NA. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 237 sul salvataggio del Monte dei Paschi di Siena significa che di fatto la banca è nazionalizzata e che c’è l’ok – ovviamente condizionato – di Bruxelles. Adesso si deve lavorare perché questa non diventi una vittoria di Pirro. Per fare questo, anche se l’ex dipendente asceso alla poltrona di amministratore delegato attraverso JP Morgan fa il disinvolto nel video messaggio ai dipendenti (“L’intervento statale non era sicuramente la prima opzione della banca, però ci darà comunque la possibilità di procedere con lo smaltimento accelerato dei crediti deteriorati e di avere una posizione diversa e più forte” ha affermato), occorrerà che subito venga azzerato il vertice e sostituito da persone credibili. Anche l’ultimo arrivato Falciai, la foglia di fico estrema per difendere le bugie sulla consistenza del fondo del Qatar o di quello di Soros e per difendere il ricatto del referendum renziano dovrà rimanere un alito di vento. Perchè pubblico e partitico non significano la stessa cosa, con questo tentativo andato a vuoto di ricapitalizzazione sul mercato hanno perduto ogni residuo di credibilità. E’ ora che lo Stato scelga qualcuno fuori dai loro giochi e autenticamente credibile per gestire il ritorno di MPS.
20, 7, 4. Sono i numeri da giocare al lotto per il risanamento di Rocca Salimbeni. 20 come il numero dei miliardi (fonte: Oscar Giannino/Sole 24 Ore) che sono usciti dai conti correnti e dai depositi negli ultimi tempi perché Renzi doveva terrorizzare tutti legando referendum e aumento di capitale. Adesso che, con il socio di maggioranza assoluta Stato problemi di solvibilità non ce ne possono essere, è tempo che si riporti tutto come prima e che la Consob apra una vera inchiesta per manipolazione del mercato fin da gennaio (“Investire in MPS è un’affare” veniva proclamato lo scorso gennaio) e sullo sciacallaggio delle altre banche per intercettare il malessere dei correntisti generato con queste inconsulte azioni.
7 come il numero dei miliardi che, secondo ormai tutti gli osservatori economici, lo Stato dovrà impiegare in Rocca Salimbeni. Sommati ai 2,5 già trovati dalle conversioni volontarie si arriva a quasi 10 miliardi. Ma l’aumento di capitale non doveva essere di soli 5 miliardi? Non sarà che il mercato già dalla prima lettura del piano industriale di Morelli già aveva capito che era un aumento come quelli farlocchi del Tandem? C’è qualcuno che sappia spiegare perchè i 5 di appena l’altroieri adesso sono per tutti – ma proprio tutti: sulla capacità analitica dei giornali finanziari ci sarà da scrivere un bel libro un giorno! – 9,5 miliardi.
4 come le condizioni poste da Bruxelles. Con la prima il Single Supervisory Mechanism (SSM) guidato da Danièle Nouy, dovrà confermare la carenza di capitale di Mps nello scenario avverso dello stress test: su questo non ci saranno problemi. La seconda: il “burden sharing”: la definizione del valore di quanto azionisti e obbligazionisti subordinati subiranno in perdite. Si salveranno solo i piccoli risparmiatori possessori di bond, per i quali è previsto un meccanismo di tutela dell’investimento. Terza, un pò più difficile: un piano di ristrutturazione credibile. Detta così, come la scrive, per esempio Il Corriere della Sera, lascia intendere che quello di Marco Morelli non lo fosse, e la cosa non ci stupirebbe, era solo fumo negli occhi in chiave referendaria… Quarta, Il governo dovrà assicurare che l’aiuto di Stato non verrà utilizzato da Mps per fare concorrenza sleale alle altre banche. Ovvero lo stile che non hanno avuto altri.
Buon Natale da Red.