Valentini: "La prima cosa da fare è recuperare la fuga di depositi dei risparmiatori"
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SIENA. Con un’interrogazione urgente, nella seduta consiliare odierna, presentata dal gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi e sottoscritta anche da Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese), Enzo De Risi (Cittadini di Siena), Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa), Marco Falorni (Impegno per Siena) e Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) è stato richiesto al sindaco Bruno Valentini di farsi promotore dell’istanza di rendere pubblico l’elenco dei soggetti non solventi che, dal 2001, hanno ricevuto prestiti da Banca MPS senza poi restituirli, e i nomi di chi ha autorizzato l’erogazione di crediti. “Comprese le modalità e le condizioni – ha sottolineato la consigliera Sabatini durante l’illustrazione – a cui sono stati erogati, i relativi tempi di restituzione e i tassi di interesse. Inoltre chiediamo al Sindaco se ha intenzione di fare richiesta del recupero del mal tolto come da noi già chiesto nel 2013, questo è possibile attraverso le forme previste dalla legge. Tutto ciò allo scopo di individuare le responsabilità oggettive – ha proseguito – di tutti quei “grandi esperti” che non potevano non sapere cosa stava accadendo a MPS. Dalla stampa apprendiamo che ci sono noti imprenditori italiani che devono restituire i prestiti: in un caso, addirittura, si parla di un prolungamento di una parte di un prestito che durava 7 anni, per la restituzione di un credito totale di oltre un miliardo di euro, mentre la liquidità della banca sembra essere di appena 4 mesi. Ci sembra questo un atteggiamento irresponsabile”. Sabatini ha offerto un’analisi sulla possibile concessione “da parte dell’Europa di un aumento di 20 miliardi sul debito pubblico nazionale per la messa in sicurezza degli istituti bancari italiani, che comporterà contemporaneamente il taglio della spesa pubblica o un aumento delle tasse di pari importo: un’operazione che graverà di circa 330 euro su ogni cittadino e di 774 euro a famiglia”. Quanto al caso MPS, ha sostenuto che “sono stati sprecati 5 mesi e bruciati altri soldi, con il risultato che ai 5 miliardi di euro iniziali di ricapitalizzazione adesso la Banca Centrale Europea (BCE, ndr) ne richiede altri 3,8″ e che “circa il 70% dei crediti di sofferenza sono riferibili a 10mila clienti che hanno ricevuto ricchi prestiti: i cattivi pagatori sembrano essere rimasti il vero tesoro di banca MPS”. “Adesso che la banca è tornata pubblica – ha concluso – è importante fare chiarezza anche tramite i rappresentanti in Parlamento del territorio senese”.
Il sindaco Bruno Valentini ha risposto che “dovremmo deciderci su quale deve essere il ruolo dell’Amministrazione comunale e del sindaco rispetto alle vicende di Banca MPS, perché in altre situazioni si è invece contestato il presunto interventismo delle Amministrazioni e mio personale. Ricordiamoci che Banca MPS è la più grande azienda della Toscana, con sede a Siena e speriamo sia per sempre, ed abbiamo il dovere di occuparcene pur rispettando la sua autonomia, a differenza di quanto avvenuto in passato”. “Per esempio, non è il massimo – ha proseguito – leggere nell’interrogazione che la liquidità di Banca MPS è agli sgoccioli: il dato fra l’altro non è vero perché le linee di liquidità messe a disposizione di MPS e del sistema bancario nel suo complesso sono ampie e rassicuranti”. Secondo il sindaco, “la prima cosa che tutti insieme dovremmo fare è invitare i risparmiatori, che per paura hanno spostato i propri depositi dalla Banca, a riportarceli, perché non ci sono rischi di liquidità e tanto meno di solidità patrimoniale grazie all’intervento prospettato dal Governo”.
Quanto alla possibilità di elencare i nominativi dei debitori insolventi, Valentini condivide tale richiesta ma l’attuale normativa sugli obblighi di riservatezza, al momento, non lo consente ed è quindi auspicabile che chi lo chiede si attivi per ottenere una nuova legge ad hoc. “Pur non disponendo di dati precisi – ha continuato – immagino che la grande maggioranza dei 100 principali debitori di MPS siano condivisi con le altre grandi banche italiane, perché la maggior parte dei prestiti concessi alle grandi imprese sono generalmente finanziamenti in pool, ovvero condivisi tra più istituti in base al principio di frazionamento del rischio. Tra questi, non sarei sorpreso di trovare anche molte imprese toscane, soggetti che la Banca ha sempre sostenuto”.
Il sindaco ha poi affermato che i principali motivi di criticità evidenziati dallo stress test effettuato dalla BCE riguardavano il credito alle cosiddette parti correlate, il contenzioso ereditato da Antonveneta ed il fatto che nel cuore della grande crisi economica, l’Istituto abbia aumentato i propri impieghi aprendo ancor di più il rubinetto delle erogazioni di credito, a differenza del resto del sistema bancario. “Quando ci si scandalizza perchè il 70% dei cattivi crediti di MPS sono stati concessi a grandi aziende, è bene sapere che lo stesso dato delle altre grandi banche raggiunge l’80%. Quindi, gli impieghi di Banca MPS sono sempre stati generosi verso le piccole e medie imprese. Nell’elenco dei soggetti che non riescono a restituire i prestiti figurano sia molte piccole imprese sia numerose famiglie, ma certamente quando si impegnano miliardi di euro di risorse pubbliche per salvare MPS, concordo sul diritto ad avere chiarezza sulle esposizioni principali ed a cercarne con ogni mezzo il rimborso “.
“Si dice che Banca MPS è tornata pubblica – ha concluso – ma non è ancora così, poiché vi è ancora un percorso complesso che ha bisogno di una fase d’interlocuzione tra l’istituto, che deve rivedere il piano industriale, il Governo e la Banca d’Italia, per negoziarlo con la BCE. Il servizio migliore che possiamo fare alla nostra grande azienda senese, in questo momento, è di starle vicino cercando di fare in modo che questo passaggio, che dovrebbe essere temporaneo in mani pubbliche, serva per moralizzare l’istituto, facendolo tornare ai fasti e alla fiducia di cui ha goduto per tanti anni. Qualsiasi altra banca, con una campagna mediatica così avversa, non si sarebbe salvata dopo un’ondata di così forte e così prolungata: ma MPS ha la forza per superare questo momento delicato grazie ai suoi straordinari 25mila dipendenti e al suo legame con la storia e la città”.
La consigliera Sabatini si è dichiarata “assolutamente insoddisfatta. Non vogliamo un interventismo sulle poltrone, ma l’interventismo fattivo del sindaco sulle questioni di merito che ho elencato nella mia interrogazione: che farà il sindaco? Come consiglieri abbiamo il diritto e il dovere di essere informati e chiediamo al Sindaco di sollecitare il coinvolgimento dei parlamentari senesi affinché lavorino all’estensione di una nuova legge che permetta di rendere pubblico l’elenco dei debitori di Banca MPS”. “Se non ci sono problemi di liquidità – ha concluso – perché allora c’è stata la rincorsa a una nuova emissione di bond? Quanto ai rapporti con la politica, credo che questa sia intervenuta soprattutto nelle forme sbagliate”.