"La paura viene quindi alimentata e sfruttata per ottenere consensi, come fanno i neofascisti, la Lega e in maniera subdola anche il PD"
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SIENA. La Rete Antifascista Senese vuole esprimere innanzitutto la sua vicinanza nei confronti dell’autista Tiemme aggredito e ferito a Santa Colomba. Una solidarietà nei confronti di un lavoratore che ha dovuto subire sulla propria pelle la conseguenza indiretta di politiche dell’immigrazione scellerate e della mancanza di una vera politica di accoglienza e integrazione. Ma non si tratta solo di incapacità. Il mantenimento del caos, la paura generalizzata e spesso irrazionale, creano le condizioni favorevoli per una maggiore governabilità e flessibilità della popolazione. Per questo ad oggi la politica di accoglienza si limita a rinchiudere i migranti nei centri e poi lasciare al caso tutte le dinamiche che andrebbero invece gestite seriamente, prima di tutto l’integrazione con la cittadinanza locale.
La paura viene quindi alimentata e sfruttata per ottenere consensi, come fanno i neofascisti, la Lega e in maniera subdola anche il PD. Si arriva anche a sfruttare drammi personali, come quello dell’autista Tiemme, solo perché questi offrono ai politicanti locali una ghiotta possibilità di cavalcare l’onda della paura per scopi elettorali e di visibilità politica. Allo stesso tempo la paura non va negata e rimossa, come fa invece certa sinistra. La paura si vince rimuovendone le cause. Oggi molti italiani hanno paura non perché siano ostili ai migranti, ma perché vedono che l’emergenza è gestita male e si sentono abbandonati e senza strumenti di fronte a situazioni nuove, caotiche e che non sanno gestire, soprattutto emotivamente. I migranti inoltre non arrivano in un Paese prospero, coeso, sereno. Si affacciano in un’Italia che vive una crisi economica infinita, che ha lacerato in modo devastante il tessuto sociale, rendendo le persone ancora più fragili e disarmate di fronte a problematiche complesse. La Rete Antifascista Senese richiede innanzitutto che le istituzioni facciano il proprio dovere per organizzare al meglio l’accoglienza e contribuire a disegnare un orizzonte che dia ai cittadini quella sicurezza senza cui l’integrazione resta utopia. La Rete, inoltre, si propone di mettere in atto concretamente iniziative finalizzate a promuovere l’integrazione e la sicurezza sociale connettendo cittadini, migranti e associazioni (solide e non improvvisate) e smascherare operazioni politiche e propagandistiche interessate solo ad alimentare il conflitto e l’insicurezza.