SIENA. La 67^ Settimana Musicale Senese si chiude, così come si è aperta, nel segno di Beethoven. Dopo l’inaugurazione dello scorso 9 luglio con la monumentale Missa Solemnis nell’applaudita esecuzione dell’Orchestre des Champs Elysées e il Collegium Vocale Gent e Accademia Chigiana Siena diretta da Philippe Herreweghe, sabato (17 luglio) nella chiesa di Sant’Agostino sarà la volta dell’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra. L’esecuzione è affidata ad Alexander Lonquich, figura di spicco del pianismo internazionale, che appare nella doppia veste di solista e direttore dell’Orchestra da Camera di Mantova. Con questo complesso Lonquich ha già realizzato un progetto simile con l’integrale dei Concerti per pianoforte di Mozart avviato nel 2003. Sarà dunque un percorso che attraverserà gli 11 anni cruciali nei quali Beethoven scrisse i cinque capolavori: si va dal giovanile Primo concerto op. 15 del 1798 fino al Quinto concerto “Imperatore” op. 73 del 1809. Il percorso è diviso in due parti: il primo appuntamento è alle ore 17.30 con l’esecuzione dei primi tre Concerti: apre il ciclo il Concerto n. 2 in si bemolle maggiore op. 19, prosegue il Concerto n. 1 in do maggiore op. 15 e chiude il Concerto n. 3 in do minore op. 37. Alle ore 21.15 la seconda parte della maratona beethoveniana riprende con il Concerto n. 4 in sol maggiore op. 58 e termina con il Concerto n. 5 in mi bemolle magg. op. 73 “Imperatore”. Corpus completo e piuttosto unitario, nonostante le differenze che ciascuna di queste pagine presenta rispetto alle altre, i cinque Concerti per pianoforte di Beethoven rappresentano un fondamentale apporto al genere della composizione per strumento solista e orchestra. Quasi tutti nacquero anzitutto per essere eseguiti dal loro autore, che era anche pianista e continuò a esserlo finché l’avanzare della sordità non glielo impedì. La successione cronologica delle date di composizione assegna i primi due, nati ancora nel Settecento, al periodo giovanile di Beethoven, quello ancora almeno parzialmente allineato con la corrente maggiore del classicismo viennese, illuminata dai grandi esempi di Haydn e Mozart. Gli altri tre Concerti invece risalgono al periodo successivo di maggior maturità musicale. Di queste fasi della creatività di Beethoven il succedersi delle cinque partiture sembra quasi tenere un diario, registrando via via le diverse concezioni del linguaggio musicale: ma anche dell’impiego del pianoforte, sempre protagonista, a guidare l’orchestra senza mai rinunciare al carattere dialogico del rapporto fra solista e orchestra. Alexander Lonquich è una delle figure di spicco del pianismo internazionale, particolarmente stimato per le sue interpretazioni dei classici, come per il repertorio francese del Novecento. Di grande esperienza, anche didattica, l’artista tedesco è stato insignito di numerosi premi quali l’Abbiati, il Diapason d’or e l’Edison. Lonquich dirigerà l’Orchestra da Camera di Mantova, un complesso che dal debutto del 1981 si è imposto all’attenzione generale per brillantezza tecnica, assidua ricerca della qualità sonora, particolare sensibilità ai problemi stilistici. Ha collaborato con direttori e solisti di fama internazionale come Salvatore Accardo, Gidon Kremer, Shlomo Mintz, Mischa Maisky, Giuliano Carmignola, Bruno Canino, Uto Ughi, Michele Campanella, Katia e Marielle Labeque, Maria Tipo, Alexander Lonquich, Mario Brunello, Andrea Lucchesini, Severino Gazzelloni e Astor Piazzolla, svolgendo un’attività che l’ha vista protagonista di innumerevoli concerti in Italia e all’estero. Nel 1997 è stato conferito all’Orchestra il premio Abbiati. Info: tel. 0577-22091, www.chigiana.it
Prezzi di ciascun concerto (ore 17.30 e ore 21.15): € 18 intero / € 8 ridotto.