"Il ragazzo di bottega all'esordio da capoallenatore, ha bruciato tutte le tappe"
di Umberto De Santis
SIENA. “Siena campione d’Italia, titolo più meritato di questo non poteva esserci. La Montepaschi di Simone Pianigiani, Terrel Mc Intyre, Romain Sato, Benjamin Eze, Rimantas Kaukenas batte in gara3 90-82 la VidiVici Bologna e vince il suo secondo tricolore, a distanza di tre anni dal primo. La vittoria della classe, della forza, di un gruppo superiore a tutti gli altri, al cospetto di una Virtus Bologna che per tre-quarti di partita ha fatto tremare i polsi agli avversari, facendo intravedere lo spettro di gara4″.
No, non sono parole del vostro cronista, che all’epoca era solo uno degli ottomila spettatori di quella gara 3 che il 17 giugno 2007 consegnò nel catino del PalaSclavo il secondo scudetto della sua storia alla Mens Sana, il primo dei sei di Simone Pianigiani head coach. E’ il riconoscimento della superiorità di una squadra, che oggi si vorrebbe lasciare nel dimenticatoio, fatto da Il Resto del Carlino, proprio il giornale della città degli sconfitti bianconeri virtussini. Parole estremamente lusinghiere, parole che non lasciano dubbi e che nella mente di nessuno potevano fare immaginare quella schiacciante superiorità che sul campo questo gruppo – e l’aggiunta dei campioni arrivati successivamente – avrebbe potuto esprimere negli anni seguenti.
Mens Sana Siena fra il 2001 e il 2014 è la storia di un gruppo che in questi giorni, nei suoi protagonisti ancora in attività, ha raccolto ancora una volta momenti di gloria. Simone Pianigiani è il tecnico dell’Hapoel Jerusalem vincitore del titolo della Winner League in israele. Romain Sato è protagonista due giorni fa del primo storico scudetto del Valencia in Spagna. Nikos Zisis è campione di Germania con il Brose Basket. Gigi Datome ha vinto un triplete, fra Coppa di Turchia, EuroLeague e campionato turco. Rimantas Kaukenas ha dispensato tutta la sua passione portando Reggio Emilia due volte in finale scudetto. Tomas Ress sta giocando la serie finale del campionato tricolore 2016-17 contro Luca Lechthaler.
Lo scudetto del 2007 proclamò la nascita di campioni autentici come Terrell McIntyre, Marco Carraretto, Benjamin Eze, Joe Forte, Vrbica Stefanov, Shaun Stonerook. Classe e feroce determinazione, applausi a scena aperta raccolti in tutti i palazzetti italiani ed europei. Un incrocio di coincidenze quali l’improvvisa disponibilità finanziaria del Monte dei Paschi, la caduta di alcuni protagonisti storici del basket italiano (Benetton Treviso su tutti) insieme con la sempre più decrescente capacità di investimento degli altri (compreso Armani, che ha destinato risorse in decine di milioni solo negli ultimi anni alla sua Olimpia) dette il via alla serie di sette scudetti consecutivi, con stagioni regolari dove le sconfitte si calcolavano in unità e con playoff da schiacciasassi. Appena cinque sconfitte in 44 gare in quella stagione 2006-2007!
Per i più labili di memoria, ricordiamo che quella gara fu molto intensa, con la Vidivici Bologna mai impressionata dal muro dei tifosi biancoverdi e avanti 75-76 a 5’35” dalla sirena con le triple di Ilievski e Blizzard, dopo aver raggiunto nel secondo quarto il +12. Ma la doppia doppia di Sato (14p+11r), il gioco da 4 punti di Kaukenas e il 4/4 del glaciale McIntyre dalla lunetta risolvono la partita con cui, per dirla con le parole dell’inviato della Gazzetta dello Sport Guido Guida “Simone Pianigiani, il ragazzo di bottega all’esordio da capoallenatore, ha bruciato tutte le tappe e, sfoggiando personalità non comune, ha condotto la squadra allo scudetto già alla prima stagione dopo la fine della gestione Recalcati.”
E visto l’astio con cui lo attende una parte della tifoseria a Milano in questi giorni in cui dovrebbe diventare il nuovo allenatore dell’Olimpia, ci rimane l’impressione che di basket giocato, per molti anni, in tanti non ne hanno capito e non continuano a capirne un tubo.
E a confondere le vittorie sacrosante sul campo con i lacchezzi contabili per arricchimento personale di una dirigenza finita per questo sotto processo.