"La politica che non pensa alle piccole imprese perde di vista il Paese"
SIENA. “La politica che non pensa alle piccole imprese perde di vista il Paese”, è questo il messaggio molto forte che Cna Siena manda al mondo della politica in vista delle prossime elezioni del 4 marzo. Fisco, innovazione, credito, burocrazia, mercati pubblici, formazione, ambiente, internazionalizzazione: sono questi gli ambiti di intervento contenuti nel documento predisposto da Cna che gli interessati potranno trovare in forma integrale sul sito dell’associazione senese.
Tutti gli indicatori economici certificano che la congiuntura è positiva e che la crisi durata quasi dieci anni si sta trasformando in un’opportunità da cogliere. E’ infatti evidente che il Pil italiano sia in crescita, ma è altrettanto chiaro che la ripresa è meno forte rispetto al resto d’Europa. “I prossimi mesi saranno decisivi per tutto il paese e non solo per le imprese – scrive l’associazione, che prosegue -. Questa fase di grande cambiamento dovrà essere governata con provvedimenti su misura rispetto alle micro e piccole imprese, che assieme a quelle mediamente strutturate rappresentano il 99.4% dell’imprenditoria italiana. Sono loro l’anima dei territori, della creatività e del saper fare che ci rendono unici al mondo”.
In sintesi Cna Siena fa un richiamo fortissimo a tutte le forze politiche che si candidano a governare, affinché l’Italia possa davvero consolidare ed irrobustire la ripresa economica in atto e guardare con fiducia al futuro. “Nei prossimi mesi ci saranno dei passaggi fondamentali per tutte le aziende ed i professionisti, con la progressiva introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria. Cna chiede che diventi l’occasione per tagliare una serie di adempimenti di fatto inutili, iniziando a mettere in pratica le richieste del mondo produttivo. Contestualmente dovrà cambiare anche l’accesso al credito. Nel 2017 c’è stato un ulteriore taglio ai finanziamenti alle aziende, che a livello nazionale sono calati di ben 57 miliardi”, conclude la Cna. “Tutto questo è inaccettabile. Per la crescita del paese è infatti necessario un sistema creditizio che sostenga le imprese e non che guardi solo alle cavillose regole della vigilanza bancaria”.