Dalle Leopoldelle alla emergenza attuale per le candidature a Sindaco
di Mario Ascheri
SIENA. Uno dei candidati reali (non so quanto seriamente o per pesce d’aprile) mi ha telefonato approvando e un altro (potenziale) ugualmente!
Dopo quasi tre mesi qualcuno presente alle Leopoldelle si sveglia e mi si sfida: come mai si potrebbe procedere per queste Primarie dell’Opposizione di cui continui a parlare? Ad esempio, con una bella richiesta di massa (si fa per dire) nei social! Dicendo anche: io non vado a votare se non si ritrovano?
Ma la mia prima reazione alla domanda è stata: che siano i candidati che ci stanno perché si rendono conto del cul de sac in cui è piombata Siena con questa ridda di candidature a risolvere il problema; se lo studino con i propri consulenti e fedeli e propongano qualcosa!
Dato per scontato che non proporranno niente, perché presi da altre cose o bloccati da chi ha già lavorato alle liste loro e vede con raccapriccio l’ipotesi di rivedere gli organigrammi, provo ad articolare meglio.
Partiamo da una premessa: la proposta è assurda in sé, ma non è assurda, replico, la situazione pre-elettorale senese?
1) Un PD lacerato come non mai la cui componente originaria Margherita – se ben capisco – è già in parte con Sportelli e in parte in attesa di decisioni ma certamente anti-Valentini. Ma attenzione il brand in una città come Siena c’è sempre e io sono convinto che le forze alla sua sinistra e Bonino finiranno per appaiarsi già al primo turno: da soli anche PC, Potere al popolo, LeU non rischiano forte se Valentini non risultasse vincitore? E’ ormai prospettiva concreta, grazie a Dio: PD dovrebbe rifondarsi all’opposizione non avendo voluto rifondarsi con il commissariamento.
2) Un 5 stelle con un buon candidato, Luca Furiozzi, comunicativo e capace di mostrare saggio senso della misura, ha buone possibilità di ballottaggio? Interrogativo arduo se non accetta una lista civica appaiata (quella della Piazza delle idee sempre in cerca di autore? e che non può spendere evidentemente alcuni politici di vecchio corso che si sono affacciati). I 5 stelle hanno brand sulla cresta dell’onda, è chiaro, ma in campagna elettorale i problemi di procedure che li hanno dilaniati per il Parlamento vengono certamente fuori…
3) Abbiamo poi Sportelli (che può arricchirsi di gruppi già filo-PD), Piccini, De Mossi, Fucito (più chi mi si è annunciato ieri e quello di Sinistra per Siena), insomma tutti quelli che, come i 5 stelle, dovrebbero essere alternativi al PD, quale più quale meno.
4) Per ottenere questo risultato, del PD messo a utilmente ripurgarsi per una nuova ripartenza, questi candidati devono fare un esame di coscienza e di umiltà serio: “così divisi dove andiamo”? La città non ha bisogno di una legislatura ‘rifondante’ dopo le infinite chiacchiere spesso non seguite dai fatti del Valentini? Poche cose serie non possono trovare d’accordo parte almeno dei candidati Alternativi di cui si è parlato?
Io vedo alcuni punti ricorrenti sui quali si può trovare un accordo: – meno spese voluttuarie e più investimenti per migliorare centro e periferie, anche con nuovi parcheggi a raso; – non nuova edilizia ma miglioria dell’esistente e con attenzione ai diversamente abili; – servizi sociali con ovvia prelazione per i residenti ma parallele strutture per le emergenze; – manutenzione ordinaria e straordinaria anche in collegamento con Comuni contermini con i quali studiare se non la fusione quanto meno la revisione/razionalizzazione dei confini per migliorare servizi – evitare finanziamenti complementari se non in linea con il carattere speciale della città (ad es.: no bici nel Centro e no bici comunali, ma sì gestite da privati); – salvare strutture essenziali come Enoteca e valorizzare immobili abbandonati (Chigi alla Volte, Papesse, Sozzini ecc.) e musealizzare Palazzo Pubblico; – valorizzare trasporto pubblico e migliorarlo nel quadro di un sistema di mobilità ripensata; – rinforzare informazione turistica e varietà dell’offerta (troppe chiese chiuse ad es.) per favorire soggiorni prolungati in accordo con i Comuni della provincia; – riconsiderare Fondazione Musei Senesi perché abbia incidenza anche in città; – colloquiare autorevolmente con Fondazione MPS dopo aver rinnovato i rappresentanti degli enti in modo serio (cioè non prima delle elezioni!); – dare una regia programmatoria alle mille iniziative culturali che la città riesce fortunatamente ad esprimere; – continuità alle mostre della grande pittura senese valorizzando non solo il Medioevo (perché Bernardino Mei o chi altri non è già annunciato?); rendere più funzionali i lavori del Consiglio comunale, non ostacolati come oggi; rendere immediatamente esecutivo l’istituto del referendum.
5) Un punto mio personale, visto che si parla molto di Partecipazione. Due riforme sono essenziali: le commissioni consiliari devono lavorare pubblicamente (come ora) ma con adeguato orario per i cittadini o trasmissione televisiva e preventiva partecipazione dei problemi da discutere con tanto di trasmissione anzitempo on line ad es. dei documenti; ugualmente per provvedimenti del Consiglio o Giunta: ridicolo che si portino – come oggi – in assemblea pubblica proposte già definite e non conosciute; ogni proposta va partecipata per tempo come bozza e su di essa va facilitato il dibattito dei cittadini, anche con sale a disposizione gratuite a rotazione.
6) Se alcuni candidati si ritrovano su questi punti, perché non ne parlano in pubblico assieme e aprono poi delle primarie tra di loro? Nessuno sarà obbligato a ritirarsi, ma può convenire, visti i risultati (delle firme ai banchetti per qualche giono?) sulla opportunità di confluire con il candidato che ha mostrato più larga accettazione dai cittadini.
7) Il fine è comune e allora lo sia anche il percorso! C’è anche una subordinata utile: quelli che si ritrovano in pubblico, possono anche definire i punti essenziali su cui verte l’accordo e che consente quindi di impegnarsi pubblicamente a raccomandarsi il voto reciproco in caso che uno di loro arrivi al ballottaggio. Faccio un esempio esplicativo: se (nomi scelti non a caso per quanto si dice subito dopo) Sportelli e De Mossi, definiti i punti comuni, si impegnassero almeno a votarsi reciprocamente non darebbero un segnale forte alla città oggi disorientata? Vero che l’uno è sbilanciato a sinistra e l’altro a destra, ma sui punti essenziali possono impegnarsi e quindi anche per il ballottaggio in questa situazione anomala.
O ci sono divergenze importanti tra i due? Allora, fatecele conoscere, di grazia visto che incontro in continuazione gente che me lo chiede: ma che fanno quei due? Come si fa a scegliere tra due senesoni come loro?
Ma, ripeto, la prima ipotesi mi vede assai più favorevole.
Vedrei bene anche una richiesta corale del gruppo delle Idee in Piazza a favore delle Primarie visto che è ancora in itinere la sua ricerca…