Andare oltre le province: per una sinergia Siena-Arezzo-Grosseto
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di Mario Ascheri
GROSSETO. A Manciano ‘Abitare le Mura’ è stato un incontro di operatori turistici, istituzionali ed economici, molto variegato ma essenziale in preparazione di un convegno previsto a Grosseto durante i giorni 17-20 ottobre.
Due giorni di informazione e di dibattito. Da parte mia ho cercato di esprimere un desiderio: che non si rimanga con orizzonti limitati dalle prime possibilità organizzative. Andare al di là del ‘normale’: ormai è una necessità in un mondo che si sta ridisegnando profondamente e con una fretta che non riusciamo a calmare!
Intanto auspico che con un nuovo governo sia possibile riflettere sul governo dei Beni Culturali nel loro complesso comprensivi anche dei monumenti Verdi, come chiarito nel documento europeo che proclama il 2018 Anno del Patrimonio Culturale Europeo ed entro il quale potrebbero utilmente inserirsi le giornate grossetane di ottobre come ci si inserirà un convegno previsto dall’Università di Siena in collaborazione con il Mibact ai primi di ottobre.
Secondo punto: cercare di considerare in un’area vasta i problemi di tutela e valorizzazione. Mi riferisco in particolare alla necessità di creare sinergie con Siena-Arezzo nonostante i problemi posti dalla crisi delle Amministrazioni Provinciali.
Tre eccellenze almeno vanno considerate da questo punto di vista e sono:
le Terme, che non richiedono molte parole: eccellenza regionale a ben dire;
gli Etruschi, assurdo che non ci sia un sito Unesco delle città etrusche! Come Brescia ha promosso con grande successo per le città longobarde per intenderci;
la Viabilità storica, che non è solo la Francigena sulla quale si è impegnata in modo eccessivo l’attenzione. Le Vie della Transumanza (con tutto quello che significa non solo per la Maremma), le Vie del Sale e le Vie del Ferro sono state le vie che hanno assicurato la Toscana Foelix sin dal tempo etrusco (quanto meno) assai prima che Roma prendesse forma e la Francigena di conseguenza.
Terzo punto più senese-grossetano, forse.
C’è un Medioevo cavalleresco-monastico che va valorizzato, dagli Aldobrandeschi agli Ardengheschi, come dai benedettini-cistercensi e Guglielmiti di vari insediamenti dei quali mi sembra manchino per ora adeguati itinerari promozionali: Signori laici ed ecclesiastici vuol dire castelli, e castelli vuol dire comunità che oggi bisogna favorire contro il pericolo massimo del nostro tempo: l’abbandono dei siti per la costa (io da ligure so bene cosa significa di negativo).
Quarto: bisogna di conseguenza trovare raccordi con realtà analoghe operanti su Siena e Arezzo: creare un coordinamento che possa anche colloquiare con Regione: le elezioni si avvicinano, ci sono serie possibilità di essere ascoltati!
Quinto: i materiali di un incontro così importante non siano dispersi: proporrei di fare un sito in cui raccoglierli e al quale chiedere agli operatori di partecipare con proposte. E’ l’unico modo per dare le gambe alle proposte che verranno fuori.