L'esponente del Forum Ambientalista Grosseto pone la domanda dopo le vicende Sei e la prossima nomina di Periccioli
GROSSETO. La notizia, da diversi giorni sulla stampa1 e mai smentita, che Moreno Periccioli, già presidente della Scarlino Energia entrerà in Sei Toscana, il gestore della raccolta e smaltimento rifiuti nelle province meridionali della Toscana, pone una domanda: chi decide le scelte in materia di rifiuti solidi urbani?
Lo domandiamo ai sindaci: sono smemorati o fanno finta di non ricordare quello che è stato discusso e votato nei loro stessi Consigli comunali? Ci si domanda se tutte quelle mozioni, che chiedevano un cambiamento nella gestione2, che per lo più sono state votate all’unanimità, sono state portate dai sindaci in seno all’Assemblea dell’ATO, oppure se gli organi esecutivi dell’ATO Rifiuti obbediscono ad altre e segrete direttive e non, come dovrebbe essere, a quanto i sindaci e i Consigli comunali stabiliscono. Ad esempio, a Follonica fu Ariganiello3, assieme agli altri capogruppo di maggioranza, a farsi promotore di una mozione, poi approvata dal Consiglio comunale, con cui si chiedeva che Sei Toscana non entrasse nella compagine dell’inceneritore di Scarlino, perché: “le autorizzazioni per l’inceneritore sono ancora con giudizi pendenti e l’impianto non è voluto da questo territorio”, invitando tutti i Sindaci a definire: «l’inceneritore di Scarlino al di fuori di ogni logica e strategia nel campo dei rifiuti». Ed infatti, diversi Comuni hanno condiviso tali contenuti. Ma in sede di ATO non c’è stata nessuna determinazione in tal senso.
Sei Toscana, intervenendo4 nel dibattito con un comunicato avente l’evidente scopo di tranquillizzare scrisse: “è altrettanto evidente che Sei Toscana non si muoverà mai in contrasto con i Comuni dove risiedono gli impianti, nella consapevolezza che la gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti non è un’attività industriale come tante altre, ma che ha un preciso impatto sui territori e che quindi con loro deve essere concordata ed attuata”. Sta avvenendo l’esatto contrario.
Possibile che una società partecipata dagli Enti pubblici, che svolge un servizio completamente pagato dai cittadini, si sottragga a quanto gli stessi Enti pubblici affermano di doversi fare? Oppure i sindaci non si comportano coerentemente. Molto importanti sono stati anche i contenuti votati da moltissimi Consigli comunali, da Capalbio a Manciano, da Follonica a Grosseto, sempre all’unanimità5, circa la necessità di ridurre la dimensione territoriale ottimale del servizio di raccolta rifiuti, contro l’accentramento decisionale e per una gestione decentrata che meglio rispondono alle esigenze dei territori. Anche qui molte risoluzioni che hanno impegnato i Sindaci di cui nulla si è saputo in sede di ATO.
Allora, cari sindaci chi e dove si decide?
Roberto Barocci, Forum Ambientalista Grosseto
1La Nazione del 2/3/4 ottobre 2017, pagine in cronaca regionale e locale.
2A titolo di esempio: Il Tirreno del 4 dicembre 2015, oppure La Nazione del 15novembre 2015.
3Il Tirreno del 5 dicembre 2016: “ATO definsca l’impianto fuori da ogni logica”.
4Sei Toscana, nota stampa del 4 dicembre 2016.
5Maremma News del 25 novembre 2016.