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SIENA. Due intere giornate di sciopero di tutto il personale della Banca di Credito Cooperativo di Monteriggioni e di quella del Chianti Fiorentino giovedì 29 e venerdì 30 aprile prossimi e astensione dagli straordinari a partire da lunedì prossimo 26 aprile. E’ la prima volta che in questi istituti di credito si arriva ad una forma di lotta così dura, decisa da Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Sincra-Ugl, dopo la rottura delle trattative con le due banche. All’origine dello scontro il processo di fusione tra Bcc di Monteriggioni e Bcc del Chianti Fiorentino portato avanti dai vertici delle due aziende senza tenere in adeguato conto e senza alcuna chiarezza sulle ricadute sui lavoratori.
A innescare la protesta dei lavoratori non è il processo di fusione in sé, quanto il fatto che non sia stato finora possibile procedere ad un corretto e approfondito confronto sulle ricadute che la fusione avrà sui lavoratori stessi (livelli occupazionali, mobilità territoriale, armonizzazione delle retribuzioni eccetera).
La fusione è stata già deliberata dai Consigli di Amministrazione delle due Banche, autorizzata il 25 marzo 2010 dalla Banca d’Italia ed è in approvazione nelle assemblee straordinarie dei Soci del 30 aprile (Monteriggioni) e del 2 maggio (Chianti Fiorentino).
Ma negli incontri svoltisi nei giorni scorsi con le due banche sul processo di fusione – dicono Fiba, Fisac, Sincra – le organizzazioni sindacali presenti hanno preso atto dell’impossibilità di proseguire la discussione, di fronte ai secchi “NO” e alle risposte evasive delle Aziende.”
“La decisione di proclamare due giornate di astensione dal lavoro, per giovedì 29 e venerdì 30 aprile, è stata presa con non poca sofferenza da parte delle organizzazioni sindacali, perché si tratta di uno strumento storicamente poco utilizzato nelle BCC: in passato, infatti, le rivendicazioni dei diritti e le soluzioni ai problemi sono state gestite grazie alla responsabilità di entrambe la parti e l’armonia tra i dipendenti e gli organi aziendali è stata sempre una delle armi vincenti del movimento del Credito Cooperativo in Toscana. Le richieste avanzate dai lavoratori sono mirate esclusivamente alla salvaguardia delle peculiarità territoriali, dei diritti ad oggi in essere e all’armonizzazione del trattamento economico dei dipendenti delle due Aziende coinvolte. I lavoratori delle BCC di Monteriggioni e del Chianti Fiorentino, nelle rispettive assemblee, pur riconoscendo che le scelte strategiche e la redazione dei piani industriali sono facoltà e responsabilità peculiari del management e dei Consigli di Amministrazione e quindi ben consapevoli del fatto che contrastare il processo di fusione in sé non è loro prerogativa, hanno confermato la necessità di aprire lo stato di agitazione di tutto il personale, resosi purtroppo necessario di fronte all’atteggiamento miope delle due aziende, nell’affrontare le ripercussioni di detto processo sui dipendenti”.
“Ci auguriamo – concludono le organizzazioni sindacali – che le BCC di Monteriggioni e del Chianti Fiorentino possano recuperare un orientamento che sia davvero coerente con i principi fondanti del Movimento Cooperativo.”
A innescare la protesta dei lavoratori non è il processo di fusione in sé, quanto il fatto che non sia stato finora possibile procedere ad un corretto e approfondito confronto sulle ricadute che la fusione avrà sui lavoratori stessi (livelli occupazionali, mobilità territoriale, armonizzazione delle retribuzioni eccetera).
La fusione è stata già deliberata dai Consigli di Amministrazione delle due Banche, autorizzata il 25 marzo 2010 dalla Banca d’Italia ed è in approvazione nelle assemblee straordinarie dei Soci del 30 aprile (Monteriggioni) e del 2 maggio (Chianti Fiorentino).
Ma negli incontri svoltisi nei giorni scorsi con le due banche sul processo di fusione – dicono Fiba, Fisac, Sincra – le organizzazioni sindacali presenti hanno preso atto dell’impossibilità di proseguire la discussione, di fronte ai secchi “NO” e alle risposte evasive delle Aziende.”
“La decisione di proclamare due giornate di astensione dal lavoro, per giovedì 29 e venerdì 30 aprile, è stata presa con non poca sofferenza da parte delle organizzazioni sindacali, perché si tratta di uno strumento storicamente poco utilizzato nelle BCC: in passato, infatti, le rivendicazioni dei diritti e le soluzioni ai problemi sono state gestite grazie alla responsabilità di entrambe la parti e l’armonia tra i dipendenti e gli organi aziendali è stata sempre una delle armi vincenti del movimento del Credito Cooperativo in Toscana. Le richieste avanzate dai lavoratori sono mirate esclusivamente alla salvaguardia delle peculiarità territoriali, dei diritti ad oggi in essere e all’armonizzazione del trattamento economico dei dipendenti delle due Aziende coinvolte. I lavoratori delle BCC di Monteriggioni e del Chianti Fiorentino, nelle rispettive assemblee, pur riconoscendo che le scelte strategiche e la redazione dei piani industriali sono facoltà e responsabilità peculiari del management e dei Consigli di Amministrazione e quindi ben consapevoli del fatto che contrastare il processo di fusione in sé non è loro prerogativa, hanno confermato la necessità di aprire lo stato di agitazione di tutto il personale, resosi purtroppo necessario di fronte all’atteggiamento miope delle due aziende, nell’affrontare le ripercussioni di detto processo sui dipendenti”.
“Ci auguriamo – concludono le organizzazioni sindacali – che le BCC di Monteriggioni e del Chianti Fiorentino possano recuperare un orientamento che sia davvero coerente con i principi fondanti del Movimento Cooperativo.”