MONTERIGGIONI. “Una manovra studiata a tavolino per distruggere l’intero sistema scolastico pubblico, soprattutto il livello primario, attraverso la reintroduzione del maestro unico e l’eliminazione del tempo pieno, a discapito di quanto avevamo fatto per avere una scuola competitiva a livello europeo e in grado di fornire adeguate garanzie per le pari opportunità di educazione”. Con queste dure parole Giuseppe Fioroni, già ministro della Pubblica Istruzione e attuale presidente nazionale del Forum del Pd sul welfare ha commentato la Riforma della Scuola del Ministro Gelmini, in occasione dell’iniziativa organizzata dal Pd di Monteriggioni, svoltasi nei giorni scorsi presso il Circolo di Fontebecci. Un tema, quello dell’istruzione, molto sentito dai senesi a giudicare dall’alta partecipazione di pubblico all’evento, nel corso del quale sono intervenuti, tra gli altri: Franco Ceccuzzi, deputato del Pd; Luigi Sebastiani e Pietro Biagini, dirigenti scolastici; Benedetta Granai, responsabile politiche per la formazione del Pd provinciale; Elisa Tiezzi, presidente del consiglio di istituto della scuola Mattioli, Andrea Frosini, responsabile comunicazione del Pd di Monteriggioni e Raffaella Senesi, segretario del Pd di Monteriggioni.
“La riforma della scuola – ha spiegato Senesi – dovrebbe far sì che dalle scuole e dalle università italiane escano giovani preparati, sui quali far ruotare l’intero sistema sociale ed economico del nostro Paese. La proposta del ministro Gelmini, invece, sembra una manovra economica finalizzata a far quadrare il bilancio dello Stato, con tagli invece di investimenti che impoveriscono l’intero sistema scolastico. L’idea di scuola pubblica del Pd, al contrario, si basa sul principio che le fasce più deboli abbiano pari opportunità nel godimento dei propri diritti, perché è nella scuola che si costruisce il modello di società che il Pd vuole solidale, equa, democratica e meritocratica”. Per Frosini, “il presupposto per valutare la Riforma Gelmini è se questa risponde al principio di diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione”.
“Lo Stato – ha detto Ceccuzzi – non garantisce più il diritto allo studio e i cittadini di Siena, che hanno preso l'iniziativa di mettere in mora i ministeri dell'istruzione e dell'economia, non hanno ancora avuto una risposta. La realtà delle scuole della provincia di Siena, come del resto del Paese, è lontana da quella rappresentata dal governo. Lo sanno i dirigenti scolastici, trasformati in 'fund raiser' alla ricerca di risorse per garantire continuità all'attività didattica; lo sanno i genitori, spesso costretti a sottoscrizioni straordinarie per acquistare beni di prima necessità che mancano nelle scuole; lo sanno gli insegnanti, alle prese con difficoltà nuove e sempre crescenti. Soprattutto i precari, come quegli insegnanti dell'ultimo ciclo Ssis, che sono stati esclusi dal decreto salva-precari. Il Governo – ha aggiunto Ceccuzzi – sta procedendo ad un ridimensionamento della scuola pubblica con un taglio di 8 miliardi e di 130mila posti di lavoro, la riduzione degli orari scolastici, il ridimensionamento dei contenuti e della qualità della didattica”.
Di “situazione critica” ha parlato Tiezzi che ha aggiunto: “Le circolari ministeriali arrivano sempre ‘il giorno dopo’ o ‘il minuto prima’ costringendo, per mancanza di tempo, ad applicarle senza tener conto delle leggi nel suo insieme. Circolari legali ma parziali che invitano, sempre e comunque, a tagliare”. Biagini ha ringraziato gli Enti locali sottolineando l’importanza del lavoro svolto insieme agli Istituti scolastici per ovviare ai tagli del governo, mentre Sebastiani ha evidenziato come, soprattutto negli istituti professionali, il taglio ai laboratori e all’innovazione, peggiori la qualità della formazione, limitando le possibilità di accedere al mondo del lavoro.
“Le famiglie – ha sottolineato Granai – vivono le difficoltà legate ad una politica che colpisce il sapere, l’Università e la ricerca. Settori che, in tutto il resto d’Europa, i governi usano contro la crisi e per lo sviluppo, mentre da noi incontrano l’incompetenza e l’incapacità di chi guida le sorti del Paese”.
“La riforma della scuola – ha spiegato Senesi – dovrebbe far sì che dalle scuole e dalle università italiane escano giovani preparati, sui quali far ruotare l’intero sistema sociale ed economico del nostro Paese. La proposta del ministro Gelmini, invece, sembra una manovra economica finalizzata a far quadrare il bilancio dello Stato, con tagli invece di investimenti che impoveriscono l’intero sistema scolastico. L’idea di scuola pubblica del Pd, al contrario, si basa sul principio che le fasce più deboli abbiano pari opportunità nel godimento dei propri diritti, perché è nella scuola che si costruisce il modello di società che il Pd vuole solidale, equa, democratica e meritocratica”. Per Frosini, “il presupposto per valutare la Riforma Gelmini è se questa risponde al principio di diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione”.
“Lo Stato – ha detto Ceccuzzi – non garantisce più il diritto allo studio e i cittadini di Siena, che hanno preso l'iniziativa di mettere in mora i ministeri dell'istruzione e dell'economia, non hanno ancora avuto una risposta. La realtà delle scuole della provincia di Siena, come del resto del Paese, è lontana da quella rappresentata dal governo. Lo sanno i dirigenti scolastici, trasformati in 'fund raiser' alla ricerca di risorse per garantire continuità all'attività didattica; lo sanno i genitori, spesso costretti a sottoscrizioni straordinarie per acquistare beni di prima necessità che mancano nelle scuole; lo sanno gli insegnanti, alle prese con difficoltà nuove e sempre crescenti. Soprattutto i precari, come quegli insegnanti dell'ultimo ciclo Ssis, che sono stati esclusi dal decreto salva-precari. Il Governo – ha aggiunto Ceccuzzi – sta procedendo ad un ridimensionamento della scuola pubblica con un taglio di 8 miliardi e di 130mila posti di lavoro, la riduzione degli orari scolastici, il ridimensionamento dei contenuti e della qualità della didattica”.
Di “situazione critica” ha parlato Tiezzi che ha aggiunto: “Le circolari ministeriali arrivano sempre ‘il giorno dopo’ o ‘il minuto prima’ costringendo, per mancanza di tempo, ad applicarle senza tener conto delle leggi nel suo insieme. Circolari legali ma parziali che invitano, sempre e comunque, a tagliare”. Biagini ha ringraziato gli Enti locali sottolineando l’importanza del lavoro svolto insieme agli Istituti scolastici per ovviare ai tagli del governo, mentre Sebastiani ha evidenziato come, soprattutto negli istituti professionali, il taglio ai laboratori e all’innovazione, peggiori la qualità della formazione, limitando le possibilità di accedere al mondo del lavoro.
“Le famiglie – ha sottolineato Granai – vivono le difficoltà legate ad una politica che colpisce il sapere, l’Università e la ricerca. Settori che, in tutto il resto d’Europa, i governi usano contro la crisi e per lo sviluppo, mentre da noi incontrano l’incompetenza e l’incapacità di chi guida le sorti del Paese”.