L'ospedale della Valdichiana senese è all'avanguardia nei percorsi per il diabete
NOTTOLA. Martedì 14 novembre ricorre la giornata mondiale contro il diabete, Istituita dall’International Diabetes Federation e dall’Oms nel 1991, quest’anno dedicata, in particolare, alla prevenzione di questa patologia nelle donne che dopo la menopausa possono incorrere maggiormente in questa malattia, oltre che nel momento della gravidanza. Nell’ospedale di Nottola, dove funziona un ambulatorio di secondo livello per la cura del Diabete Mellito, su circa 3000 prestazioni annue, un centinaio sono rappresentate da Diabete Gestazionale che è un problema emergente di cui questo ambulatorio si fa costantemente carico.
“Occorre fare attività di sensibilizzazione sull’importanza di un accesso equo per tutte coloro che soffrono di diabete o sono a rischio di svilupparlo – commenta Simona Dei direttore sanitario della Usl Sud Est – focalizzando sull’importanza dei farmaci e delle tecnologie essenziali per la gestione della patologia, nonché sull’importanza dell’informazione, necessaria per ottenere risultati ottimali nel trattamento e nella capacità di prevenire del diabete”.
Nottola è all’avanguardia nei percorsi per il diabete: per i diabetici ricoverati è stato formalizzato un Protocollo Terapeutico con l’obiettivo di contenere e trattare gli stati di scompenso glicemico. Allo stesso modo è stato formulato un PDTA con il dipartimento di emergenza e urgenza per i pazienti diabetici che arrivano in Pronto Soccorso, grazie al quale si sono ridotti i ricoveri impropri per tale patologia.
“Intercettare precocemente, anche e soprattutto nelle fasce di età più giovani, i comportamenti a rischio, come ad esempio quelli alimentari e gli errati stili di vita, può consentire di iniziare ad arginare questa dilagante malattia. – afferma il dr Luigi Abate direttore della UO Medicina Interna dell’Ospedale di Nottola.
“Inoltre, partendo dal concetto consolidato che il diabete mellito è una malattia cronica, ma anche e soprattutto “curabile”, – spiega Abate – una sua tempestiva diagnosi, con la prescrizione di idonee e validate terapie e il costante controllo delle persone da esso affette, possono ridurre significativamente sia il rischio di complicanze. ”
Proprio con tale specifico obiettivo, la Regione Toscana ha istituito il sistema del Chronic care model, che inserito nel contesto delle cure primarie e quindi della rete con i medici di medicina generale, ha lo scopo di attuare, anche nel caso del diabete mellito, gli interventi di prevenzione e controllo della progressione di malattia, attraverso il coinvolgimento attivo degli assistiti, preventivamente informati e con espressione del consenso.
“Occorre fare attività di sensibilizzazione sull’importanza di un accesso equo per tutte coloro che soffrono di diabete o sono a rischio di svilupparlo – commenta Simona Dei direttore sanitario della Usl Sud Est – focalizzando sull’importanza dei farmaci e delle tecnologie essenziali per la gestione della patologia, nonché sull’importanza dell’informazione, necessaria per ottenere risultati ottimali nel trattamento e nella capacità di prevenire del diabete”.
Nottola è all’avanguardia nei percorsi per il diabete: per i diabetici ricoverati è stato formalizzato un Protocollo Terapeutico con l’obiettivo di contenere e trattare gli stati di scompenso glicemico. Allo stesso modo è stato formulato un PDTA con il dipartimento di emergenza e urgenza per i pazienti diabetici che arrivano in Pronto Soccorso, grazie al quale si sono ridotti i ricoveri impropri per tale patologia.
“Intercettare precocemente, anche e soprattutto nelle fasce di età più giovani, i comportamenti a rischio, come ad esempio quelli alimentari e gli errati stili di vita, può consentire di iniziare ad arginare questa dilagante malattia. – afferma il dr Luigi Abate direttore della UO Medicina Interna dell’Ospedale di Nottola.
“Inoltre, partendo dal concetto consolidato che il diabete mellito è una malattia cronica, ma anche e soprattutto “curabile”, – spiega Abate – una sua tempestiva diagnosi, con la prescrizione di idonee e validate terapie e il costante controllo delle persone da esso affette, possono ridurre significativamente sia il rischio di complicanze. ”
Proprio con tale specifico obiettivo, la Regione Toscana ha istituito il sistema del Chronic care model, che inserito nel contesto delle cure primarie e quindi della rete con i medici di medicina generale, ha lo scopo di attuare, anche nel caso del diabete mellito, gli interventi di prevenzione e controllo della progressione di malattia, attraverso il coinvolgimento attivo degli assistiti, preventivamente informati e con espressione del consenso.
Il diabete mellito costituisce una vera propria emergenza sanitaria. Sino ad 1 paziente su 4 tra gli adulti ospedalizzati ne è affetto e il rischio di ospedalizzazioni è nettamente aumentato rispetto al non diabetico di pari sesso/età e per quasi tutte le cause (+188% per scompenso cardiaco, +120% per insufficienza respiratoria, +129% per infarto miocardico, +46% per aritmia cardiaca). E, proprio a causa di questa sua elevata prevalenza, viene suggerito che possa essere considerato alla stregua di una malattia sociale; infatti, le implicazioni cliniche che comporta, si ripercuotono, oltre che sul soggetto affetto, anche su molti altri livelli: la famiglia, le strutture sanitarie assistenziali, il mondo del lavoro.