Il Presidente di turno Mario Cerri: “Sarà creato un ente per ogni esigenza di manutenzione?”

SIENA. “Chi svolgeva i compiti dei nuovi Consorzi di bonifica, prima della loro creazione? E come venivano finanziate queste attività? Perché non si sono accorpate le competenze nella Regione Toscana? Vogliamo creare un consorzio ogni volta che salta fuori un’esigenza nuova?” Se lo chiede Mario Cerri, Presidente di turno di Rete Imprese Italia – Siena, il raggruppamento di Confartigianato, Confcommercio, Cna e Confesercenti. La domanda ricorre a tamburo battente tra le imprese della provincia, nei giorni in cui per la prima volta i contribuenti vedono recapitarsi un nuovo tipo di tassa da pagare: il contributo di compartecipazione agli interventi del Consorzio di Bonifica. “Com’è noto, la Regione ha recentemente accorpato in 6 consorzi bonifica i 26 preesistenti. La stessa Regione dispone da tempo di uno specifico settore “ambiente”: ci chiediamo già da un po’ se non sarebbe stato più semplice ed economico far ricadere su di esso le mansioni che ora si demandano ai Consorzi. I quali, evidentemente, operavano anche prima, ma senza per questo dover pescare ulteriormente nelle finanze di cittadini e imprese. Erano forse troppo virtuosi? Possibile che questo non sia davvero un’altra scusa per rimpolpare le casse statali, e spolpare quelle private?. O forse il criterio che si sta imponendo è quello di creare un consorzio apposito per ogni esigenza di manutenzione? Noi crediamo che per questo tipo di interventi serva personale operativo, molto più che cariche e dirigenti, nell’interesse generale”.