essersi poi ‘purgato’ negli anni 2000 con la ‘buona condotta’? Abbiamo eliminato per primi la pena di morte!
La questione degli influssi esterni a Siena è giustamente posta, come è emerso clamorosamente per i 5 Stelle senesi (e non solo) e per il centro-destra. Ma ogni gruppo non può avere tra gli ‘amici’ dei propri membri degli esterni potenti? Forse un minimo di garanzie sarebbero necessarie, ad esempio se gli aderenti garantissero di non partecipare ad altri gruppi operanti sul piano politico.
Questo mi sembra il punto da chiarire: è necessario dare una qualche stabilità al gruppo se deve essere palestra del nuovo ceto dirigente e deve acquisire un’identità precisa. Ma se è difficile a livello nazionale! Temo che si debbano ridiscutere molte cose, e non solo a Siena. Ma in modo serio, e non soltanto per sopravvivere.