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di Augusto Mattioli
SIENA. Ora Siena e provincia (senza dimenticare il grossetano) dovranno stringere la cinghia, perché – come si dice da queste parti – “senza lilleri ‘un si lallera”.
La banca, sulla base dei risultati del 2009, ha deciso di non distribuire il dividendo. Tradotto: alla Fondazione Mps non andrà il becco di un euro degli utili che la banca ha fatto nel 2009, cioè 220 milioni post tasse. Il presidente Gabriello Mancini, in una lunga nota ha fatto buon viso a cattivo gioco. Certo, ha detto che lui il dividendo lo aveva chiesto per non venire meno al proprio ruolo di azionista. Ma nella stessa nota si dichiara d’accordo con la banca che ha deciso di non distribuire gli utili “a valere per il 2009”. Una decisione – fa sapere ancora Mancini (che peraltro non ci deve essere rimasto bene) – che va nella direzione della salvaguardia del patrimonio della banca, alla quale deve essere assicurata solidità. Il presidente aggiunge che alla decisione dei vertici della banca si era comunque preparati. La Fondazione ha fatto accantonamenti “significativi” e quindi non dovrebbero mancare interventi per lo sviluppo del territorio senese. Che comunque dovrebbero essere molto mirati e di qualità.
Siena dunque con le notizie di oggi si sente meno ricca. La crisi economica non ha mancato di far sentire i suoi effetti anche da noi. C’era da aspettarselo. I vertici della banca, che stamattina hanno presentato il bilancio agli analisti di Borsa italiana a Milano, dicono di essere fiduciosi per la ripresa. Comunque, in borsa, il titolo della Banca non ha reagito bene registrando un meno 3,08 (dato delle ore 16,53)…
Il direttore generale Antonio Vigni vede per la banca un ritorno all'utile nel primo trimestre 2010, dopo che il quarto del 2009 si è chiuso con una perdita di 181,3 milioni. Il primo trimestre, secondo Vigni, dovrebbe vedere un miglioramento soprattutto sulle commissioni, ma dovrebbero migliorare, "anno su anno, anche i margini, ma è ovvio che nel brevissimo tempo i tassi bassi influenzano. Sui costi – ha aggiunto – faremo ancora molto e prevediamo un forte calo”.
Il presidente Giuseppe Mussari ha detto che per Banca Mps il 2010 dovrà rappresentare l'anno in cui compiere "un salto di qualità in termini di ricavi, profitti e riduzione dei costi”. Il 2009 è stato un anno difficile, un anno di trasformazione della banca. Per Mps l'anno scorso – si è "conclusa la trasformazione della banca: oggi abbiamo un unico network e una banca retail leggera, attiva nel Nord Est". Nonostante l'anno complicato, Mussari ha parlato di "alcune soddisfazioni": "Il Monte – ha spiegato – cresce in quote di mercato in tutti i segmenti e non solo in alcuni business, c'è stata una severa riduzione dei costi e abbiamo continuato con grande pervicacia il rafforzamento patrimoniale, anche al netto degli effetti dei Tremonti Bond". Mussari ha poi aggiunto che la banca continua a lavorare al proprio piano industriale, portando avanti processi di riforma interni, in attesa della presentazione delle nuove regole sul capitale di Basilea 3". Il gruppo per ora esclude la necessità di aumenti di capitale.
SIENA. Ora Siena e provincia (senza dimenticare il grossetano) dovranno stringere la cinghia, perché – come si dice da queste parti – “senza lilleri ‘un si lallera”.
La banca, sulla base dei risultati del 2009, ha deciso di non distribuire il dividendo. Tradotto: alla Fondazione Mps non andrà il becco di un euro degli utili che la banca ha fatto nel 2009, cioè 220 milioni post tasse. Il presidente Gabriello Mancini, in una lunga nota ha fatto buon viso a cattivo gioco. Certo, ha detto che lui il dividendo lo aveva chiesto per non venire meno al proprio ruolo di azionista. Ma nella stessa nota si dichiara d’accordo con la banca che ha deciso di non distribuire gli utili “a valere per il 2009”. Una decisione – fa sapere ancora Mancini (che peraltro non ci deve essere rimasto bene) – che va nella direzione della salvaguardia del patrimonio della banca, alla quale deve essere assicurata solidità. Il presidente aggiunge che alla decisione dei vertici della banca si era comunque preparati. La Fondazione ha fatto accantonamenti “significativi” e quindi non dovrebbero mancare interventi per lo sviluppo del territorio senese. Che comunque dovrebbero essere molto mirati e di qualità.
Siena dunque con le notizie di oggi si sente meno ricca. La crisi economica non ha mancato di far sentire i suoi effetti anche da noi. C’era da aspettarselo. I vertici della banca, che stamattina hanno presentato il bilancio agli analisti di Borsa italiana a Milano, dicono di essere fiduciosi per la ripresa. Comunque, in borsa, il titolo della Banca non ha reagito bene registrando un meno 3,08 (dato delle ore 16,53)…
Il direttore generale Antonio Vigni vede per la banca un ritorno all'utile nel primo trimestre 2010, dopo che il quarto del 2009 si è chiuso con una perdita di 181,3 milioni. Il primo trimestre, secondo Vigni, dovrebbe vedere un miglioramento soprattutto sulle commissioni, ma dovrebbero migliorare, "anno su anno, anche i margini, ma è ovvio che nel brevissimo tempo i tassi bassi influenzano. Sui costi – ha aggiunto – faremo ancora molto e prevediamo un forte calo”.
Il presidente Giuseppe Mussari ha detto che per Banca Mps il 2010 dovrà rappresentare l'anno in cui compiere "un salto di qualità in termini di ricavi, profitti e riduzione dei costi”. Il 2009 è stato un anno difficile, un anno di trasformazione della banca. Per Mps l'anno scorso – si è "conclusa la trasformazione della banca: oggi abbiamo un unico network e una banca retail leggera, attiva nel Nord Est". Nonostante l'anno complicato, Mussari ha parlato di "alcune soddisfazioni": "Il Monte – ha spiegato – cresce in quote di mercato in tutti i segmenti e non solo in alcuni business, c'è stata una severa riduzione dei costi e abbiamo continuato con grande pervicacia il rafforzamento patrimoniale, anche al netto degli effetti dei Tremonti Bond". Mussari ha poi aggiunto che la banca continua a lavorare al proprio piano industriale, portando avanti processi di riforma interni, in attesa della presentazione delle nuove regole sul capitale di Basilea 3". Il gruppo per ora esclude la necessità di aumenti di capitale.