"La scelta del Trentino mette a rischio occupazione e la presenza di ChiantiBanca sul territorio"
MONTERIGGIONI. In relazione alle dichiarazioni sulla stampa di Lorenzo Bini Smaghi, presidente di ChiantiBanca, il candidato della lista ‘Fedeltà alla storia e alla cooperazione’ Giam Pietro Castaldi dichiara quanto segue: “E’ strano che Bini Smaghi si stupisca se un’altra lista partecipa alla competizione. Lui forse non è abituato ad essere contraddetto o ad avere competitori, ma questo rientra nelle normali regole della democrazia cooperativa. In questo senso la nostra lista non ha legami con il passato, ma risponde solo all’impegno di alcune persone che intendono salvare la presenza della Banca sul proprio territorio e garantirle una crescita sostenibile. Una presenza che le piroette strategiche dell’ultimo anno e il falso miraggio secondo cui la soluzione trentina consentirebbe di rifare da capo la banca della Toscana mettono sicuramente a forte rischio; causando, questa volta per davvero, rischi reali (e non rischi immaginari) sul fronte dell’occupazione.
Bini Smaghi sembra non aver fatto parte di un Cda che lui, adesso, ritiene responsabile di tutti i problemi della Banca. Mi chiedo perché lui, presidente dal 2016 e che già da tempo era in contatto stretto con i vertici della Banca, non si sia accorto fin da subito che le coperture dei crediti deteriorati erano di gran lunga inferiori alla media della altre B.c.c. delle Toscana ed avrebbero richiesto le rettifiche di valore attuate soltanto con l’ispezione della Banca d’Italia; ovvero perché, nel caso in cui fosse stato a conoscenza di tutto questo, abbia insistito fino all’ultimo per la strada fallimentare della way out, che – oltre alla perdita della natura cooperativa – avrebbe comportato un’ulteriore e insostenibile spesa di 60 milioni di euro.
Bini Smaghi accusa i suoi competitori di disinformazione, affermando che i tempi della decisione sul gruppo scadono a maggio. Ma la verità è diversa: i tempi della adesione ad un gruppo sono fissati dalla legge e scadranno nel maggio 2018, mentre la Banca d’Italia ha soltanto raccomandato (e non imposto) alle banche di credito cooperativo di assumere in anticipo i loro orientamenti, per facilitare le aspiranti capogruppo a redigere i loro piani. Visto il livello di disinformazione da lui stesso provocata, sarà bene prendersi una minima pausa di riflessione. Del resto, lo stesso Bini Smaghi ha dovuto ammettere che la costituzione dei gruppi deve ancora essere autorizzata da parte di Bankitalia. E, da questo punto di vista, dovrà quanto meno convenire che quello del Trentino, anche per non essere mai stata la Cassa Centrale di Trento vigilata dalla BCE (come accade da tempo per Iccrea), non dà al momento alcuna certezza. Se non quella di garantire probabilmente un ruolo di primo piano allo stesso Bini Smaghi”.