
SIENA. “Lo scorso sabato – dichiara il segretario di Forza Nuova Siena Alessandro Dolci – si è svolta la conferenza sul tema della crisi di Banca MPS, alla presenza del Segretario Nazionale Roberto Fiore e dell’ospite Maurizio Montigiani.
Cosa è emerso dalla nostra ricostruzione? E’ emerso che la vicenda MPS deve essere letta sia quale effetto del circolo vizioso indotto dal rapporto tra politica locale, banca e centri di potere sia in chiave di crisi di sistema: una crisi indotta dall’alta finanza e da manager compiacenti che hanno snaturato la vocazione tradizionale di MPS quale banca nata per il territorio. Peccato però che in questa corsa al mito della finanza le perdite siano state fatte ricadere a livello sociale mentre i profitti siano stati privatizzati da pochi, come ha bene sottolineato il Segretario Nazionale Roberto Fiore.
Ancora una volta – precisa Dolci – abbiamo assistito al caravan serraglio dell’ANPI e del codazzo urlante vetero – comunista di una certa rete antifascista che, nascondendosi dietro a calunniosi e diffamatori volantini, ha dimostrato solo di difendere quello stesso sistema fallito che falsamente sostiene di combattere.
Alla luce di quanto emerso Forza Nuova – conclude Dolci – si muoverà nella direzione della integrale tutela dei risparmiatori di banca MPS. Ciò attraverso:
– La riforma della Banca d’Italia in Istituto di diritto pubblico le cui quote, inalienabili, dovrebbero essere detenute solo dallo Stato Italiano per eliminare ogni tipo di conflitto d’interesse. Chi lavora in Banca d’Italia non dovrebbe né lavorare né fornire servizi di consulenza o altro tipo agli istituti sotto vigilanza diretta o indiretta, in virtù della separazione delle carriere per evitare clientelismi e conflitti d’interesse.
– La riforma della Consob: la Consob dovrebbe assicurare la tutela dei risparmiatori e la trasparenza sui mercati finanziari. I dirigenti Consob non dovrebbero né lavorare né fornire servizi di consulenza o altro tipo agli istituti o alle imprese sotto vigilanza diretta o indiretta.
– Il ripristino della separazione tra banche d’affari (d’investimento) e banche commerciali (credito e risparmio).
– La riforma delle fondazioni bancarie con la previsione di uscita dal falso mito dell’azionariato di maggioranza a tutti i costi nelle banche: ciò in funzione di rompere il circolo vizioso che ha legato banche, politica locale e centri di potere locali”.