Da tre anni gli erano stati diagnosticati gravi problemi psichici
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di Augusto Mattioli
SIENA. Due storie drammatiche. Quella dell’autista della Tiemme ferito da alcune coltellate da un ragazzo ivoriano di 19 anni con un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri e il manico di altri 20. E quella del ragazzo che a 16 anni (era il 2014) è arrivato nel nostro paese nella cui mente, con il passare del tempo, è saltato qualcosa. Due vite che si sono intrecciate in un pomeriggio di questa calda estate.
Il giudice delle indagini preliminari Roberta Malavasi oggi (2 agosto) ha deciso per lui la convalida dell’arresto per ciò che ha fatto ma senza rimandarlo in carcere. Ha disposto invece il suo ricovero nel reparto di salute mentale del pronto soccorso del Policlinico delle Scotte ed accettato la richiesta di una perizia psichiatrica del suo legale Manfredi Biotti. Che servirà a stabilire le reali condizioni mentali di questo giovane ivoriano che, tra l’altro, vuole tornare nel proprio paese. In particolare, la sua capacità di intendere e di volere. L’avvocato ha anche prodotto una documentazione medica sullo stato di salute mentale del suo assistito. Fisicamente sembra avere meno problemi nonostante sia stato colpito da tre colpi di pistola ad una gamba sparati dai carabinieri per evitare la sua pericolosa furia. Uno lo ha ferito di striscio, gli altri due sono stati più precisi.
Nell’interrogatorio per la convalida, durato per un’ora e mezzo, svoltosi nel carcere di Santo Spirito, come riferisce l’avvocato Biotti “non ha detto niente sul caso che lo ha visto protagonista. Nella sua mente non c’è niente, avendo rimosso tutto. Dice solo di voler tornare in Costa d’Avorio”. Il giudice Malavasi avrebbe cercato di avere degli elementi per capire “ma lui non ha saputo raccontare niente”. In ogni caso non aveva bevuto e non aveva ingerito droga. Ciò che appare chiaro da questa storia è che questa persona ha pesantemente sofferto di turbe mentali, come emerge anche da qualche episodio violento, di cui si è reso responsabile nel recente passato. Il giovane ivoriano era stato seguito alle Scotte dal centro di salute mentale e la diagnosi di una visita a meta dicembre del 2016 e di una successiva lo scorso luglio è stata chiara: grossi problemi di carattere psicologico, in termini medici “disturbo psicologico compulsivo” per cui fa sapere il legale “si consigliavano il ricovero e visite quotidiane “. Consigli che non sono stati seguiti. “Ci sono delle responsabilità di terzi?”, si domanda l’avvocato Biotti che aggiunge:”Se un reparto di salute mentale ti dice che questa persona ha problemi grossi qualcuno avrebbe dovuto capire e decidere cosa fare”. Insomma è possibile che il suo stato di salute sia stato molto sottovalutato.
Resta anche da capire cosa abbia scatenato la furia del giovane. Forse un gesto, una parola mal compresa potrebbe avere indotto ad assalire l’autista del pulmino, che utilizzava per andare da Santa Colomba a Siena e tornare.