"Mps: basta gare di partito per dominarlo o l'istituto non si riprenderà mai"
ROMA. In una intervista all’Agi, Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, dichiara che “I 20 miliardi messi in campo dal Governo a sostegno delle banche non sono sufficienti: occorrono maggiori risorse e, soprattutto, agire con rapidità per mettere in sicurezza il sistema bancario italiano prima che scada la presidenza di Mario Draghi alla Banca Centrale Europea, perché con il suo successore il nostro Paese è destinato ad avere problemi ancora maggiori”.
Nel chiedere ai partiti di “stare alla larga” dalle banche, riconosce la validità dell’intervento governativo sugli ammortizzatori sociali per il settore: i 658 milioni messi in campo recentemente dal Governo mettono, infatti, in sicurezza il settore per un paio d’anni e garantiscono la ‘copertura’ di 25m addetti in un settore che continua a produrre un’emorragia di esuberi. E le eccedenze di personale non sono prevedibili visto che il settore sta attraversando una profonda trasformazione che coinvolgerà anche il perimetro delle attività e gli addetti de settore.
“Il sistema bancario – puntualizza – deve essere messo in sicurezza entro il 19 ottobre del 2019, data di scadenza della presidenza Draghi alla Bce. I tedeschi ci puntano e, comunque, dopo Draghi le cose per noi saranno più difficili. Bisogna tener presente che Draghi, sino ad oggi ha colmato il vuoto di una politica nazionale che ha trascurato il settore del credito. Perciò occorre fare presto – aggiunge Sileoni – mettendo in campo risorse adeguate: 20 miliardi non bastano. C’è il problema Monte dei Paschi di Siena, le due ‘venete’ (Banca Popolare di Vicenza e Veneto banca), le quattro ex ‘bad bank’ che pur ribattezzate ‘good bank’ hanno bisogno (Banca Marche, Banca Etruria, Chieti e Ferrara) e, senza fare nomi – per ovvi motivi – ci sono altre situazioni di aziende medio-grandi che potrebbero entrare in sofferenza e richiedere un intervento pubblico”.
“Per due anni – spiega il dirigente sindacale, parlando dell’interveneto del Governo – dovremmo essere a posto. Con i 658 milioni messi a disposizione dal Governo e i 160 milioni che ci sono nel fondo di garanzia finanziato dalle banche possiamo affrontare una situazione di 25.000 esuberi”.
“Nell’immediato – rileva Sileoni – abbiamo due questioni: la trasformazione in spa delle banche popolari e quelle di credito cooperativo. Bisogna vedere quante e quali saranno le aggregazioni. E’ presumibile immaginare un sistema bancario che nel giro di tre anni passerà da 15-16 a 9-10 gruppi bancari. C’è poi da chiarire il modello di banca, il perimetro di attività e, conseguentemente, il volume e tipologia di occupazione. Ed è per questo che chiediamo l’apertura di un confronto sull’innovazione tecnologica e sul nuovo contratto di lavoro che partirà dal gennaio 2019. Noi – spiega – puntiamo a un nuovo modello di banca che ampli il suo perimetro di attività, offrendo nuovi servizi, utilizzando nuove professionalità. Io immagino una banca che offra ai propri clienti anche servizi di assistenza fiscale o consulenze in diritto commerciale. E, in questo quadro, propongo un nuovo contratto di lavoro innovativo, al passo con i tempi che ampli il perimetro delle attività utilizzando nuovi mestieri e nuova occupazione”.
“Per quanto riguarda il Monte dei Paschi di Siena occorre evitare una nuova gara tra i partiti per assumerne il controllo politico: se ripetiamo l’esperienza di invadenza del passato la banca non avrà alcuna possibilità di riprendersi”.