Abbiamo raccolto tutti i comunicati che sono arrivati oggi in redazione in un unico articolo
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SIENA. Per comodità del lettore e per evitare che il nostro quotidiano diventi un giornale monografico, abbiamo raccolto tutti gli interventi che sono arrivati in queste ore in redazione.
Uniti per Siena
Sulle polemiche che sono seguite all’interrogazione dei Consiglieri Andrea Corsi (L’Alternativa) e Marco Falorni (Impegno per Siena) su un progetto svolto all’Asilo Monumento interviene “Uniti per Siena”: “È diritto di un consigliere comunale interrogare l’Amministrazione per ricevere delucidazioni su determinati atti e fatti, come quelli che, in questo caso, riguardano una scuola materna comunale. Ciò premesso – e senza entrare nel merito della questione, già ampiamente dibattuta e forse volutamente strumentalizzata – crediamo che sia necessario valutare l’operato dell’opposizione civica senese per quello che ha fatto in questi anni, senza perdersi in un’azione di caccia alle streghe che non serve certo né all’attualità di Siena né al futuro di questa Città”.
Pietro Staderini
Da Pietro Staderini riceviamo e pubblichiamo un intervento “a puro titolo personale”.
“Il risalto dato a seguito di un’attività educativa svolta all’Asilo Monumento, mi invita a esprimere la mia solidarietà, anche in virtù di affetti e conoscenze personali, alle educatrici che sono finite nella gogna.
Ricordo che le insegnanti sono persone con skill di alta professionalità, competenza e serietà, elementi distintivi che consentono ai nostri asili di offrire un servizio di qualità.
Purtroppo, trattare con estrema leggerezza ideologica, come troppi politici fanno, il tema del gender nelle scuole, porta a vedere la cosiddetta educazione di genere, anche dove questa non c’è. L’episodio dell’Asilo Monumento non è certo un pericoloso caso di gender-mania. Chi conosce il lavoro delle educatrici, sa che la progettualità delle attività didattiche richiede tempo, riflessione e condivisione oltre che partecipazione alle famiglie. Le attività tese alla formazione e allo sviluppo dei bambini, infatti, impegnano molto tempo alle insegnanti -spesso anche fuori orario di lavoro- e la fase della condivisione riveste un aspetto importante.
L’attenzione manifestata su questa vicenda, ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza che riveste l’educazione dei bambini. Ma l’attenzione è necessaria sempre. Sia quando i bambini utilizzano la schiuma da barba che quando si imbrattano con la farina o con i colori, e la nostra attenzione non deve mai venire meno anche quanto si mettono in secondo piano i valori delle nostre tradizioni e della cultura occidentale.
Luigi Dallai
“Rappresentare una comunità richiede impegno, ma anche attenzione e approfondimento dei problemi. Se per ricercare un briciolo di consenso si finisce per strumentalizzare realtà fondamentali come la scuola, i percorsi educativi, i bambini, allora davvero si perde il senso di comunità. L’interrogazione di due consiglieri comunali in merito al progetto didattico dell’Asilo Monumento, per altro condiviso con i genitori, è fondata su una lettura superficiale e completamente errata del lavoro svolto dagli insegnanti, a cui va tutta la mia solidarietà e il mio sostegno. E’ un’interrogazione frutto della paranoia di chi pensa che esista un presunto complotto per indottrinare i nostri figli”. Così Luigi Dallai, deputato del Pd, interviene sulla vicenda dell’Asilo Monumento di Siena.
“Il dibattito – continua Dallai – si inserisce nel clima politico in cui stiamo vivendo, dove un dettaglio è sufficiente per costruire una minaccia e alimentare le paure. Lo abbiamo visto a proposito dell’educazione al rispetto delle diversità e all’accoglienza, che sarebbe la nuova arma dell’ ‘ideologia gender’. La realtà è molto più semplice: la legge prevede che il piano triennale dell’offerta formativa promuova ‘nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni’. Tutti concordano, a parole, come la scuola sia fondamentale per la nostra società; quando poi si tratta di tradurre il principio in scelte operative ecco che in presenza di risorse molto limitate, cominciano le distinzioni sui percorsi educativi”.
“In questi anni abbiamo cercato di sostenere quanto più possibile le scuole dell’infanzia: dalla stabilizzazione di insegnanti ed educatori di asilo, all’inserimento degli asili nido nel percorso educativo da 0 a 6 anni. Nasceranno, anche dove le scuole dell’infanzia sono comunali, dei poli dell’infanzia, dove nidi e scuole materne saranno affiancate, per permettere ai bambini un percorso unico di continuità. Un impegno a cui si accompagnano risorse significative: un fondo di 229 milioni di euro l’anno per gli enti locali, e 150 milioni di fondi Inail saranno utilizzati per finanziare i nuovi Poli per l’infanzia. Oltre a questo, l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità diviene un impegno per tutte le componenti della comunità scolastica e viene prevista una formazione specifica per i docenti che scelgono il sostegno. Possiamo fare meglio, certo, ma abbiamo posto le basi per un cambiamento culturale nei percorsi educativi precedenti alla scuola primaria, e abbiamo reperito le risorse necessarie ad attivarli”.
Massimo Bianchini
Da Massimo Bianchini riceviamo e pubblichiamo.
“Anche io sono un genitore di un bambino che frequenta l’Asilo Monumento ed anche io, come altri sono amareggiato dalle notizie apparse sulla stampa, e dai giudizi, spesso sommari, pubblicati sui social.
Intendo esprimere la mia completa fiducia nella professionalità di tutte le persone che lavorano all’Asilo Monumento, in primis alle maestre di cui ho sempre apprezzato la competenza e la dedizione nei confronti dei bambini.
Ritengo personalmente che nel caso specifico tutto si sia svolto nel rispetto assoluto del rapporto genitori / insegnanti.
Al netto delle responsabilità penali di chi si erge a giudice sommario, ritengo altresi che sarebbe opportuno restituire alla vicenda la giusta dimensione, e per far ciò, nell’interesse di tutti, sarebbe utile che l’eventuale, ulteriore dibattito si sviluppasse nei limiti della continenza, della ragionevolezza e del buon senso”.
Rta Petti e Simone Vigni
SIENA. Il caso, curioso, ha fatto sì che la presentazione di un’interrogazione depositata da alcuni mesi e all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Siena in merito a un progetto svolto in una scuola dell’infanzia comunale cadesse proprio tra la Giornata della Memoria e quella del Ricordo. Il progetto di educazione senso-motoria, approvato dal Miur, condiviso con le famiglie e
professionalmente condotto dalle educatrici del Comune di Siena, è stato realizzato all’Asilo Monumento, un edificio fortemente simbolico per la nostra città, e voluto dai nostri avi per trasformare il peso del lutto, dell’esasperazione, in vita e speranza attraverso la formazione dei bambini.
I toni sospettosi e allarmistici dell’interrogazione, utilizzati a scopo politico per mettere in discussione l’operato dell’Amministrazione sfruttando la naturale attenzione e l’inevitabile scalpore che suscita il tema dell’infanzia, hanno innescato un crescendo esponenziale di comunicazioni distorte. Toni, del resto, caratteristici della dinamica dei ruoli tipica del dibattito consiliare e non esclusiva di una parte, toni che dovremmo ricordare sempre di autoregolamentare, consapevoli dei disastrosi effetti che la paura, la diffidenza e la rabbia possono determinare. Sentimenti forti, viscerali, molto difficili da governare, cavalli di battaglia di estremismi mai estinti che non appartengono e non devono ritornare ad appartenere né al linguaggio politico né a quello “civico” , di cui molti ultimamente si fanno paladini. Il civismo è sicuramente un valore positivo ma usato troppo spesso impropriamente per mimetizzare estremismi e ideologie lontane dalla democrazia.
Esprimiamo, pertanto, grande stima e solidarietà umana alle educatrici e agli operatori delle scuole dell’infanzia comunali, certi della loro professionalità, e condividiamo lo sdegno dei genitori; politicamente non possiamo fare finta di niente e perciò ci auspichiamo una costante attenzione da parte di tutti all’approfondimento dei contenuti e alla moderazione dei toni del dibattito politico e
della comunicazione, convinti sempre più che una società sana si basa essenzialmente sul rispetto delle diversità e sulla conoscenza, valori imprescindibili nella nostra azione umana e politica.
Giovanni Donzelli
La Funzione Pubblica CGIL di Siena è vicina alle lavoratrici e ai lavoratori della Scuola dell’Infanzia Asilo Monumento. Tutto ciò alla luce dell’incomprensibile polemica, ingiustificata ed immotivata, scaturita da un’interrogazione consiliare e da alcuni beceri e offensivi commenti apparsi sui social network sul progetto didattico-educativo “Fuoco e Fiamme: il potere delle emozioni”.
Inutile ricordare che ogni progetto didattico-educativo viene condiviso, come da regolamento, con le famiglie, dopo essere stato approvato dal Coordinamento Pedagogico del Comune e presentato al Comitato di Gestione dell’Asilo.
Ci preme esprimere inoltre tutta la nostra solidarietà ai lavoratori del Comune di Siena impegnati nei Servizi Educativi. Basta alle polemiche politiche dal fiato corto e di bassa lega. Tutti tutelino l‘elevata professionalità del settore e la qualità del servizio per i bambini e i genitori.
Prendiamo quindi assoluta distanza da questa modalità di condurre indecorose schermaglie politiche che rischiano di pregiudicare e delegittimare l’attività didattica, gettando fango e discredito e mettendo in discussione o in dubbio il patrimonio di effettiva qualità di questi servizi e dei progetti educativi e pedagogici nel loro complesso.
Tutto ciò ci dà invece rinnovata forza e volontà, insieme ai lavoratori di questi servizi rivolti ai cittadini di oggi e di domani, nel continuare la nostra battaglia e mobilitazione, a livello locale e nazionale, sulle delicatissime tematiche che investono i servizi 0-6 anni.
Anche alla luce della discussione parlamentare in corso in merito al Decreto sui Servizi Educativi, si faccia sforzo comune e sinergia tra i livelli istituzionali e politici, i genitori, le rappresentanze sindacali e i lavoratori per riconfermare che al centro delle politiche per l’infanzia ci deve assolutamente essere il bambino.