GAIOLE IN CHIANTI. Capita che, mentre si è tranquillamente intenti al taglio dell’erba nell’orto all’interno della propria oliveta, piombi improvviso, come lanciato da una catapulta, un “signore” – con cui mai si è scambiata un’opinione, una parola, un saluto – e si venga investiti a male parole come un temporale a chicchi di grandine, perchè su vari giornali (come Il Cittadino e altri) si manifesta un pensiero relativo al problema che investe tanti, della troppa presenza di ungulati nel Chianti.
Un articolo corredato di foto che si “imputano” (non solo) a chi scrive e che merita per questo un’aggressione verbale, finendo con il minacciarlo gravemente e pesantemente.
“Se finora l’incolumità [di chi scrive (specie se di animali pelosi a quattro zampe, che si chiamano cinghiali) è stata garantita in virtù del fatto che il babbo era cacciatore (che ha cessato l’attività venatoria nauseato dal comportamento di tanti suoi “colleghi”), da questo momento [a chi scrive], se riparla o riscrive di animali pelosi a quattro zampe (cinghiali) può succedere qualsiasi cosa”.
“Che cosa può succedere?”, ribatte chi scrive. “Qualsiasi cosa, se non la fai finita”, ribatte il non tanto educato e non tanto anonimo interlocutore, che poco prima aveva inscenato un’altra azione del genere, ma al contrario, in un luogo affollato di persone.
La foto (non mia) di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino che sovrasta nel mio blog questa reale cronaca dei fatti, induce a pensare che non ci si salva neanche in terra di Toscana…
Andrea Pagliantini