Il presidente della Regione: "Era meglio nazionalizzarla 5 o 6 anni fa"
SIENA. (a. m.) Il presidente della Regione, Enrico Rossi, a margine della firma del protocollo per siena, ha parlato anche di banca Mps. Per la crisi di Banca Mps “bisogna cercare di attenuarne l’impatto, parlare con i sindacati, che ci sia giustizia anche nel senso degli stipendi dentro un ragionamento che tutto è ormai nelle mani dello stato. Ero favorevole al salvataggio di Monte Paschi con un intervento pubblico quando tutti mi davano del matto o del comunista – ha ricordato -, in realtà gli interventi pubblici a difesa della banche sono stati fatti dall’America di Bush. Lo stato entrò’ con capitale pubblico, risanò le banche che stavano per fallire, le rimise sul mercato guadagnandoci anche. I nostri liberisti, “i liberisti di noantri”, vedevano questo come un esproprio. Poi abbiamo visto come è andata a finire”.
Rossi ha aggiunto che “Mps si è perso, ha perso capitale, ha avuto una sequela di difficoltà ancora più gravi. Siamo in una situazione drammatica a partire da errori fatti in precedenza. La banca è una ferita non solo a Siena ma in tutto il cuore della Toscana. Non e’ che si risarcisce con uno scrollare di spalle. Il colpo c’e’ stato, ci sara’ ancora, bisogna prenderne atto e guardare avanti cercando di tutelare al massimo il lavoro. Ribadisco: se cinque, sei anni fa, o anche meno, si fosse intervenuti facendo entrare capitale pubblico, nazionalizzando la banca per rimetterla poi sul mercato, lo Stato ci avrebbe guadagnato e Monte Paschi non sarebbe stato nelle condizioni in cui è”.