Il futuro del partito e della sua politica in un dibattito
di Augusto Mattioli
SIENA. Sarà una battaglia dura e soprattutto difficile per chi nel Pd senese vuole dare del filo da torcere ai renziani.
L’impressione si è avuta nel corso della riunione di lunedi (6 marzo) nella sede del partito a Fontebecci dei sostenitori di Andrea Orlando, organizzata dalla deputata Susanna Cenni e dal consigliere regionale Simone Bezzini, che nei giorni scorsi veniva dato in uscita dal Pd per seguire i cosiddetti scissionisti. Sarà dura nei congressi di sezione, come ha sottolineato lo stesso Bezzini, chiamando ad un forte impegno i sostenitori senesi di Orlando. Perché ci sarebbero delle sezioni senesi allineatissime con Renzi e dove sarà difficile quindi un vero dibattito sul presente ma, soprattutto, su come dovrà essere il partito democratico. L’aria che tira tra gli ancora aderenti al partito non è delle migliori. C’è rabbia nei confronti della politica renziana e dei risultati negativi, delusione forte per come il partito democratico viene percepito dall’opinione pubblica e per le rotture con il sindacato e con associazioni (vedi l’Anpi, ad esempio), che facevano parte del suo mondo.
C’è, insomma, la sensazione di essere all’ultima spiaggia, se non cambia qualcosa, tanto che nel dibattito si sono avvertiti chiaramente propositi di lasciare definitivamente un’esperienza che non è davvero mai decollata. Non c’è stato – lo ha detto qualcuno – “l’incontro tra due culture” che avevano in comune una stessa visione del sociale, ma solo quello tra gruppi dirigenti. E lo si è visto in questo anni, nche nel senese, quando nel Pd non si sono fuse le anime per dirla in parole povere politiche e culturali del vecchio Pci e della vecchia Dc. Bezzini quindi ha chiesto una mobilitazione molto forte agli aderenti a Orlando, certo lavorando ad una idea diversa di partito. Una sfida difficile perché dovrà essere spiegato cosa dovrà essere il partito democratico e soprattutto per quale politica.