Il circolo teme la chiusura di tante filiali e il taglio dei posti di lavoro
SIENA. Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo.
“Negli ultimi giorni, accreditate fonti giornalistiche parlano di una decina di migliaia di possibili esuberi in Monte dei Paschi. Questa notizia si apprende a poche settimane dal termine della trattativa tra UE, BCE e MEF, sul dossier MPS. Infatti il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha dichiarato che “avremo l’accordo entro giugno e a luglio l’ingresso dello Stato nel capitale MPS”.
Non possiamo che valutare positivamente il fatto che l’operazione stia arrivando a buon fine, ma quello che ci preoccupa sono i possibili contenuti dell’accordo che potrebbero anche limitare l’attività della Banca negli anni futuri.
La ‘storia’ del Monte dei Paschi non termina con l’ingresso del MEF nel suo capitale e neppure con la vendita del proprio credito deteriorato. Queste dovrebbero essere le condizioni base per consentire alla Banca di ri-partire. Mps deve tornare a fare reddito per consentire che lo Stato, in un tempo ragionevole, possa dismettere la sua partecipazione e l’Istituto di credito riprendere, economicamente risanato, a camminare con le proprie forze. Per tornare alla redditività, però, la Banca necessita di un’adeguata rete a contatto con il territorio e, soprattutto, ha bisogno di competenze adeguate ed efficaci per ri-massimizzare le relazioni con la clientela.
Le voci di migliaia di esuberi e di chiusura massiccia delle filiali sembrano, però, andare nella direzione opposta.
Il contenimento dei costi imposto dagli organismi europei, necessario per rispettare indici derivanti da esercizi meramente teorici sul capitale, non può portare al massacro della professionalità e dell’occupazione Lo Stato e le sue Istituzioni di controllo, iniziando dalla Banca d’Italia, non possono far gravare il peso di errori passati e generalizzati, esclusivamente sul personale, sul territorio di radicamento del Monte dei Paschi, sugli azionisti e sulla collettività e l’indotto”.