Le due medaglie sono andate a Fratiglioni e Semplici
SIENA. Questa mattina, festività di Maria S.S. Assunta in cielo, Patrona e Regina di Siena, il sindaco Bruno Valentini, durante la solenne cerimonia svoltasi al Teatro dei Rozzi, ha consegnato il “Premio Mangia 2017” a Vittoria Doretti (candidata dallo stesso primo cittadino in qualità di membro del Concistoro del Mangia); Medaglia di civica riconoscenza a Susanna Fratiglioni (candidata dall’Arciconfraternita della Misericordia di Siena e dall’Associazione Pubblica Assistenza di Siena), e a Carlo Semplici (candidato dalla Contrada Capitana dell’Onda).
“Questi premi – ha detto Valentini – sono la massima onorificenza per quei senesi che hanno avuto la capacità di eccellere nel loro ambito, mettendo a disposizione della collettività i risultati del proprio lavoro. Ambasciatori di Siena nel mondo, hanno fatto risplendere il nome della nostra città sullo scenario nazionale ed internazionale, contribuendo alla sua crescita economica, culturale, artistica, civile e morale. Sono dei riconoscimenti che vengono direttamente dal corpo vivo della nostra comunità. Siena ha così la possibilità di guardarsi allo specchio e rinnovare i propri valori di riferimento: il merito, la passione, il talento, il coraggio, l’umanità, la dedizione, l’amore nei confronti della città e delle sue Contrade.
Il Premio Mangia che oggi assegniamo – ha proseguito – è per lo straordinario lavoro svolto negli anni dal medico senese Vittoria Doretti con il risultato storico del “Codice Rosa”. Un passo avanti concreto nella lotta alla violenza sulle donne, ma anche sui bambini e le altre persone discriminate. Ritengo la battaglia contro la violenza sulle donne un tema centrale del nostro tempo, poiché rappresenta un volto oscuro della nostra società. Un’impresa rivoluzionaria la sua, partita dal piccolo, dal particolare, ma in grado di suscitare un effetto domino che ha contaminato le istituzioni diventando modello generale.
A Susanna Fratiglioni, una donna che ha dato moltissimo alla nostra città, e, in particolare alla nostra Festa, la Medaglia di Civica Riconoscenza. Un prestigioso riconoscimento per l’attività professionale svolta all’interno del Comune di Siena, soprattutto nel suo ruolo decisivo nella gestione del Palio, e per aver curato l’organizzazione di importanti eventi.
La seconda Medaglia di Civica Riconoscenza viene consegnata ad un uomo la cui abile mano ha saputo tradurre su tela le emozioni più profonde, talvolta impercettibili, proprie dell’animo umano. Quest’uomo nobile di spirito e dotato di uno sguardo magnetico, è il pittore senese Carlo Semplici. La sua arte presenta un’espressività unica, capace di travalicare ogni confine linguistico e colpire direttamente al cuore.
La presentazione di Vittoria Doretti, curata dalla giornalista Susanna Guarino, è stata preceduta dalla proiezione di un video realizzato per “Codice Rosa”. Pochi i secondi del filmato, ma forte la denuncia sui tanti tipi di violenza che ogni giorno subiscono donne, giovani, anziani. I fotogrammi accompagnati da una sequenza di frasi: “quando il branco prevale sul singolo individuo”; “quando le nostre paure ci spingono ad odiare”; “quando è in gioco la vita di chi non ha colpa”; “quando la violenza nega l’esistenza”, hanno costituito l’incipit per la giornalista che ha ricordato ai presenti come nello scorso gennaio il Corriere della Sera abbia inserito il nome di Vittoria Doretti tra le 100 donne più influenti del mondo nel 2016.
“Conosciuta così tanto nel mondo – ha detto Guarino – ma così poco a Siena, la sua amata città. Perché? Perché preferisce il fare all’apparire”.
Guarino ha ripercorso i momenti più salienti della vita della Doretti. Un racconto fatto di parole e immagini prese in prestito dall’album dei ricordi. Dalla Vittoria bambina che si affacciava alla vita in tutù, alla brava studentessa del Liceo classico Piccolomini. “Vittoria Doretti nel 1985 si laurea con lode in Medicina e Chirurgia all’Università di Siena, per poi specializzarsi in Cardiologia e dopo in Anestesia e Rianimazione. Inizia la sia vita di medico appassionato della sua professione. Dal 1990 al 1993 è medico sulle ambulanze della Pubblica Assistenza di Siena, un’esperienza che la porterà a dar vita al primo corso di prevenzione e pronto soccorso con gli studenti della Cecco Angiolieri. Nel 1995, dopo aver vinto un concorso per aiuto medico, arriva alla Asl 9 di Grosseto. Il suo lavoro la porta a contatto con tante donne colpite da storie di maltrattamenti e violenze e nel 2008 entra a far parte del Gruppo di Coordinamento aziendale per la “Predisposizione di azioni strategiche per la prevenzione e l’assistenza alle vittime della violenza di genere”. Da allora in poi sarà un’escalation: fa parte del Tavolo di lavoro regionale sulla violenza alle donne e nel 2009 ha l’incarico di coordinatore del progetto “SOS Donna”. Ma sarà il 2010 l’anno che vedrà concretizzarsi la sua idea: dirigerà la fase sperimentale del “Progetto Codice Rosa”. Nasce la sua squadra. Nello stesso anno il progetto viene ufficializzato con un Protocollo d’Intesa sottoscritto dalla Asl 9 e dalla Procura della Repubblica di Grosseto. Per la prima volta in Italia le stesse procedure di gestione dei casi vengono condivise da istituzioni diverse con il risultato di ridurre i tempi delle indagini e per l’attivazione della rete territoriale necessaria all’assistenza sociale e legale, fino alla protezione delle vittime. Una vera e propria task force composta da una ventina di persone tra magistrati, Forze dell’ordine e personale sanitario. Ad affiancarli oltre 50 operatori che coordinano gli interventi di supporto alle vittime. Tutto inizia con un codice rosa segnalato dal medico del pronto soccorso nei casi di violenza; oppure con una denuncia o segnalazione di casi di stalking e molestie. Con la task force – ha illustrato Guarino – collaborano circa 500 volontari. Sono le cosiddette sentinelle: comuni cittadini che, per il lavoro che svolgono, stanno a contatto con le famiglie, i bambini, gli ammalati. Il loro compito è riconoscere le possibili vittime di violenza e iniziare il percorso di aiuto. Il primo anno del Codice Rosa a Grosseto si chiude con l’emersione di 300 vittime trattate dalla task force. Nel 2011 il Progetto diventa regionale per poi essere replicato in Sicilia, Puglia, Calabria, Veneto, Lazio, Basilicata, Sardegna, Piemonte. E’ Vittoria Doretti a girare l’Italia, parlare, convincere e istruire, mentre continua a forgiare ed arricchire il suo sapere conseguendo il Master Interfacoltà di II Livello in Scienze Forensi (Criminologia-Investigazione-Security-Intelligence) alla Sapienza di Roma e l’abilitazione, con il massimo dei voti, come “criminologa esperta in Scienze Forensi”. Nel 2013 è in missione nella frontiera tra Haiti e Repubblica Domenicana per un progetto su diritti, lavoro e migrazione sostenuto dalla Regione Toscana. Viene convocata come “consulente esperto” in tavoli di lavoro nazionali con vari ministeri sul tema del femminicidio e della violenza domestica. Partecipa alla stesura del Piano Nazionale contro la Violenza di genere. Viene nominata componente del Tavolo tecnico per la predisposizione delle Linee Guida per interventi di assistenza, riabilitazione, e per il trattamento dei disturbi psichici dei rifugiati e delle persone che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale. Dal 2014 è responsabile del progetto nazionale “Codice Rosa Bianca”, lavora come esperta ai tavoli di lavoro del Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio per redigere le linee di indirizzo per l’applicazione della legge e viene convocata dal Ministro della Salute Lorenzin a partecipare come esperto e relatore al Tavolo dedicato al tema “violenza, diritto alla salute negato, donne migranti”. Sempre nel 2014 al Codice Rosa arrivano le parole di incoraggiamento di Papa Francesco che esorta a proseguire nel cammino intrapreso”.
Tanti i riconoscimenti ricevuti dalla Doretti tra i quali il “Melvin Jones Fellow” dal Lions Clubs International Foundation, e tre “Paul Harris Fellows”, la più alta e prestigiosa riconoscenza rotariana. Un impegno, quello di Vittoria Doretti, facilmente dimostrabile. Solo in Toscana il Codice Rosa ha portato alla luce, nel 2016, 3451 reati subiti, di cui: 3241 maltrattamenti, 185 abusi dei quali 74 a danno di minori e 25 casi di stalking. L’anno precedente erano stati 3049, nel 2014 3268. Un fenomeno in crescita come i femminicidi che in questo 2017 in Italia sono arrivati quasi a 50. “Nemmeno Siena – ha concluso Susanna Guarino – è immune da tutto questo. Lo sanno bene i centri antiviolenza con i quali collabora Vittoria Doretti. La città oggi le consegna il più alto riconoscimento, ma quello che noi le dovremo consegnare è un piccolo impegno da parte di tutti a fare squadra, la sua squadra, quella che ha fatto conoscere il suo progetto in Italia e nel mondo”.
“Scorrere l’elenco delle cose fatte da Susanna Fratiglioni – ha aperto Massimo Bianchi (Università di Siena) – è come ripercorrere la storia recente di Siena ed è soprattutto nel settore del Palio in cui la sua attività amministrativa è stata marcata” . Bianchi ha sottolineato “come tutte le innovazioni introdotte, dal 1986, nella complessa macchina organizzativa della Festa portino la sua firma a supporto degli atti amministrativi, fino al 2015, anno del suo congedo dal lavoro. Dopo l’assunzione per concorso nel 1984 – ha proseguito – si è avvicinata al mondo del Palio nel 1985, occupandosi, dall’anno successivo, della procedura per l’incarico della realizzazione del drappellone e, dal 1987, dell’introduzione della prima previsita informale e volontaria dei cavalli: un primo segnale per dare attuazione al principio di una più attenta verifica delle condizioni sanitarie degli animali. Previsita che diventa obbligatoria nel 1991, lo stesso anno in cui viene firmata anche la convenzione con il Ministero Agricoltura e Foreste per l’istituzione del pensionario dei cavalli a Radicondoli. Nel 1993 – ha aggiunto Bianchi – Susanna Fratiglioni diventa responsabile di tutte le fasi organizzative del Palio. Sono anni nei quali vengono poste le basi per ulteriori innovazioni in materia di sicurezza dei cavalli: dalle prove mattutine regolamentate in Piazza alle convenzioni con il Comune di Monticiano per l’uso della pista “Il Tamburo” per le corse di addestramento e con la clinica del dottor Raffaello Ciampoli per gli interventi urgenti sui cavalli. Nel 1999 ha curato l’istituzione dei Protocolli per gli incentivi al mantenimento dei cavalli e per l’uso terapeutico dei farmaci, che trova la sua giustificazione sulla tutela terapeutica del benessere animale. La sua azione amministrativa sul Palio si è esplicata anche con l’accordo con la Rai per le riprese televisive delle Carriere, seguito da Omar Calabrese, oltre che con la revisione del Regolamento del Masgalano e, dal 1998 al 2000, il rinnovo dei costumi del Corteo Storico. Nel frattempo – ha proseguito – Susanna Fratiglioni ha svolto tante altre funzioni amministrative all’interno dell’ente: dalla gestione dei contenziosi legali a quella del cerimoniale, che l’ha portata a curare, in raccordo con le altre istituzioni, la presenza a Siena di ospiti illustri come gli imperatori del Giappone (1992), i presidenti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (1994) e Carlo Azeglio Ciampi (1997 e 2002) e Papa Giovanni Paolo II (1996). Ottenuto nel 2002 il primo incarico dirigenziale, si occupa anche delle strutture museali e teatrali comunali ed è protagonista di un’importante stagione culturale che ha portato in Piazza del Campo grandi artisti in occasione del Capodanno e del festival “La Città Aromatica”. Nello stesso periodo ha diretto anche l’ufficio Sport. Inoltre, in ambito turistico, ha seguito dal 2003 lo sviluppo del progetto del trekking urbano e, dal 2014 le attività di promozione turistica di Siena. Susanna Fratiglioni si è occupata, dal 2002 – ha concluso – anche del Premio Mangia: sia come responsabile dell’elaborazione del nuovo Statuto del Concistoro del Mangia sia nelle fasi di assegnazione del Premio e delle medaglie di civica riconoscenza. Ed è importante che oggi Susanna riceva questa medaglia, proposta congiuntamente dall’Arciconfraternita di Misericordia e dalla Pubblica Assistenza di Siena, che è bello considerare come un riconoscimento ideale a tutti coloro che hanno lavorato con lei in questi anni di servizio”.
“Carlo Semplici è stato ed è un pittore che ha saputo trasmettere il passare del tempo e la sua bellezza esteriore e interiore. E’ il Maestro della pittura che la città di Siena ha avuto come un eccezionale testimone, e che oggi Siena ringrazia con questa onorificenza assegnata dal Concistoro del Mangia”. Con queste parole il professor Fabio Mazzieri ha tracciato in sintesi ma con profondità la figura e la cifra artistica di Carlo Semplici. L’artista senese, nato a Siena il 2 dicembre del 1929, si è formato all’Istituto Tommaso Pendola e, successivamente, all’Istituto d’Arte di Siena sotto la guida dei Maestri Otello Chiti, Aldo Marzi, Federico Papi. Trasferitosi successivamente all’Accademia di Belle Arti di Firenze è stato allievo di Primo Conti e dopo a Milano, all’Accademia di Brera, per studiare con i professori Aldo Carpi e Benvenuto Disertori. Come ha ricordato Mazzieri “la sua attività di docente inizia con l’insegnamento del disegno all’Istituto Pendola, prosegue nelle scuole medie della provincia e, definitivamente, con l’insegnamento di Discipline Pittoriche all’Istituto d’arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena, all’interno del quale sarà seguito da centinaia di studenti, diventando collega e amico dei principali artisti che dirigono la scuola, come Otello Chiti e Plinio Tammaro. In questo periodo esegue numerosi ritratti dei suoi allievi, che oggi conservano gelosamente. Un rapporto veramente speciale quello instaurato con i suoi studenti, lo testimonia una sua bellissima opera del 1956. Si tratta di una grande tela che la città, e i tanti visitatori, hanno potuto ammirare nella sua recente personale ospitata nei Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico. Semplici ha rappresentato un gruppo di giovani in una composizione tagliata come una fotografia rubata alla realtà quotidiana, anche se, come ha detto lo stesso autore, è realizzata con precedenti studi di amici e amiche in posa nel suo studio. La ragazza di spalle è la moglie Pierina, la sua modella preferita. L’impianto generale è un Caravaggio. Un pezzo della nostra storia. E Carlo Semplici con questo lavoro riesce a trasmettere, in maniera esemplare, un periodo preciso della cultura italiana. Così come in altre produzioni coglie e fissa nel tempo gli stati sociali, la bellezza delle donne, i monturati del Palio, le letture psicologiche dei gesti delle mani, la severa bellezza degli abitanti del Malawi. Il pittore guarda noi, ci interroga e si interroga sulla sua muta presenza. Aspetta una risposta. La risposta è arrivata da tanti suoi studenti che hanno indagato la realtà con il suo aiuto. Anche nella pittura dei paesaggi emerge la necessità di allargare una visione interiore. Il tempo e il ritmo sono un altro elemento pittorico che Semplici indaga e che emergono dai sui quadri come i suoni che emergono da una sinfonia. La stessa sensibilità espressa nel drappellone realizzato per il Palio del 2 luglio 1970 dedicato a Federigo Tozzi. Un drappellone dove forse, per la prima volta, il pittore ci restituisce il ritratto di un grande protagonista della cultura senese”.
A realizzare, a titolo gratuito, le pergamene che hanno accompagnato i riconoscimenti sono stati Daniela Martelli e Stefano Pellati.