Le valutazioni e le prime proposte di un gruppo di iscritti al PD
SIENA. La situazione politica senese è molto delicata, stiamo assistendo ad una sorta di anarchia politica in un contesto sociale, ancora condizionato dalla crisi. I dati relativi alle elezioni amministrative in Toscana parlano chiaro: gli elettori del PD che non sono andati a votare hanno voluto punire un partito che li ha abbandonati e traditi. Le sconfitte del PD non sono figlie solamente delle divisioni o dei veti e neppure di una semplice conflittualità interna, ma nascono dalla superficialità di queste conflittualità che non si sono mai misurate sui problemi del territorio, tese esclusivamente ad affermare posizioni di predominio interno senza altre prospettive se non quelle personali. Bisogna ora ripartire con un progetto credibile di rilancio economico e sociale.
Nella nostra città siamo ancora fermi ad un partito dove dominano senza alcuna remora, anzi apertamente sbandierate come fossero un valore aggiunto, le tifoserie e le amicizie particolari come avevamo già visto in tempi moderni e non. Sempre con le stesse persone in campo, determinanti nelle scelte, e con un modo errato di interpretare la politica che non interessa affatto all’opinione pubblica. Non è più ammissibile ricevere incarichi grazie a filiere basate sulle amicizie e clientelismi. Matteo Renzi aveva dato a tutti, compreso il nostro territorio la speranza di un cambiamento, ebbene niente è cambiato e siamo ancora fermi alle vecchie logiche di potere. Nessuno ha fatto un passo indietro dopo aver depauperato una città e la sua provincia. Anzi, si aprono blog, si rilasciano interviste, si fanno riunioni di caminetti in inverno e barbecue in estate! Questa è mancanza di umiltà, di cultura di governo, è così che si è perso la credibilità e la crisi economica e sociale, più forte mai registrata a Siena acuisce il malessere e il desiderio di cambiamento a livello di partito e amministrativo.
Il progetto di rinnovamento che il sindaco Valentini aveva sbandierato nel 2013, sulla scia dell’entusiasmo trascinante di Renzi è stato dallo stesso tradito e non compreso da un vecchio gruppo dirigente che ha preferito continuare ad arroccarsi su se stesso, contribuendo così al disastro cittadino, aumentando la frattura tra il partito e la città. Abbiamo perso la capacità di ascoltare i colleghi, i vicini, i negozianti, la gente… Non solo, questo PD ha perso il tempo dell’analisi e della programmazione, la lungimiranza di investire su persone preparate ed oneste, ma si avvale di yesmen e yeswomen.
Il PD deve ripartire dai suoi valori, dalla sua cultura, dalla sua capacità di rappresentare le classi e gli interessi dei cittadini. Dobbiamo ripartire dal contrasto all’illegalità e ai soprusi, come ai privilegi, e promuovere il ripristino di una reale dialettica sociale, con tutte le rappresentanze e le professionalità cittadine, compreso il mondo del volontariato.
Queste sono le valutazioni e le prime proposte di un gruppo di iscritti e dirigenti del Partito Democratico in vista del prossimo congresso.
Roberta Milano, Ginevra La Russa, Luciano Rossi, Gianni Porcellotti, Federico Nesi, Stefania Bufalini, Massimo Cava, Sara Romano, Sylvia Sestini, Tiziana Bernazzi e Raffaele Macchiarelli