La protesta degli amministratori del Nord contro il Patto di stabilità “I contenuti della protesta – dice Nasorri – sono quelli che da tempo il centrosinistra denuncia a gran voce e riguardano i tagli ai trasferimenti, la mancata restituzione dell’Ici e i rigidi vincoli, imposti dal Patto di stabilità che, oltre a bloccare la normale attività amministrativa stanno divenendo sempre più un impedimento per contribuire a far ripartire l’economia in tante realtà territoriali. Assegnare nuove competenze ai comuni, richiedendo loro ulteriori sacrifici, senza diminuire le spese di altri settori della pubblica amministrazione centrale sia una scelta sbagliata e improduttiva per il Paese. Il governo invece di tagliare aumenta gli sprechi: crea nuovi ministeri, incrementa il numero di sottosegretari e arriva a ripianare gli enormi debiti di amministrazioni locali, come il Comune di Catania, penalizzando e bloccando gli enti più virtuosi”.
Rilanciare la competitività del Paese, partendo dai territori “Nell’attuale situazione di crisi economica – afferma ancora Nasorri – sarebbe necessario che la spesa pubblica agisse come stimolo per rilanciare l’economia di tanti territori. Invece, sono proprio le amministrazioni pubbliche ad essere bloccate dal patto di stabilità che impedisce di fatto qualsiasi tipo di investimento. Il governo parla di grandi opere e mega progetti per rilanciare l’economia, come il ponte sullo stretto di Messina, senza capire che invece il Paese avrebbe bisogno di tante piccole opere. In questo modo si riuscirebbe ad ammodernare davvero il paese e in pochi mesi si creerebbero più posti di lavoro, con risorse diffuse sul territorio e non concentrate nelle mani di poche grandi aziende. Ma non solo. C’è bisogno di riforme utili e concrete: dall’introduzione di un vero federalismo fiscale fino all’elaborazione di provvedimenti legislativi che alleggeriscano il carico burocratico per arrivare a una normativa più snella per gli appalti che ormai sono diventati una giungla inestricabile che paralizza la realizzazione di molti interventi pubblici. Su tutti questi temi il decreto Calderoli non offre nessuna risposta”.
L’impegno degli enti locali in Provincia di Siena
“Nella nostra realtà, Provincia e comuni – conclude Nasorri – hanno fatto molto per stare al fianco di chi è in difficoltà; per dare un sostegno ai lavoratori che sono rimasti senza lavoro e per sostenere il sistema delle piccole e medie imprese. Da tempo diciamo anche che oltre alle misure che abbiamo messo in campo per contrastare l’emergenza è indispensabile incentivare la ripresa. Per farlo occorre un cambio di rotta del governo affinchè permetta agli enti locali di essere interpreti di politiche che puntino a ridare ossigeno all’economia e all’occupazione, rilanciando gli investimenti nei territori. Il Pd in questi mesi ha più volte sollevato questi temi sia nel consiglio provinciale che in quelli comunali, chiedendo anche l’appoggio del Pdl e dalla Lega Nord per una battaglia che doveva essere di tutti. Il centrodestra senese, invece, ha sempre risposto in maniera stizzita, confermando la loro distanza dalle esigenze del territorio e soprattutto dai cittadini. I loro “cugini” del centrodestra al Nord, invece hanno compreso che, senza provvedimenti da parte del governo, assisteremo nei prossimi anni ad un progressivo impoverimento della capacità dei comuni e delle province di fornire servizi adeguati e di poter svolgere un ruolo significativo per lo sviluppo delle proprie realtà e del paese”.