SIENA. A fronte della pubblicazione di una serie di nomi da parte della stampa di presunti grandi debitori insolventi del Monte dei Paschi, alcuni hanno tenuto a precisare la prorpia situazione.
“Di fronte al persistere di alcune indiscrezioni pubblicate in questi giorni sulla stampa a proposito dei debitori di Mps, il gruppo Marcegaglia ritiene doverosamente opportuno precisare di non essere mai stato e di non essere tuttora insolvente nei confronti dei prestiti concessi dal Monte dei Paschi di Siena”. E precisa in una nota che “Il gruppo Marcegaglia, che fattura circa 4 miliardi di euro e impiega più di 6.500 addetti in Italia e all’estero, ha sempre fatto ricorso negli anni al credito per finanziare i suoi diversi investimenti industriali, ricevendo il prestito di tutte le principali banche italiane e non, fra cui Mps. Tutti i crediti ricevuti sono sempre stati puntualmente restituiti alla loro scadenza con i relativi interessi”.
Acea smentisce “nella maniera piu” assoluta che ci siano mai stati inadempimenti o anche solo riscadenziamenti da parte della stessa o delle società da essa partecipate, nei contratti di finanziamento e in qualunque altro contratto di natura finanziaria con Monte dei Paschi di Siena”. E’ quanto si legge in una nota della utility romana in cui si sottolinea che “Acea è sempre stata un interlocutore affidabile della banca, che dalla mutua e proficua collaborazione può solo aver ricavato profitti e non certo perdite”. Acea, conclude il comunicato, “considera Monte Paschi uno dei suoi principali e migliori interlocutori, ribadendo l’intenzione di continuare tale collaborazione anche in futuro, con sempre reciproca soddisfazione”.
“Né Carlo De Benedetti, né la sua famiglia, né Cir sono debitori insolventi del Monte dei Paschi di Siena”, afferma un portavoce di Cir, commentando quelle che ha definito “le varie inesattezze e strumentalizzazioni” sulla vicenda Sorgenia-Mps, dopo che la società energetica è stata inserita tra i grandi debitori insolventi dell’istituto senese. Il portavoce ha quindi precisato che “Sorgenia non era una società della famiglia De Benedetti ma una joint venture controllata da Cir e Verbund, principale operatore elettrico austriaco”. Sorgenia, ha sottolineato il portavoce, “non è mai fallita: nel 2014, a causa della crisi, ha avuto necessità di ristrutturare il proprio debito e in quella circostanza le banche creditrici, inclusa Mps, hanno preferito assumerne la proprietà; in precedenza, Cir aveva manifestato la propria volontà di partecipare a una ricapitalizzazione di Sorgenia mentre Verbund si era dichiarata indisponibile; pertanto, il contributo proposto dalla sola Cir non era stato considerato sufficiente dalle banche finanziatrici. A seguito dell’accordo di ristrutturazione, i due azionisti di Sorgenia hanno perso tutto il loro investimento nella società”. Da circa due anni, ha concluso il portavoce, “com’è noto, Cir non è più azionista di Sorgenia: quest’ultima ha recentemente dichiarato di procedere ‘nel percorso di ripianamento del debito, seguendo le linee guida del proprio piano industriale che ne prevede il totale rimborso”. Infine, “ogni illazione relativa a presunti trattamenti di favore ricevuti da Cir nella concessione di crediti a Sorgenia è totalmente priva di fondamento”.