
SIENA. Si è riunito il Consiglio comunale di Siena. Di seguito i primi comunicati.
L’ASSESSORE MAZZINI: “LA PROVINCIA E’ IMPEGNATA A REPERIRE UN IMMOBILE PER L’ISTITUTO MONNA AGNESE”
Sulle criticità, in caso di evacuazione per rischio sismico, dell’Istituto scolastico “Monna Agnese” l’interrogazione presentata oggi da Michele Pinassi (Siena 5 Stelle). Il consigliere ha ricordato la proprietà comunale della struttura, le possibilità di trasferimento che, nel tempo indicavano il complesso scolastico in via Pisacane e dopo gli ex istituti di Chimica in Pian dei Mantellini, ed ha informato come nel portale della Provincia sia scritto che “l’attuale sede presenta criticità per le vie di esodo, e come, sia l’edificio sia la sua ubicazione, non consentono di realizzare uscite dai piani verso un luogo sicuro, come previsto dalla normativa (…)”. Pinassi, nel far presente all’assise “come, purtroppo, in Italia il rischio sismico sia sottovalutato”, ha chiesto di conoscere “le azioni che intende intraprendere l’amministrazione comunale per garantire la sicurezza degli studenti e del personale, se per il “Monna Agnese” esiste il Piano di evacuazione, e le tempistiche per il trasferimento in altra sede e se quest’ultima risponde ai requisiti e criteri di sicurezza dettati dalla normativa”.
Dalle informazioni ottenute dall’Amministrazione provinciale, l’assessore al Patrimonio Paolo Mazzini ha informato che “la Provincia pone in essere costantemente azioni tese alla sicurezza degli studenti e del personale dei plessi scolastici. Esiste un Piano in base al quale due volte all’anno vengono svolte prove di evacuazione antincendio e, da quest’anno, anche anti terremoto”. “Attualmente – ha concluso – la Provincia è fortemente impegnata a reperire un immobile nel centro storico che abbia gli spazi, la destinazione e le caratteristiche di sicurezza idonee ad accogliere la struttura scolastica, anche attraverso il coinvolgimento di altre istituzioni presenti sul territorio. Stiamo aspettando, in questi giorni, risposte tecniche su uno studio di fattibilità che sta interessando un immobile che potrebbe ospitare l’Istituto”.
Michele Pinassi si è dichiarato insoddisfatto della risposta ottenuta perché “lacunosa e, soprattutto, mancante di una precisa tempistica”.
VALENTINI: “NEL 2015 IL RECUPERO DI EVASIONE FISCALE SUI TRIBUTI LOCALI HA SUPERATO IL MILIONE E MEZZO DI EURO”
Il tema dell’evasione fiscale al centro dell’interrogazione presentata oggi in Consiglio Comunale da Michele Pinassi (Siena 5 Stelle). Il consigliere ricordando che i Comuni impegnati “nella lotta alla piaga dell’evasione beneficiano di una quota delle somme recuperate, innalzata nel 2010 al 33% e per il quinquennio 2012/2017 straordinariamente al 100%”, ha fatto presente che “il Comune di Siena nel 2014 ha recuperato solo circa 42mila euro e nel bilancio consuntivo 2015 risultano 20mila euro come “compartecipazione 30% proventi evasione erariale”. Per questo la sua richiesta di conoscere il numero di segnalazioni qualificate che l’Amministrazione ha trasmesso, lo scorso anno, all’Agenzia delle Entrate, e l’effettiva aliquota di recupero”.
“Sono state 16 le segnalazioni trasmesse dal Comune di Siena all’Agenzia delle Entrate – ha risposto il sindaco Bruno Valentini -, un’attività, questa, che rappresenta solo una piccolissima parte dell’azione comunale in tema di recupero evasione. Infatti la potenziale entità a favore del Comune del recupero erariale è sensibilmente inferiore a quella derivante dal recupero dei tributi di diretta competenza comunale: ICI, IMU, TASI, TARES, TARI, COSAP e imposta di soggiorno. Il recupero dei tributi erariali nella forma della ‘segnalazione qualificata’ si limita, infatti, ai casi in cui vengono riscontrate, in via incidentale, situazioni di evasione/elusione erariale durante le attività di verifica o indagine sull’adempimento degli obblighi tributari locali, un’attività piuttosto marginale rispetto a quella più consistente indirizzata al recupero dei tributi locali”.
Per il 2015 il recupero di tributi di spettanza del Comune di Siena, ha fatto introitare “1.541.255, come da bilancio consuntivo approvato dal Consiglio comunale. Per lo stesso anno le somme erogate dallo Stato a tutti gli oltre 8mila comuni per il recupero di tributi di spettanza erariale è stato di 17.063.609 euro. Da tener presente che i Comuni che hanno ottenuto l’incentivo statale sono stati solo 550, di cui una cinquantina in Toscana e solo 4 in provincia di Siena. A Siena è stato attribuito un contributo di 350 euro. Da tener presente che Siena ha tra i livelli più bassi di evasione fiscale, a differenza di altre realtà dove per recuperare quanto evaso le amministrazioni sono costrette a riversare quanto non introitato a carico dei contribuenti onesti”.
Michele Pinassi nel dichiararsi soddisfatto per l’articolata ed esaustiva risposta ha auspicato che “i cittadini senesi continuino ad essere tra i migliori contribuenti, così da poter potenziare, con il loro gettito, anche l’attività dell’Amministrazione”.
TORNANO IN CONSIGLIO LE CRITICITÀ DELLA SOSTA IN DOPPIA FILA DEI BUS IN VIALE VITTORIO VENETO
Facendo riferimento alla risposta dell’assessore alla Mobilità, Stefano Maggi, a un’interrogazione urgente durante il Consiglio comunale del 15 settembre 2015, nella seduta odierna il gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi è tornato sul tema della sosta dei bus in doppia fila in viale Vittorio Veneto, sottolineando “come, a oggi, non sia cambiato niente”. Il consigliere Trapassi ha ricordato le parole dell’assessore, “il quale rispose che gli autobus hanno un’autorizzazione per la sosta ma non per mettersi in fila, senza pagare il ticket, e che sarebbero stati sensibilizzati i proprietari allo scopo di ottenere un comportamento corretto”. “Ma i bus continuano a sostare in doppia fila in viale Vittorio Veneto – ha sottolineato – creando grossi disagi ai cittadini e un rischio per l’incolumità degli studenti che frequentano la scuola”. Trapassi ha quindi chiesto all’Amministrazione “di esporre le soluzioni che saranno adottate per risolvere il disagio segnalato, ormai annoso”.
L’assessore Maggi ha risposto che si evidenziano due ordini di problematiche: “La prima riguarda i cosiddetti “servizi autorizzati” ai sensi della normativa regionale, cioè linee autorizzate dalla Regione Toscana che svolgono servizi di linea con giorni e orari prestabiliti nel corso dell’anno. Oltre a queste linee, si hanno anche i “servizi interregionali” di lunga percorrenza, nazionali o internazionali, autorizzate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. L’assessore ha informato che, attualmente, tutte queste linee hanno come luoghi di sosta viale Vittorio Veneto, via F. Tozzi (adiacente al terminal del trasporto pubblico locale di piazza Gramsci) e piazza Carlo Rosselli. “Questi luoghi – ha detto – sono gli stessi dagli anni 80′, mentre sono aumentate le aziende e il numero delle corse. Le autorizzazioni delle linee che interessano viale Vittorio Veneto riguardano nove aziende. Inoltre, dalla fine del 2013, gli enti preposti indicano nell’atto autorizzativo anche il luogo di attestazione nelle varie città di transito”.
“La seconda questione – ha continuato l’assessore – riguarda il fatto che, su viale Vittorio Veneto, alcune di queste autolinee si fermano sempre più frequentemente, non svolgendo il servizio autorizzato, bensì quello turistico privato. In questo caso, effettuano anche un’infrazione al regolamento comunale di accoglienza bus turistici, non pagando il ticket al check-point e non tenendo conto dell’indirizzamento a uno dei sei attracchi differenziati, così come previsto dalla delibera di Giunta n° 62 del febbraio 2000 e dalla successiva ordinanza n. 4/D dello stesso anno”.
“Ovviamente, questo secondo caso – ha proseguito – sempre più diffuso nel corso degli ultimi anni, può solo essere contenuto attraverso controlli costanti da parte della Polizia Municipale ed è ciò che ultimamente viene fatto. È evidente che il fenomeno nella sua complessità non è né di facile né di immediata soluzione, anche in considerazione dell’attuale nebuloso contesto legislativo. È in fase di redazione una proposta tesa a eliminare il fenomeno su viale Vittorio Veneto, prevedendo altri punti di attracco dove sono presenti gli ausiliari del traffico, come, ad esempio, nel Campino di S. Prospero, e un’altra, più complessiva e articolata, di nuovo regolamento che non riguarda solamente gli autobus turistici ma anche i servizi autorizzati e quelli interregionali che transitano nella ZTL comunale autobus”.
Parzialmente soddisfatto Alessandro Trapassi perché, anche se l’assessore ha condiviso la necessità di eliminare la fermata in viale V. Veneto, ha ribadito che “le fermate devono essere decise dall’amministrazione comunale e non dalla Regione Toscana. Come si devono spostare a piedi i senesi, così devono farlo anche i turisti. Non si può pretendere che i senesi debbano utilizzare i mezzi pubblici e bici elettriche, mentre i turisti arrivano con gli autobus in S. Domenico. Così non funziona e i cittadini non capiscono. I bus possono fermarsi al parcheggio del Palazzetto della Mens Sana dove, con un mezzo pubblico urbano, i passeggeri possono raggiungere la Stazione ferroviaria e da qui accedere al centro con la risalita meccanizzata”.
IL “DOPO DI NOI” PER I DIVERSAMENTE ABILI NELL’INTERROGAZIONE DI GIUSEPPE GIORDANO
Le disposizioni della legge 112/2016 sul “dopo di noi”, ovvero sugli strumenti di tutela delle persone diversamente abili nel periodo di vita successivo alla scomparsa di genitori e familiari, allo scopo di garantire loro comunque autonomia e indipendenza anche continuando a vivere nelle proprie case o in apposite strutture gestite da associazioni, sono state al centro dell’interrogazione di Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese) sottoscritta anche da Pietro Staderini (Sena Civitas) e dal gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi. “Per mesi – ha detto Giordano – al centro del dibattito parlamentare c’è stato il cosiddetto trust, che consente al genitore di lasciare casa e soldi in gestione a una persona fisica o giuridica che li amministrerà per conto del figlio”. “Al trust – ha proseguito – sono affiancati lo strumento giuridico del vincolo di destinazione di beni mobili e immobili iscritti in pubblici registri e il nuovo istituto del fondo speciale con contratto di affidamento fiduciario anche a favore di onlus. Sono previsti benefici fiscali per i beni e i diritti conferiti nei citati strumenti giuridici, a condizione che perseguano come esclusiva finalità l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza dei disabili beneficiari”. Il consigliere, specificando come “le agevolazioni vadano dall’esenzione totale delle imposte su successioni e donazioni fino a quelle di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa” e che i Comuni sono liberi di stabilire altre esenzioni sulle tasse sugli immobili, ha domandato “se l’Amministrazione comunale intenda organizzare incontri dedicati all’illustrazione della legge citata, con il coinvolgimento di professionisti, per divulgare le relative opportunità offerte” e “se il Comune di Siena intenda stabilire esenzioni dalle imposte sugli immobili nei confronti delle persone diversamente abili”.
L’assessora al Sociale, Anna Ferretti, ha rilevato come la legge “pur non essendo esaustiva, finalmente norma un tema dibattuto da anni che nessun governo aveva ancora mai affrontato”. Come ha spiegato, “la legge persegue l’obiettivo di evitare l’istituzionalizzazione di soggetti affetti da disabilità accertata, tramite l’istituzione di un apposito fondo per realizzare questo complesso progetto assistenziale, nonché promuovendo la segregazione (ossia la separazione dei beni conferiti nel trust dal restante patrimonio del trustee) di patrimoni destinati a favore delle persone con disabilità grave. Ciò permette che tali beni siano insensibili alle vicende che caratterizzano il soggetto che apporta tali beni, in quanto quest’ultimo ne ha perso la disponibilità”. Ferretti ha proseguito: “Le misure di tutela patrimoniale adottate in passato hanno evidenziato delle limitazioni che ne hanno compromesso la relativa diffusione; l’applicazione del trust non è ancora entrata nel sentire comune, neppure dei professionisti, per come potrebbe essere pienamente conosciuta e sviluppata in tutto il suo potenziale”. L’assessora ha informato che, nello scorso mese di giugno, si è tenuto un incontro al Santa Petronilla per la presentazione dell’opuscolo sulla disabilità, “nel quale abbiamo spiegato la possibile attivazione del trust tra gli strumenti utili a tutelare la qualità di vita del disabile nel momento in cui rimane senza legami familiari significativi. L’appuntamento si concluse con l’impegno dell’Amministrazione e della Società della Salute senese a promuovere ulteriori occasioni di approfondimento, su questa tematica, in tutto il territorio”.
Come ha aggiunto Ferretti, l’Amministrazione comunale sta concertando tale percorso con le associazioni per la disabilità e la Fondazione “Futura dopo di noi”, “alla quale ho chiesto di svolgere una funzione da agente promotore, perché ritengo che debba essere chi vive quotidianamente il problema a indicarci il modo migliore per coinvolgere tutti in un processo di informazione diffusa”. Dal punto di vista del ventaglio normativo, rispetto alla possibilità che i Comuni stabiliscano aliquote ridotte, franchigie o esenzioni ai fini dell’imposta municipale propria, l’assessora ha sostenuto che il tema è allo studio degli uffici preposti. “Vorrei ricordare – ha concluso – che questa Amministrazione ha sempre avuto una profonda sensibilità alle tematiche della disabilità. Destiniamo alla Società della salute senese importi aggiuntivi, rispetto alla quota capitaria uguale per tutti i Comuni della zona, allo scopo di implementare e qualificare i servizi a favore della disabilità: dal sostegno a scuola alla socializzazione e ai trasporti. Faremo la nostra parte anche in questo ambito”.
Giordano si è dichiarato “soddisfatto della risposta e lo sarò ancor di più quando l’impegno assunto dall’assessora si concretizzerà negli incontri finalizzati a una maggiore sensibilizzazione delle categorie professionali interessate”. “Proprio perché l’Amministrazione comunale si è sempre dimostrata sensibile su questi temi – ha concluso – non dobbiamo farci sfuggire questa preziosa opportunità che consente di stabilire esenzioni sulle imposte sugli immobili a beneficio delle persone diversamente abili”.
IL CONSIGLIO APPROVA LO SCHEMA DI CONVENZIONE DI PARTENARIATO TRA ENTI LOCALI PER UN PROGETTO DI MOBILITA’ SOSTENIBILE
L’assemblea consiliare, nella seduta di oggi, ha approvato lo schema di convenzione per la costituzione e il funzionamento di un partenariato tra enti locali per l’elaborazione, e l’attuazione, di un progetto di partecipazione al programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro del Ministero dell’Ambiente.
Il programma, come ha spiegato il vice sindaco Fulvio Mancuso “prevede un finanziamento del Ministero a copertura del 60% del totale dei costi diretti a incentivare iniziative di mobilità sostenibile, come piedibus, car-pooling, car-sharing, bike-pooling e bike-sharing, nonché la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, collettivi e guidati, tra casa e scuola, a piedi o in bicicletta, oltre a laboratori e uscite didattiche con mezzi sostenibili, programmi di educazione e sicurezza stradale, riduzione del traffico, inquinamento e sosta degli autoveicoli in prossimità degli edifici scolastici o delle sedi di lavoro”.
Il Comune di Siena, come capofila, ha costituito un gruppo di lavoro con le amministrazioni di Colle Val d’Elsa, Monteriggioni, Poggibonsi, San Gimignano e Sovicille, per la richiesta di finanziamento, elaborazione, gestione e attuazione del progetto, rilevante per la strategia di riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e, in generale, per la promozione di uno sviluppo urbano sostenibile. Il progetto, la cui redazione è stata affidata, dalla Giunta, a Terre di Siena Lab, è a valere sui fondi destinati dal Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare, parteciperà al bando ministeriale di prossima pubblicazione.
“Gli obiettivi che l’associazione di Comuni, con Siena capofila, intende perseguire – ha sottolineato Mancuso – mirano a migliorare l’offerta e l’accesso ai servizi di mobilità urbana alternativa e al trasporto pubblico collettivo e intermodale, soprattutto negli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro. Ma anche informare, formare e sensibilizzare i cittadini sui vantaggi personali e collettivi della mobilità ‘attiva’ a basso impatto ambientale; avviare iniziative e progetti condivisi, con cittadini, enti pubblici e privati, aziende e organizzazioni, finalizzati alla riduzione del traffico, delle emissioni e del suolo occupato dai veicoli; incentivare forme di mobilità sostenibile”.
Lo schema di convenzione approvato definisce i rapporti economici e giuridici degli enti che aderiscono all’iniziativa, allo scopo di suddividere gli oneri, i corrispettivi e i risultati secondo criteri di uguaglianza, pari dignità, nonché secondo la rilevanza strategica necessaria a perseguire le finalità della convenzione, in relazione alle opportunità offerte del bando ministeriale.
LA RIORGANIZZAZIONE DELLA GOVERNANCE DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
Facendo riferimento ad alcune dichiarazioni di esponenti dell’amministrazione regionale, Mauro Marzucchi (Siena Futura) ha presentato un’interrogazione sul patrimonio immobiliare abitativo dei Comuni toscani, rilevando come “sembri trapelare la volontà di accentrarne la gestione in un’unica azienda per esigenze di risparmio di risorse”. “Qualora si concretizzi tale ipotesi – ha specificato – l’attuale organizzazione delle aziende nei cosiddetti livelli ottimali d’esercizio (LODE, ndr) di ambito provinciale, come Siena Casa, risulterebbe superata”. Il consigliere ha domandato se l’Amministrazione “è a conoscenza di tali prospettive e se queste possano tradursi in decisioni concrete” e ha chiesto un giudizio di merito su tale ipotesi.
L’assessora alla Casa, Anna Ferretti, ha confermato come la Regione Toscana, tramite diversi interventi dell’assessore Ceccarelli, titolare della delega per l’edilizia residenziale pubblica, abbia manifestato la volontà di procedere a una riorganizzazione delle aziende che gestiscono, a livello provinciale, l’edilizia residenziale pubblica (ERP). “Le motivazioni – ha specificato l’assessora – derivano da vari fattori: tra questi, la palese difformità dei contratti di servizio stipulati dai Comuni con il proprio ente gestore, che creano anche disparità di servizi tra gli inquilini toscani. Oppure, la differenza dei costi di gestione tra i vari gestori: c’è chi ha saputo rendere efficiente il servizio e chi, invece, ha costi molto alti di personale”. “Ci sono, inoltre, alcune società troppo piccole – ha aggiunto – per poter gestire le procedure di appalto oltre certe soglie, che richiedono personale qualificato e competente. Per esempio, le società di gestione hanno bisogno di professionalità specializzate su temi come l’efficientamento energetico e le barriere architettoniche, oltre che di legali in grado di affrontare le tante controversie che sorgono: competenze che vanno formate nel tempo “. Ferretti ha fatto riferimento anche alla necessità di avere “collegamenti più diretti con gli uffici regionali con programmi contabili e amministrativi che dialoghino tra loro per semplificare l’attività di rendicontazione, oltre che software gestionali analoghi per la comparazione dei dati”.
L’assessora ha poi informato come ci siano stati vari incontri a livello di Anci Toscana con l’assessore Ceccarelli “a cui abbiamo chiesto pubblicamente di affrontare prima il tema delle politiche abitative e dei finanziamenti rispetto a quello della governance e della gestione del patrimonio”. Il Consiglio regionale, nella seduta del 2 agosto scorso, ha invitato la Giunta a presentare aggiornamenti costanti sul processo di revisione del sistema della governance e la nuova articolazione dei LODE. “Sulla proposta di riorganizzazione, come Amministrazione, abbiamo sollevato molte perplessità, condivise dagli altri Comuni che sono nel nostro LODE. Se da una parte riconosciamo l’utilità di ottimizzare una serie di attività, dall’altra siamo preoccupati dal fatto che accentrare la gestione in società più grandi faccia perdere ai Comuni la capacità di intervento e di rapporto con i gestori per cercare le soluzioni più agevoli per i propri concittadini. Sappiamo, infatti, che l’utenza delle case popolari, a volte, può presentare problemi e difficoltà: non avere interlocutori responsabili e con capacità di decisione vicini può complicare la gestione stessa del servizio”.
Ferretti ha concluso affermando che “l’ERP trova il suo senso di esistere nel favorire la coesione sociale e intervenire sul disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati. L’impegno dell’amministrazione è di seguire attentamente l’evoluzione di questo processo. Ogni modifica dovrà passare dal Consiglio regionale perché occorre una legge per intervenire su un tema così delicato”.
Il consigliere Marzucchi pur dichiarandosi soddisfatto della risposta ha palesato le sue preoccupazioni “sulla volontà di omogenizzare al peggio le realtà che gestiscono settori del sociale, così come la trasformazione in SpA di Siena Casa, situazioni che creerebbero una serie di problemi a carico dei cittadini già oggi in difficoltà a rapportarsi con una struttura di dimensione provinciale. L’auspicio è che in Regione riflettano accuratamente sulla modalità di gestione prospettata”.
INTERROGAZIONE SULLA CASA RIFUGIO PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA
Un aggiornamento sulle forme di gestione e di utilizzo della Casa Rifugio destinata all’accoglienza di donne che abbiano subito maltrattamenti. Questo il senso dell’interrogazione presentata, nella seduta consiliare odierna, da Maria Isabella Becchi (Nero su Bianco) e sottoscritta dal collega di gruppo Alessandro Piccini, con la quale è stato affrontato il tema della violenza di genere e della necessità di garantire tutela alle donne che ne sono vittime. In particolare, la consigliera, dopo aver richiamato alcuni dati sul drammatico fenomeno del femminicidio a livello nazionale, ha ricordato come nel mese di novembre 2015 l’Amministrazione comunale abbia presentato pubblicamente una struttura territoriale, a indirizzo segreto, con funzione di rifugio per le donne maltrattate. “Circa un anno fa fu firmato il primo protocollo operativo della zona senese da parte di enti locali, associazioni, ordini professionali, università, forze dell’ordine, aziende ospedaliere e ufficio scolastico territoriale. Inoltre, tramite il dipartimento per le Pari Opportunità, la Regione Toscana ha destinato 25mila euro alla provincia di Siena per la formazione del personale chiamato a operare nella Casa Rifugio, oltre che per le spese di locazione e di accoglienza”.
Dopo aver affermato che “almeno in un paio di casi risulta che si sia presentata la necessità di usufruire della struttura”, Becchi ha chiesto informazioni sul funzionamento della Casa Rifugio all’assessora alle Pari Opportunità, Tiziana Tarquini, la quale ha offerto un’analisi e alcuni dati per inquadrare il fenomeno della violenza di genere: “Dall’ultimo rapporto sulla violenza di genere della Regione Toscana – ha detto l’assessora – risultano 38 i casi nell’area senese che si sono rivolti al CAV nel 2015/16: un numero in diminuzione rispetto all’anno precedente ma che costituisce comunque solo la punta di un iceberg rispetto al fenomeno complessivo. È proprio per questo dato sociale, da considerarsi strutturale, che l’Amministrazione si è attivata per dotare il territorio di una rete locale contro la violenza sulle donne”. Tarquini ha informato sull’istituzione, dal 2014, del Tavolo locale di contrasto della violenza di genere, con il quale è stato elaborato il protocollo operativo menzionato nell’interrogazione e a cui hanno aderito i Comuni della zona senese, la Società della Salute, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, la Provincia di Siena, il CAV locale e il coordinamento provinciale del CAV, Fondazione Monastero, l’Università degli Studi di Siena, l’Ufficio scolastico territoriale, l’Ordine degli Avvocati e l’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri. “Consapevoli dell’importanza della sensibilizzazione, il primo passo per circoscrivere il fenomeno è prevenirlo culturalmente e la prevenzione deve essere fatta su diversi livelli. La prevenzione primaria comprende tutti gli interventi mirati a impedire la manifestazione di violenza, come le azioni culturali di sensibilizzazione e di formazione della popolazione e del personale operante negli enti e nelle associazioni che fanno parte della rete locale, così come i laboratori e i percorsi formativi nelle scuole di ogni ordine e grado”. “Rientra nello stesso ambito – ha aggiunto – anche l’attività informativa sul tema della violenza di genere e della rete locale e l’intercettazione del caso. Di solito è effettuata da uno sportello di front-office inserito in uno degli enti e associazioni appartenenti alla rete antiviolenza. Il Comune ha formato gli operatori e le operatrici dell’URP per svolgere questa funzione e, spesso, effettuano segnalazioni al CAV e ai servizi sociali”.
Per quanto riguarda il percorso di prevenzione e protezione, l’assessora ha affermato che sono previste diverse strutture. “Centrale è la figura del CAV locale, supportato dai vari nodi della rete nelle attività di informazione e nell’intercettazione delle casistiche: uno strumento che svolge una funzione di ascolto e accoglienza con personale appositamente formato. Inoltre, il CAV assiste le vittime con personale specializzato secondo un progetto di tutela concordato con i Servizi sociali, il Consultorio e le forze dell’ordine”.
I CAV locali, che assumono spesso la forma associativa, fanno parte di una rete più grande: “Per quanto riguarda il nostro CAV – ha continuato l’assessora – l’associazione “Donnachiamadonna” fa parte sia dell’associazione “Aurore”, che coordina la rete dei CAV della provincia di Siena, sia di “Tosca” e di “DiRe”, che sono, rispettivamente, il coordinamento regionale toscano e nazionale. È questa articolata rete di rapporti che permette di individuare strutture di ospitalità fuori zona quando, per ragioni di sicurezza, occorre allontanare la vittima dal luogo di residenza”.
L’assessora ha sottolineato che esistono diverse tipologie di strutture di accoglienza, che si diversificano per funzionalità a seconda dei casi. Le residenze nelle varie strutture sono di natura temporanea, con permanenze che variano da pochi giorni a un massimo di due anni, secondo il piano di tutela e di reinserimento sociale predisposto. “Vi sono anche strutture h 72 che accolgono le donne, anche con minori – ha specificato – le quali hanno avuto contatti con un qualunque punto della rete, in attesa che le istituzioni verifichino l’esistenza di violenza di genere e il livello di rischio corso, e che predispongano un apposito piano di tutela. A Siena ne abbiamo una”. La seconda struttura è la Casa Accoglienza. “Può essere a indirizzo segreto oppure no – ha specificato Tarquini – a seconda dell’approccio adottato nella gestione. Di solito vengono inserite nelle strutture a indirizzo segreto le donne che corrono alti rischi per la propria incolumità, mentre tutte le altre possono essere inserite in strutture con un minor livello di protezione, nelle quali la permanenza è connessa alla eliminazione del rischio”. Ci sono, poi, strutture di accoglienza di secondo livello “nelle quali è possibile permanere più a lungo perché finalizzate ad aiutare la donna sulla strada dell’autonomia economica e del definitivo inserimento sociale”.
Il Comune di Siena ha messo a disposizione un immobile di proprietà comunale per attivare un servizio di accoglienza residenziale a indirizzo segreto, rivolto alle donne vittime di violenza, sole o accompagnate da minori. L’immobile è stato locato all’associazione Aurore, che si è fatta carico di alcuni lavori di manutenzione e di arredo interno, richiedendo lo scorporo delle spese dal canone di locazione, firmato nel novembre 2015. La Casa Rifugio è stata ufficialmente aperta dopo aver formato il personale deputato alla gestione. “E’ stata anche avviata una procedura di accreditamento presso il Comune di Siena che non era necessaria ai sensi della normativa ma che è stata considerata opportuna per dare fiducia sulla capacità di accoglienza e gestionale della struttura. Nel frattempo, insieme all’assessorato alle Politiche Sociali, abbiamo preso contatti con gli altri Comuni firmatari del protocollo, chiedendo loro di erogare un contributo a favore di tutte le strutture di accoglienza esistenti nella zona senese per mantenerle attive sul territorio. Ciò nella consapevolezza che l’associazione “Aurore” si avvale totalmente di personale volontario e non dispone di una propria autonomia economica”.
Inoltre, è in corso di attivazione un’apposita convenzione con la Società della Salute e con i Comuni, in modo da garantire il sistema dei servizi. Anche grazie alla messa a disposizione della Casa Rifugio, l’associazione “Aurore” ha potuto partecipare al bando nazionale e aggiudicarsi un finanziamento per il prossimo biennio. “Relativamente alle donne vittime di violenza – ha concluso – i casi verificatisi, a oggi, non sono stati ritenuti idonei a essere accolti nella Casa Rifugio a indirizzo segreto. Questo perché l’équipe di valutazione ha ritenuto che si trattasse di soggetti in forte pericolo, e quindi da allontanare dal territorio provinciale a fini della loro stessa tutela, oppure da accogliere in apposite strutture per madre e minori”.
La consigliera Becchi si è dichiarata soddisfatta “per le informazioni puntuali della risposta, nella piena consapevolezza dell’impegno profuso dalle associazioni locali operanti in questo ambito. L’interrogazione aveva lo scopo di far conoscere meglio il ventaglio degli strumenti a tutela delle donne vittime di violenza, fenomeno dal quale non è esente neppure il nostro territorio, come riportato dalla cronaca locale”.
CON QUALI CRITERI VENGONO RILASCIATE LE CONCESSIONI DI SUOLO PUBBLICO?
Le modalità e le tipologie di concessione del suolo pubblico per gli esercizi commerciali hanno costituito il tema principale dell’interrogazione presentata, nella seduta consiliare odierna, da Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese). Ripartendo da quanto affermato dal vicesindaco Fulvio Mancuso nella seduta consiliare dello scorso 6 settembre in risposta a un’analoga interrogazione e richiamando le modifiche apportate nel 2014 al regolamento dedicato, Giordano ha chiesto “con quali criteri vengono concesse le occupazioni di spazi e aree pubbliche fuori dagli esercizi commerciali, oltre a quelli previsti dalle norme sanitarie e di sicurezza del traffico dei soccorsi, e se questi tengono conto della bellezza, della vivibilità, delle raccomandazioni Unesco, e del principio di leale concorrenza”.
Il consigliere, infatti, ha rimarcato la differenza tra gli esercizi di somministrazione che hanno la disponibilità di spazi esterni per dotarsi di strutture d’arredo come tavoli e sedie e quelli che, invece, non hanno le stesse possibilità e ne subiscono gli effetti, soprattutto nel periodo estivo: “Sarebbe opportuno – ha affermato – riflettere e immaginare un progetto complessivo di città più bella e vivibile, anche in prospettiva del 2017, anno in cui Siena sarà sede del World Tourism Expo dell’Unesco”. Giordano ha domandato anche “se i criteri di concessione del suolo pubblico degli esercizi siano stati concordati con le associazioni di categoria e quante e di quale tipologia sono le attività nate nel centro storico a seguito delle agevolazioni comunali, finalizzate a favorirne l’apertura”.
Dal punto di vista procedurale, il vicesindaco con delega al Commercio, Fulvio Mancuso, ha informato che tutte le concessioni per occupazioni temporanee di suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi all’interno del centro storico sono rilasciate a condizione che il loro ingombro sulla via lasci libere le misure minime previste dal Codice della strada per la circolazione in sicurezza dei veicoli autorizzati. Inoltre, il loro inserimento nel contesto ambientale e monumentale deve ottenere la prescritta autorizzazione paesaggistica ai sensi del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, rilasciata dal responsabile dello Sportello Unico sulla base degli esiti della Commissione comunale dedicata che esprime un parere obbligatorio, ma non vincolante, e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che esprime invece parere vincolante. Su tutto il centro storico la Soprintendenza esprime anche un parere in riferimento al Codice sul vincolo monumentale.
“I criteri utilizzati dalla Commissione per il Paesaggio e dalla Soprintendenza riguardo la compatibilità paesaggistica degli allestimenti delle occupazioni di suolo pubblico – ha proseguito Mancuso – tengono conto degli obiettivi, delle direttive e delle prescrizioni della scheda del Piano paesaggistico regionale relativa al centro storico di Siena. In particolare, che sia garantita la tutela e la conservazione dei caratteri storici e morfologici degli spazi aperti di impianto storico, evitandone la frammentazione e l’introduzione di elementi di finitura e di arredo in contrasto con il contesto paesaggistico; che siano conservati e riqualificati gli spazi e le aree libere e quelle a verde a margine degli edifici o intercluse nel tessuto storico, mantenendone i caratteri e le qualità distintive (arredi, corredi vegetazionali, pavimentazioni, percorsi). E’ da escludere l’inserimento di manufatti che possano interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche che si aprono da e verso la città e i suoi monumenti, nonché verso la campagna circostante”.
Il vicesindaco ha riferito come “negli anni scorsi ci sono stati vari incontri con le associazioni di categoria per affrontare e risolvere i casi più critici che dovevano rinnovare l’autorizzazione paesaggistica e monumentale. Durante uno di questi, nella scorsa estate, è stata presa visione della bozza di regolamento, relativa al centro storico, che si prefigge di dettare regole per permettere le occupazioni per le attività di somministrazione coerentemente con quanto disposto dal Codice dei beni culturali e con gli obiettivi, le direttive e le prescrizioni della relativa scheda del Piano paesaggistico.
Dopo aver sottolineato che “per le attività di somministrazione, la presenza su suolo pubblico con tavoli e sedie costituisce un valore aggiunto significativo sia per l’esercizio dell’attività vera e propria, poiché si tratta di un’estensione della superficie di servizio, sia per ottenere maggiore visibilità”, Mancuso ha riportato il numero degli esercizi di somministrazione che occupano suolo pubblico, dimostrando come “sia pressoché invariato nel triennio 2014/16 in quanto all’interno della zona 1 non è possibile aprire nuove attività di somministrazione, ai sensi della deliberazione consiliare 87/2008″. Per quanto attiene le agevolazioni approvate con il Regolamento – ha concluso – con apposita determina dello scorso agosto (n. 1254) è stato approvato il modulo di domanda, e ad oggi sono arrivate 4 domande, attualmente in istruttoria”.
Giuseppe Giordano nel riconoscere come il vicesindaco abbia ben colto, in parte, lo spirito dell’interrogazione, teso a puntare l’attenzione sulla cura che necessita una città sito Unesco, ha anche evidenziato l’opportunità che qualsiasi iniziativa comunale, che si rifletta sulle attività commerciali, deve garantire pari opportunità tra gli esercenti, evitando la concentrazione di facilitazioni in capo ad alcuni esercizi a scapito di altri, soprattutto di attività commerciali storiche che caratterizzano la città”.
RESPINTA LA MOZIONE SULLE NUOVE MODALITA’ DI RACCOLTA DEI RIFIUTI
Non ha trovato il consenso dell’assise la mozione con la quale si chiedeva di effettuare in orario notturno la raccolta dei rifiuti nel centro storico e l’adozione di cassonetti interrati o a scomparsa.
L’attuazione della proposta, come aveva illustrato Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese), firmatario dell’atto con Pietro Staderini (Sena Civitas) e il gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, avrebbe evitato il disagio creato da un servizio di raccolta che inizia non prima dalle otto del mattino, quando tutta la città è già in movimento. L’adozione, poi, di cassonetti interrati o a scomparsa avrebbe risposto in maniera adeguata alla salvaguardia delle esigenze di decoro urbano e di igiene pubblica, riducendo, anche gli atti vandalici e le manomissioni.
Respinto anche l’emendamento, a firma di Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RF, SsM), Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa), teso a rafforzare l’attenzione sui contenuti della stessa mozione, nello specifico sulla raccolta differenziata del vetro nel centro storico.
Come ha motivato Simone Vigni (PD) “pur concordando sulla necessità di armonizzare le varie esigenze, una raccolta effettuata nelle ore notturne provocherebbe un riverbero del suono che andrebbe a disturbare il sonno dei cittadini. Non praticabile, inoltre, neppure l’ipotesi dei cassonetti interrati, perché la particolare conformazione del sottosuolo e il tessuto storico della città, con la presenza dei bottini medioevali, impedisce questa prospettiva, forse ipotizzabile per le zone periferiche”.