Con il curatore Giacomo Zanibelli interverranno Giovanni Mazzini e Paolo Gheda
SIENA. L’Associazione LogoSiena ha organizzato per il giorno di giovedi 8 giugno alle ore 18,00 presso la Libreria Senese in Via di Città la presentazione del volume “La grande guerra in provincia” a cura di Giacomo Zanibelli. Alla presentazione interverranno Giovanni Mazzini, Paolo Gheda e sarà presente il curatore.
LA GRANDE GUERRA IN PROVINCIA
Come la storiografia ha già ampiamente evidenziato, la Grande Guerra fu molto di più di quella combattuta in trincea. La definizione stessa di fronte interno rimanda del resto a un concetto della guerra in cui nessuno, neppure chi rimane lontano dai combattimenti, può e deve ritenersi esonerato dallo sforzo comune che la contingenza bellica richiede. In questo senso anche la prima guerra mondiale fu innegabilmente esperienza totalizzante. Ed è proprio sul tema del “fronte interno” che, si ritiene, molto rimane ancora da dire. Partendo dal presupposto che la comprensione del conflitto non può e non deve limitarsi alla dimensione combattuta della guerra, nei suoi protagonisti e nei suoi territori. Ne uscirebbe infatti una visione parziale, che finirebbe per escludere tutti coloro che, pur non essendo mai entrati materialmente in contatto con il conflitto, ne pagarono ugualmente le conseguenze sul loro vissuto quotidiano, e tutti quei territori che, pur non avendo conosciuto distruzioni, invasioni, campi di battaglia, non per questo mancarono di mostrare le proprie “macerie”.
Due i punti di osservazione privilegiati da cui ci si propone di approfondire il tema del fronte interno italiano.
La dimensione locale, che indagando con una sorta di lente di ingrandimento in che modo comunità e territori affrontarono il trauma del conflitto, permette di aggiungere tessere ancora mancanti alla ricostruzione storiografica sulla Grande Guerra. Non dunque una deriva localistica ma un’attenzione nuova a tutti quegli aspetti che fecero delle comunità e dei territori le cellule primarie attraverso i quali l’esperienza bellica venne filtrata a livello più alto. La “provincia”, dunque deve essere vista come un angolo di lettura privilegiato per aggiungere un nuovo tassello al quadro della reazione della società italiana al conflitto.
In secondo luogo, la dimensione “umana”. Tanto si è parlato del paese in guerra, del paese mobilitato. Ma la guerra la fecero soprattutto gli uomini; quelli al fronte, ovviamente, prima di tutto. Ma anche tutti coloro che rimasero, o che tornarono. La guerra la fecero anche, a modo loro, le donne e i bambini, gli uomini delle fabbriche mobilitate, industriali e operai, i contadini nelle campagne, ma anche coloro che si trovarono a gestire l’emergenza bellica dai loro posti di potere. Ognuno di loro, da posizioni diverse e con sacrifici senza dubbio imparagonabili, si trovò comunque a dover rivedere la propria esistenza sulla base delle esigenze imposte dal conflitto. La storia della Grande Guerra in Italia come storia di “persone”, dunque; risucchiati negli ingranaggi di una mobilitazione civile che non fu meno dura di quella militare.