SIENA. Qualcuno sostiene che il buongusto sia roba d’altri tempi, una eccezione in un mondo che crea e brucia miti ed eroi, peraltro irrilevanti per i destini dell’umanità, nel giro di pochi attimi. A maggior ragione, laddove lo si può ritrovare, il buongusto, soprattutto se espresso ripetutamente, diventa tratto distintivo, marchio di fabbrica destinato a durare nel tempo. Con la quarta edizionedi Un po’ di Sì, ancora una volta Alessandra Lusini, ideatrice e organizzatrice dell’evento, ha voluto ribadire che l’appiattimento su ciò che si considera trendy altro non è che la via più comoda e meno difficile da seguire, non certo la migliore a distribuire tracce di sè e delle proprie idee. Un po’di Sì ha raccolto attorno alla propria filosofia di fondo, nel nome del messaggio universale del bello che a Siena trova piena cittadinanza, alcune delle migliori espressioni artistiche che onorano con la propria presenza la città. Ecco così i lavori di Luca Liserani e Giovanni Bonelli, i cui scatti d’autore sono già noti ed apprezzati dal pubblico senese, di Carlo Chechi con i suoi percorsi di riscoperta delle antiche tecniche di sviluppo fotografico e dell’Associazione la Diana, che con le sue preziose immagini d’archivio testimonia la magia della città sotterranea.
Accanto alle eccellenze della fotografia senese, il qualificato pubblico intervenuto all’evento ha avuto l’occasione per ammirare le opere figurative, colme di messaggi e ricerca estetica, proposte da Enzo Attinello e gli impeccabili fumetti naif, in cui l’ottimismo è il tratto predominate, realizzati da Davide Berrettini. A completare la proposta artistica della quarta edizione di Un po’ di Sì hanno riscosso notevole successo le opere astratte di Giuseppe Castelli, Enzo Gambelli e Alessandro Grazi, nelle quali la profondità dei messaggi sottintesi emergono con forza prepotente, e l’abilità “artigiana” di Stefano Sardelli, i cui lavori arditi donano una vita non banale a materiali di recupero.
Ancora una volta quindi, missione compiuta. Un po’ di Sì patrocinato dal club Unesco e realizzato grazie alla gentile ospitalità dello show room Muzzi arredamenti si è confermato un evento che, che ha offerto uno spazio di autentica contaminazione creativa, ribadendo il linguaggio universale del bello e dei suoi profondi messaggi