Intervento su FB del deputato in difesa del primo monumento verde d'Italia
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PIENZA. Il deputato PD Michele Anzaldi ha pubblicato il seguente post sulla Quercia delle Checche su FB.
“La Quercia delle Checche, dichiarato primo Monumento Verde d’Italia con un provvedimento del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, rischia di morire.
Lungaggini burocratiche, sottovalutazioni, ritardi e incapacità amministrative stanno mettendo a rischio la vita dell’albero monumentale che si trova al centro della Val d’Orcia in provincia di Siena.
Si tratta di una pianta simbolo non soltanto per il territorio, ma nota anche a livello internazionale. Un bene che lo Stato italiano ha deciso di tutelare con la dichiarazione monumentale, la prima di questo genere, arrivata dopo la mobilitazione di cittadini e associazioni.
Per evitare che accada l’irreparabile, dopo la caduta di alcune branche portanti dell’albero, chiedo ai ministri della Difesa Roberta Pinotti, che con i Carabinieri guida anche il Corpo Forestale, e dell’Agricoltura Maurizio Martina di valutare l’opportunità di un intervento straordinario del Governo per mettere in sicurezza la Quercia, dopo che a tre anni dal primo danneggiamento gli enti locali e il Comune non sono stati in grado di tutelare la pianta.
Occorre un intervento d’urgenza per evitare che le ferite causate dal distacco delle branche portino al collasso definitivo del grande albero.
Come suggerito dal comitato spontaneo di ambientalisti e cittadini sorto nel 2014 in difesa della Quercia delle Checche, sono necessari inoltre due passaggi che mettano in sicurezza la pianta.
Innanzitutto la costituzione del comitato tecnico scientifico in grado di monitorare costantemente lo stato di salute della Quercia, che il gruppo locale Sos Quercia delle Checche, Italia Nostra, Club UNESCO, Legambiente chiedono da 3 anni.
A seguire la definizione di un protocollo di intesa, come suggerito dalla sottosegretaria ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, tra Soprintendenza, Comune e Associazioni di tutela riunite in Sos Quercia delle Checche per affidare al territorio la gestione della tutela della pianta, con il supporto di esperti.
La tutela del MiBACT, infatti, è fondata non solo sulla monumentalità ma soprattutto sulla relazione forte con il territorio e sugli aspetti antropologici, per questo va evitata sia la morte biologica della pianta sia la sua morte sociale. Va valorizzato il lavoro del gruppo locale che se ne è occupato per tre anni con il volontariato di forestali e persone comuni, in totale autofinanziamento e con il supporto costante dei massimi esperti di alberi monumentali in Italia (Zanzi, Vinciguerra, Maroè)”.