di Augusto Mattioli
SIENA. “Ci sono le condizioni perche lo Stato possa restare nell’assetto societario nella banca, con una partecipazione importante che le dia nel lungo tempo stabilità. Una quota possibile potrebbe essere tra il dieci e il venti per cento”. Lo ha detto il sindaco Bruno Valentini, questa mattina (24 novembre) nel corso di una conferenza stampa, prendendo spunto dai lavori della Commissione parlamentare sulle banche, dopo che nei giorni scorsi ha incontrato il presidente Pierferdinando Casini e alcuni membri della stessa, ai quali ha spiegato la vicenda dell’acquisto di Antonveneta da parte di Siena, operazione sulla quale era favorevole anche Berlusconi, che voleva che quella banca cadesse in mano sicure. Come secondo lui era il Montepaschi, con il quale ha sempre avuto un particolare feeling.
Sul ruolo dello Stato in Montepaschi oggi Valentini ha sottolineato che non deve esserci “un tempo limitato nella presenza nella banca . Lo Stato ha qualcosa da farsi perdonare sulla situazione del Monte con i mancati interventi quando ancora era possibile e con le responsabilità di Banca d’Italia, Consob e Mef. I tempi di permanenza saranno lunghi. Dai tre ai cinque anni per cui si dovrebbe approfittare di questo periodo – è l’opinione di Valentini – per definire un modello virtuoso di banca, nel quale i banchieri non siano dei professionisti strapagati senza un rapporto con i risultati effettivi. Penso che ci sia una possibilità straordinaria per andare in questa direzione. Considerazioni che rivolgo non alla città di Siena ma all’intero paese”.
Sono ormai finiti i tempi in cui la Fondazione aveva oltre il 50% delle azioni della banca calate con le ripetute partecipazioni a vari aumenti di capitale e per far fronte ad una difficile situazione debitoria fino all’attuale 0,1%.