di Andrea Pagliantini
GAIOLE IN CHIANTI. Il tentennare della politica regionale presa in mezzo dal fuoco concentrico di opposti fanatismi (come quello di chi ha come missione nella vita la caccia al cinghiale e chi invece si batte per la salvaguardia degli animali), nel breve giro di qualche anno, porterà il Chianti ad essere un oasi per i lama, (animali originari del Perù), che pure loro, alla fine saranno resi autoctoni come altre specie che non c’erano, quali il daino e il cinghiale.
Al netto degli 11mila euro al mese percepiti da Simone Bezzini per esser presente a studi, convegni, consigli, inaugurazioni e ditate sul telefonino, la situazione si fa preoccupante per la presenza di questi miti animali, sulle strade, nelle vigne, nei boschi, in concorso alla mole degli animali di pelo meno pregiato allevati a pane.
L’introduzione di animali in un ambiente non loro può portare ad uno stravolgimento dell’assetto naturale di un territorio e se sono poca cosa i gerani mangiati nei giardini della Badiaccia a Montemuro, per quanto riguarda boschi e coltivazioni non è dato sapere quale sarà l’evoluzione con una presenza massiccia dei lama, che sempre più frequentemente sono avvistati in ogni angolo del Chianti Storico e del Chianti Inventato.